CAPITOLO 24

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"Sicura di stare bene?" Chiese Louis dopo una buona mezz'ora di silenzio, in cui le lacrime avevano smesso di scendere dai miei occhi.
La frenesia di prima si era a poco a poco dissolta, lasciando in me un senso di incompiutezza e confusione che mi rendeva estremamente instabile. Questi sentimenti così violenti mi infastidivano: fino a qualche settimana, o forse semplicemente qualche giorno, prima, non avrei provato nulla in una situazione simile, avrei nascosto tutto dietro il muro protettivo e in breve avrei smesso di soffrire, di provare emozioni. Adesso invece era diverso, sentivo che il muro si stava irrimediabilmente frantumando, e dopo, come dopo il crollo del muro di Berlino, nulla sarebbe più stato lo stesso.
"Mery?" Louis richiamò nuovamente la mia attenzione, il suo tono era di premura e preoccupazione.
"Sto.. Bene?!" La mia affermazione apparve più come una domanda, ma nessuno dei due si curò di quella flessione di tono.
"Vuoi.. Non so.. Vuoi parlarne?" Louis sembrava davvero terrorizzato da una mia reazione, era così imbarazzato e a disagio che avrei voluto poter ridere e dirgli che era tutto a posto, così da ripristinare in lui la scioltezza e la spigliatezza che gli erano proprie. Eppure non avrei mai potuto mentire così spudoratamente, non ne sarei stata capace.
"Non lo so neanche io cosa voglio.. Vorrei solo che la mia vita non fosse così dannatamente incasinata, così caotica.." La rabbia che mi ribolliva dentro sembrava sempre più prossima ad una fuoriuscita.
"Capisco perfettamente.."
"Davvero?" Il mio tono era involontariamente acido e incredulo, dato che la vita del moro inglese sembrava circondata da un alone di magia e perfezione. Sarebbe tranquillamente potuto essere un principe, dato il suo aspetto regale e l'animo nobile. Mi sembrava impossibile avesse una vita complicata.
"Pensavo sapessi.."
"Sapere cosa?"
"Cosa sai di Harry?" Domandò in risposta alla mia precedente interrogativa.
"Intendi.. Sul suo passato?"
"Sì, sulla sua vita.."
L'incertezza mi attanagliò, rendendo il mio animo ancora più inquieto: cosa avrei dovuto fare? Parlare con Louis come fosse un mio confidente? L'avrei anche fatto, mi ispirava molta fiducia, ma non ero sicura fosse la cosa più giusta, considerando i rapporti con Harry. Tuttavia parlare con Louis avrebbe potuto farmi capire di più sui trascorsi fra i due.
"Non importa.. Se non vuoi parlarne non c'è problema Mery!"
"No.. È che.." Farfugliai.
"Mery tranquilla davvero.. Non voglio mettermi in mezzo nel vostro rapporto odio-amore o quello che è.." La sua voce era leggermente acida sul finale. Non riuscivo più a capire che piega avesse preso la nostra conversazione, provavo solo una grande amarezza e preoccupazione per ciò che mi attendeva a casa, oltre che una forte malinconia per essere scappata così velocemente da casa Styles.. Da Harry.


"Non rispondi?" La voce di Louis interruppe ancora il mio flusso di pensieri, facendomi accorgere della suoneria del mio cellulare che riempiva l'abitacolo.
Mi affrettai a prendere il cellulare dalla borsa sulle mie gambe, ma il nome che vi lessi mi fece solo sbuffare rumorosamente e emettere dei lamenti di turbamento.
"Ancora lui vero?"
"Già.." Risposi, ricordandomi in un secondo momento del fatto che Harry avesse bandito quella parola. Sorrisi spontaneamente e involontariamente, nell'ammasso di lacrime che aveva ripreso a rigarmi il viso, a quel ricordo così leggero e sereno, ora che ero nel mare di disperazione più totale.
"Ti prego Mery non fare così.. Non piangere, mi spezzi il cuore.. Perché non rispondi?" Avrei voluto così maledettamente rispondere a quel cellulare, ma un'altra struggente conversazione avrebbe solo peggiorato il mio stato d'animo, e la confusione nella mia testa.
"Non voglio." Quanta falsità.
All'improvviso anche il cellulare di Louis prese a squillare, attirando l'attenzione di entrambi.
"Credo ci tenga davvero tanto a te quel ragazzo.." Guardai Louis con sguardo interrogativo, cercando di comprendere il suo ragionamento; lui notò la mia confusione e spiegò. "È Harry, non mi ha mai chiamato in vita sua, credo non avesse neanche il mio numero, lo deve aver chiesto ad Anne.. e ti assicuro, che se è arrivato a chiamare una delle persone che più odia su questa terra, allora deve essere per qualcosa di davvero importante.." Rimasi quasi pietrificata, sia dalla cruda verità del terribile rapporto fra i due, in cui Louis mi sembrava essere, oggettivamente, la vittima e non il carnefice, sia dalla premura, o forse determinata frustrazione, che Harry stava dimostrando nei miei confronti.
"Che faccio? Rispondo?" Chiese.
"Quanto manca a casa?" Valutai.
"Emh.. Circa.. 40 minuti"
"È abbastanza, rispondi!" Conclusi ad alta voce.
"Okay ma sappi che urlerà.. E parecchio.. Con me intendo." Detto ciò i suoi meravigliosi occhi azzurri si fecero più sottili, prima di rispondere, mesto e incerto, ma allo stesso tempo impetuoso.
"Harry?"
"Che cazzo stai facendo, brutto stronzo? Non ti è bastato portarti via mio padre, dovevi prenderti anche lei" la voce di Harry si fece spazio nel silenzioso abitacolo della macchina, nonostante non ci fosse il viva voce: il tono di Harry doveva essere davvero molto elevato.
Rimasi estremamente confusa e turbata dalle sue parole dure, ma non ebbi il tempo di elaborarle, che la "conversazione" proseguì.
"Senti Harry, io la sto solo aiutando a..."
"Non me ne fotte un cazzo di quello che fai tu, so che ci sono io per aiutarla e per farla stare bene, tu devi solo morire!!!" Le parole di Harry toccarono davvero il limite e decisi di non poter permettere oltre quella ideale carneficina, dato che Louis non aveva fatto nulla di male, almeno non in quel momento. Afferrai il cellulare dall'orecchio del ragazzo e, dopo un lungo respiro, cominciai a parlare:
"Harry smettila!! Louis non ha fatto niente, sono stata io che.." Il mio tono era più elevato ed arrabbiato di quanto avrei voluto, ma ormai non potevo fare marcia indietro.
"Mer..." Mi interruppe. Con mio grande stupore la sua voce era mesta e tenera, non furibonda come qualche momento prima. "Mer ti prego, ti supplico, perdonami.. Sono uno stronzo e un coglione, ma ti prego perdonami.. Verrei da te se potessi, ma il taxi non è ancora arrivato in questo posto di merda.." Avrei voluto interromperlo subito, dirgli che delle sue scuse non me ne facevo nulla, che stavo male, terribilmente male, per la mia situazione familiare e che lui aveva peggiorato le cose, rovinando il clima meraviglioso che si era venuto a creare, come faceva sempre. Avrei voluto davvero urlargli contro che era un disastro e non potevo più sopportare il casino della sua vita, in aggiunta a quello della mia. Ma non dissi nulla di tutto ciò. Stetti zitta ad ascoltare quella voce roca e profonda, rotta da un emozione che ancora non conoscevo, non era sfrontatezza nè rabbia, nè propriamente dolore, forse qualcosa di simile alla paura, ma non ci avrei giurato: Harry era sempre terribilmente illeggibile, anche se avevo creduto, per qualche istante di quella breve vacanza di conoscerlo veramente; ma nessuno poteva conoscere veramente la matassa di emozioni e contraddizioni che era Harry. Neppure Harry.
"..ti giuro che andrà veloce, fosse a costo di guidare io fino a te e ti aiuterò, qualunque sia la situazione a casa tua, sarò al tuo fianco e.." Il riccio aveva continuato a parlare, mentre solo alcune parole arrivavano alle mie orecchie e alla mia testa sconvolta. Era tutto troppo, e la dolcezza eclatante di Harry mi stava intrecciando ancora di più i pensieri.
"Mer.. Mer ci sei ancora vero? Ti prego scusami davvero.."
"Sì Harry sono qua.." Sussurrai solo per farlo tacere. Amavo e odiavo allo stesso tempo ciò che mi stava dicendo, mi stava facendo capire che era davvero mio amico e ci teneva a me, ma stava anche demolendo se stesso e l'immagine sicura che mi ero creata. Si, avevo già visto Harry sconvolto per qualcosa, ma non così, non con quella voce rotta e avrei giurato che le contraddizioni del suo carattere fossero per lui un macigno, di cui non sapeva come liberarsi.
"Ti prego dimmi che.."

*harry ora non voglio parlare va bene? Devo ragionarci su e non voglio pressioni! Ci risentiamo*

Questo avrei voluto dire, questo era il pensiero che mi ero accuratamente formulata nella mia mante prima che la mia bocca, o forse il mio istinto, prendesse il sopravvento.
"Harry va tutto bene, sono solo terribilmente stressata per questa situazione, ma non voglio perderti... Non posso.."
Il finale fu un vero e proprio sussurro, pronunciato più per me stessa che per Harry, che forse neanche mi sentì, eppure capì e riprese a leggermi nella mente, come suo solito, comprendendo la mia necessità di solitudine.
"Sono qui se hai bisogno.. Ti adoro.." Quelle parole mi toccarono e scossero particolarmente.. Non le usavo mai, non avevo mai detto a qualcuno di adorarlo, dicevo spesso, troppo spesso, "ti voglio bene" o qualcosa di simile, e avevo detto parecchie volte, ad una persona sola "ti amo", ma mai "ti adoro". Eppure erano parole così belle, così elementari e allo steso tempo sottovalutate. Quando realizzai le parole nel loro complesso, Harry aveva già chiuso la chiamata, lasciandomi quello spazio da me voluto e allo stesso tempo detestato.
Forse non ero una contraddizione minore di Harry, per quanto meno evidente, e me ne rendevo conto più passavo il mio tempo con il riccio, l'unico davvero in grado di farmi scoprire me stessa, la vera me. Porsi il telefono a Louis, senza staccare lo sguardo dalla strada, pietrificata nei miei pensieri e quasi completamente schiacciata dalle macerie del muro di Meredith che si stava sbriciolando, pezzetto dopo pezzetto, per l'eccessiva pressione.

Finding HappinessWhere stories live. Discover now