.Capitolo 14.

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<<Mi spieghi che ti era preso ieri? Mi hai chiamato nel panico più totale, sembrava che stessi a disinnescare una bomba! >> mi prese un po' in giro Louis, mentre mi passava la solita tazza di thè.
Il giorno prima, mentre ero ancora dai ragazzi, poco dopo che Marcus si era addormentato sotto al mio tocco, lo avevo chiamato disperato chiedendogli di parlare perché pensavo di stare lentamente partendo di zucca!

La serata si era conclusa in tranquillità, una cena serena, quasi in famiglia, anche se quel senso di inadeguatezza e quegli istinti che stavano affiorando, ma che non erano mai pervenuti, non mi avevano lasciato andare un secondo.
Rientrato a casa ero sprofondato nel letto, avevo avuto la tentazione di prendere in mano la bottiglia, e mettere la testa, la pancia, il neurone senziente, tutti a tacere.
Ma non volevo......
Quelle sensazioni mi facevano sentire così vivo ma anche così confuso.

Feci un cenno con la testa a Louis, prendendo la tazza tra le mani, ispirai: un caldo e dolce profumo di  thè nero aromatizzato ai frutti rossi si fece strada nelle mie narici. Era la prima volta che effettivamente mi soffermavo su dettagli del genere. Ero sempre stato troppo impulsivo e freddo per godermi queste piccolezze, o meglio, prenderne coscienza. Di solito ingurgitavo qualsiasi bevanda Louis mi propinasse, definendola di solito, acqua sporca.
Stavo impazzendo. Punto.

<<Su, che succede? Hai paura di fare la fine di Orlando?>> disse sghignazzando e pulendosi gli occhiali. Gli ringhiai:<<siii, certo! Se decreti che ho perso il senno, ti ci mando a calci in culo sulla luna a riprendermelo. Scherza poco Louis, sto veramente in condizioni pietose!!>> gli dissi stizzito, facendolo scoppiare a ridere.
<<Sirio suvvia, a prima vista, non credo sia nulla di così grave! Raccontami che sta succedendo e ti potrò dire.....>> rispose, sistemandosi comodo sulla sedia.

Lo osservai per un pò, prima di fare un respiro profondo, ordinare i pensieri, e iniziare a raccontargli dei ragazzi... e di come erano di conseguenza comparse quelle sensazioni e quelle emozioni.
<<non sono razionali! Li sento che sono istinti, che vengono dalla pancia, che sono impulsivi! Louis tu mi conosci, io non sono irrazionale, nè impulsivo, nè mi lascio guidare dalla pancia!!! È come.... è come se in prensenza di quei ragazzi, il mio cervello smettesse di funzionare, e si attivasse altro, una percezione che non mi appartiene!!!!>> dissi, con un briciolo di disperazione nella voce.

Louis assottigliò gli occhi, sotto gli occhialetti da bibliotecario:<< in effetti, dopo quasi 30 anni, empatico è un aggettivo che non ti appartiene, e tanto meno impulsivo.... potresti specificare cosa senti? Cosa ti trasmettono questi "istinti"? Così... per cercare di farmi un quadro più chiaro.>> disse accarezzandosi il mento.
Sospirai, facevo fatica a gestire qualsiasi cosa fosse emotivo. Sono sempre stato una persona fredda e concisa, l'accademia militare mi aveva donato una razionalità di ferro, e la vita mi aveva insegnato a controllarmi, regalandomi anche un pò di cinismo e pessimismo!
Tranne lei, ovviamente.... lei mandava ogni mia resistenza a farsi benedire. Lei mi faceva sentire la testa leggera, le farfalle nello stomaco, riusciva con  parole dolci o un gesto a sciogliermi, mi diceva cose di una purezza che persino mi capitava di arrossire.
Mi amava.

<< Sirio? Ci sei?>> mi richiamò il mio amico, dopo che mi ero perso tra i miei stessi pensieri.
<<SÌ, SÌ ci sono.... dicevamo....>> sospirai di nuovo, concentrandomi a rendere razionale l'irrazionale:<<... Lawrence è come se mi leggesse nel pensiero.... mi capisce senza dover parlare, sa se sto male, se sono stanco o anche riesce a trovare il momento per me migliore per interagire con me su piano "intimo". Tipo, non saprei... ah sì! Quando mi saluta sa distinguere il mio momento di debolezza razionale per potermi abbracciare.>> dissi, cercando di spiegargli a che livelli quel ragazzo era empatico!

<<Marcus invece, riesce a farmi incazzare ma dalla preoccupazione. Sento il muro che ha messo tra me e lui, sento la sua difficoltà a fidarsi come se potessi toccare le cicatrici che ha addosso.... non lo so, tra i due è quello che stuzzica di più questi istinti, che sono sempre gli stessi: proteggerli, giudarli e..... cosa che ti ripeto, non me ne capacito, è come se sentissi che hanno bisogno di affetto e contatto, e mi viene voglia di darglielo. Louis, io che dispendo amore e affetto????? Io che sono una stretta di mano mi da fastidio????>> dissi, ancora più disperato.

Il mio amico ridacchiò:<<ohi ohi, questo è grave...>> disse, fintamente preoccupato. Okay, ora mi sta facendo innervosire.
<<Louis sono serio!!! Uno non si può svegliare la mattina e mandare la sua personalità in culo!>> gli dissi contro, a voce un pò alta.
<<vuoi che ti provi la pressione? Ti vedo teso...>> disse, prendendomi in giro. Gli tirai un'occhiataccia di quelle mortali.

Lui scoppiò a ridere:<< Sirio, mi spiace dirtelo, ma non hai nulla che non va. Anzi, potrei quasi dire che era ora che ti iniziassi a sbloccare!>> mi rivelò. La mia disperazione e rabbia si tramutarono rapidamente in confusione:<< sbloccarmi?>>
Louis si alzò dalla sua poltroncina da terapeuta, andando a mettersi in piedi davanti a me:<< Tu sei così! Il tuo background non ha plasmato la tua personalità, come pensi te, l'ha repressa! Anno dopo anno, tortura psicologica dopo addestramento....
Conoscendoti come amico, oltre come medico, posso dirtelo con certezza. Tu, su piano intimo e personale, sei sempre stato un uomo buono, affettuoso, disponibile, pronto a buttarsi nel fuoco per le persone a cui tiene, potrei azzardarmi a dire anche giocoso. Questo Sirio cinico e razionale è solo la maschera che hai in pubblico.>> mi disse, lasciandomi di stucco. Sotto sotto sotto sotto sotto (mettete altri....30 "sotto") sapevo che era così, ma non volevo ammetterlo.

<<ah sì, e quando mai? Quando mai ho dimostrato di essere empatico? Tantomeno istintivo e amorevole?>> dissi sfidandolo. Loius alzò un sopracciglio:<< e allora come hai fatto ad avere l'imprinting che hai avuto con Selene, con l'immenso ostacolo della lingua e lei traumatizzata?>>
Questa realizzazione mi colpì in pieno come un'incudine in un cartone animato.

Aveva ragione.
Selene non parlava l'italiano ed era traumatizzata dalla guerra quando la presi sotto la mia protezione. Eravamo riusciti a connetterci senza bisogno delle parole, a sguardi, a gesti. Io le feci capire che non ero un nemico e che non le avrei fatto del male, tingendole la punta del naso con il colore mentre lei stava dipingendo. Un gesto istintivo, primordiale, innocente. Non avrei fatto l'insegnante, ora che ci penso.
Non mi sarei messo in metto a coloro che sono nell'età dell'istinto, delle emozioni caotiche e dei cambiamenti, se non riuscissi in qualche modo a interagirvi.

<<è tutto normale come vedi..... hai avuto un imprinting con quei due ragazzini, e secondo me, stare con loro ti farà solo bene. Lascia scorrere quelle emozioni, lascia che sia l'istinto a guidarti. E soprattutto, lasciati amare..... quei due da quello che mi hai detto, si stanno affezionando un sacco a te. Lascia che la cosa si evolta, lascia che il tuo istinto paterno ti aiuti. Sono certo che saprà anche consigliarti per altro.... e....>> non fece in tempo a finire che il mio cellulare squillò.

Guardai il display prima di rifiutare la chiamata, era Lawrence. <<Parlavamo del diavolo....>> dissi a Louis prima di rispondere:<< buongiorno! Dimmi tutto?>> dissi, cercando di essere solare. Finchè non sentii i suoi singhiozzi tramite il microfono. Mi preoccupai, e cercai di farmi guidare dall'istinto:<< Lawrence che succede? Va tutto bene?>> chiesi abbassando la voce, rendendola dolce e calda abbastanza da comunicargli che ero preoccupato.

<<scusami, non volevo distirbarti, ma è-è successo un casino c‐c‐con Marcus.... *sob*.... ha realizzato che ieri h‐hai barato per farlo dormire! Non so dove sia, mi ha urlato fin'ora ed è scappato, non so che fare....>> mi disse, cercando di contenere i singhiozzi.

Cazzo...

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt