CAPITOLO 1

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Sentii la Campanella segnare la fine dell'intervallo e l'inizio nuovamente delle lezioni; non avevo idea di come avrei potuto uscire dal bagno e affrontare il mio viso allo specchio, avevo visto riflessi quegli occhi arrossati e gonfi così tante volte che ormai non ricordavo più cosa fosse il luccichio che li aveva sempre accesi nel loro verde profondo. Aprii lentamente la porta del piccolo abitacolo e gettai un'occhiata amara all'immagine davanti a me, poi feci qualche passo e passai le mani sotto il getto d'acqua e poi sul viso.

Mi ero sempre chiesta in passato come facessero le attrici a piangere disperate, a bagnarsi il viso e rimanere comunque impeccabili nel trucco.. Ultimamente mi ero data una spiegazione per quanto verosimile: avevo infatti preso l'abitudine di piangere così spesso da riuscire a non sbattere violentemente le ciglia sugli zigomi e mantenere il trucco solo leggermente umido. Era questione di abitudine.. Abitudine che purtroppo avevo preso da quando lui era uscito dalla mia vita.

Presi la bretella dello zaino e a testa bassa uscii, facendomi spazio fra la massa di studenti che frettolosamente si recavano nelle classe delle lezioni di quelle ultime due ore di scuola. Ultime due ore prima delle vacanze estive, prima della fine di quell'inferno. Gli animi di tutti fremevano solo all'idea mentre io non riuscivo ad essere felice; non mi interessava di nulla.. Che senso aveva essere in vacanza se tanto non avevo nessuno con cui uscire o con cui passare il mio tempo? Sarebbe stato solo frustrante! Entrai nella classe di filosofia e mi sedetti in un banco di fianco alla finestra in modo da poter godere dell'aria fresca proveniente dal mondo esterno, così dinamico e al contempo estremamente ed eternamente statico nei suoi principi primi. La lezione ebbe inizio; amavo la filosofia, era la materia che più mi coinvolgeva facendomi ragionare e sviluppare opinioni, anche se quel giorno la mia mente era altrove, in un iperuranio come l'avrebbe definito Platone, così lontana dal mondo delle cose da esserne quasi estraneo. 

"Buongiorno ragazzi! Oggi dato che è l'ultimo giorno faremo un dibattito, niente di troppo pesante o difficoltoso.. Giusto per verificare se avete appreso come ragionare e sviluppare teorie" la voce squillante e direi anche entusiasta del professore si fece spazio fra il mormorio degli studenti, che si zittirono immediatamente, estasiati all'idea di una lezione più leggera e magari anche divertente.

"Bene iniziamo" proseguì il professore "signorina burk mi dica.. Cosa pensa lei.." Il prof aprì l'agenda e scorse velocemente con gli occhi scuri quelli che probabilmente erano gli argomenti che si era appuntato per il dibattito. 

"...della felicità al giorno d'oggi" l'uomo sulla quarantina alzò poi gli occhi verso la ragazza con sguardo soddisfatto in attesa di una sua opinione a riguardo.

"Mmh.. Beh.. Credo che la felicità.. Emmh.." Kelly burk cominciò a mugugnare qualche parola, nulla di completo nè tantomeno esauriente, era una ragazza abbastanza simpatica anche se tremendamente viziata e decisamente non troppo sveglia, specie nelle materie scolastiche; dopo qualche altro secondo di parole sconnesse riuscì a formulare con fatica un suo pensiero, per quanto banale e poco sviluppato esso potesse essere "beh si la felicità è quella che si prova quando si ottiene qualcosa che si voleva tanto!" Terminó la frase con decisione a seguito di un progressivo aumento della convinzione nel tono della sua voce. Credeva probabilmente di aver sviluppato una corretta ed estremamente forbita ipotesi. Il professore abbandonò lo sguardo pieno di speranza e curiosità per tornare su uno più serio e leggermente deluso. "Mmh beh si questa può essere una buona opinione.. Sí può essere.. Qualcun altro vuole esprimere la sua opinione?" Il silenzio regnó in classe, solo una mano decisa si levò fra i nostri sguardi persi nel vuoto: linsday taylor, la secchiona della classe, aveva anche in quell'occasione la sua opinione da esprimere, un'opinione che lei riteneva essere senza dubbio l'unica meritevole di attenzione.

"La felicità è, ovviamente, ciò che si prova quando si lavora tanto, si fa del proprio meglio e poi si ottengono risultati!" La convinzione di aver detto ciò che il professore voleva sentire brillava nei suoi occhi, tenuti puntati sullo sguardo dell'uomo brizzolato a pochi passi da lei. Il prof non varió la propria espressione di disappunto e scosse energeticamente la testa.

"Beh questa ipotesi non è poi così diversa dalla precedente.." 

"No prof è completamente diversa!" Esclamò linsday prima di abbassare il tono di voce e proseguire con rinnovata calma "la mia compagna non ha contemplato un duro lavoro" 

"Scommettiamo che se ti faccio un regalo sei felice anche se non hai fatto alcuna fatica?" Christie intervenne bruscamente nella conversazione facendo zittire linsday che cominciò a polemizzare su quanto la compagna fosse viziata per affermare una cosa del genere.

In breve in classe era il caos: chi sosteneva avesse ragione una, chi l'altra, chi esponeva sgarbatamente la sua opinione cercando di attirare l'attenzione del professore, chi infine prendeva a conversare con il vicino di sciocchezze varie, approfittando della confusione.

Io personalmente continuai ad osservare le nuvole muoversi fuori dalla finestra, finché il professore, dopo aver tentato invano di ristabilire il silenzio, si avvicinò a me e richiamó la mia attenzione. "Signorina Hudson.." Sussurrò in un primo momento "meredith!!" Ripetè con tono più alto. A quella sollecitazione scossi il capo e guardai il professore con occhi dispiaciuti e al contempo infastiditi per il disturbo recatomi. "Meredith tu cosa ne pensi? Cosa credi sia la felicità?" Aggrottai le sopracciglia e abbassai lo sguardo per riflettere. La mia mente fece un rapido viaggio nel tempo, uno sguardo sulla mia vita fino a quel momento e in poco ebbi la mia risposta giusta, quella che forse sarebbe stata corretta solo per me, ma che non poteva essere diversa da quella "credo che la felicità, o almeno, per me la felicità é la possibilità di poter trascorrere il proprio tempo con le persone che si amano.. Non c'è nulla che ti rende più felice.."

Finding HappinessWhere stories live. Discover now