CAPITOLO 9

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"Non penso che te la meriti...-Il tono cupo- Tuttavia voglio che tu sia felice e devi farti degli amici, per cui, dopo che mi avrai accuratamente informato su con chi sarai, dove sarai e quando tornerai- la solita ossessione per la precisione- potrai andare.." Un sorriso dolce le illuminò il viso splendido e la sua piccola e bianca mano si posò sulla mia spalla.

"Grazie mamma!" La strinsi in un abbraccio, ritrovando il nostro rapporto sotto una luce migliore; le dissi in cosa consisteva la serata, per quanto ne fossi a conoscenza solo parzialmente e lei non si scompose più di tanto, approvando il programma.

Quando guardai l'orologio, mi accorsi della rapidità con cui il tempo era passato e senza troppe ulteriori esitazioni, lasciai bruscamente la padella che avevo in mano e corsi in camera. Aprii l'armadio e l'osservai per qualche minuto, prima di afferrare un vestito rosso, con scollatura a cuore e gonna larga; feci una doccia veloce, mi truccai leggermente ed infilai il vestito. Completai il tutto con un paio di zeppe rosse, ma misi delle vans nella borsa, giusto nel caso.

Feci appena in tempo ad infilare il cellulare nella borsa, che il campanello suonò, procurandomi un'insensata morsa allo stomaco. Scesi, aprii la porta e non potei fare a meno di sbarrare gli occhi per lo spettacolo davanti a me: Harry indossava una camicia a quadri sui colori del viola scuro, sbottonata per i primi due-tre bottoni facendo comparire un crocifisso sul petto solido, un paio di pantaloni neri, aderenti che gli avevo sempre visto da quando ci eravamo conosciuti e un paio di stivaletti neri. I capelli ricci erano tirati in su con del gel così che non gli ricadessero sulla fronte ad ogni movimento. Gli occhi verdi spiccavano di vitalità e energia, più del solito. La bocca rosa acceso in contrasto con i denti bianchi.

Distolsi lo sguardo, sorridendo appena, per evitare il contatto visivo.

"Ehi.. Pulce... Sei splendida.. Insomma.. Credo tu sia bella.. Sai come è.." Balbettò facendo confusi riferimenti alla sua omosessualità, prestando attenzione che non ci fosse mia madre nel raggio uditivo.

Sorrisi con più convinzione e mi spostai per farlo entrare. La consueta naturalezza che provavo in sua presenza sembrava essere scomparsa, solo l'imbarazzo e il disagio mi riempivano i pensieri e condizionavano i movimenti. E avrei giurato stesse pensando la stessa cosa anche lui.

"Pronta Mer?" Chiese, guardandosi intorno, alla ricerca di qualcosa.

"Mmh si.. Saluto mia mamma e andiamo.." Ignorai il soprannome utilizzato con noncuranza, mi ero un po' rassegnata al suo utilizzo. Entrai in cucina con Harry al seguito.

"Mamma noi andiamo.." Esclamai titubante.

Lei si girò e mi scrutò con sguardo indagatore: avrei giurato mi leggesse nei pensieri e nell'animo. Poi il suo sguardo passò sul ragazzo impacciato alle mie spalle e i suoi occhi si accigliarono, imbarazzando ulteriormente Harry.

"Fate i bravi!" Esclamò infine come se parlasse con dei bambini, e poi si girò e riprese a cucinare.

Harry appoggiò una mano sulla parte bassa della mia schiena e con delicatezza mi condusse fuori dalla cucina e poi sul pianerottolo, chiudendo lui la porta. Lo guardai con sguardo interrogativo.

"charlotte mi spaventa terribilmente!" Mugugnò poi.

Scoppiai a ridere, per la seconda volta in quella giornata e questa volta in risposta ottenni un Harry accigliato e scherzosamente irritato dalla mia presa in giro.

"Forza pulce.. Ho prenotato il ristorante per le 7,30 e la festa inizia alle 9,30" sorrise mostrando le fossette e facendomi ritrovare la naturalezza consueta con lui.

"Okay Harold andiamo!" Esclamai con entusiasmo. Mi guardò stizzito prima di trascinarmi letteralmente ad un'auto nera parcheggiata nel vialetto davanti a casa mia.

"È tua?" Chiesi mentre Harry apriva la portiera per farmi entrare nell'abitacolo.

"Già" fece una pausa per entrare in macchina e riprese dopo aver chiuso lo sportello "in realtà era di mia mamma, ma quando ho preso la patente l'ha data a me e ora lei si è presa una stupenda Mercedes.." Pronunciò le parole un po' indispettito, ma sempre con un fondo di dolcezza.

Annuii e guardai fuori dal finestrino le casa e gli alberi che passavano veloci davanti ai miei occhi.

"Dove andiamo a mangiare?" Ero leggermente in imbarazzo, di nuovo. Cambiavo umore e stato d'animo tanto velocemente quanto lui cambiava atteggiamento.

"In un posto carino non troppo lontano... Si chiama roadhouse o qualcosa di simile.." La voce piatta, appena percepibile nell'abitacolo. Rimasi spiazzata e turbata da quel tono, pensai non avesse poi così voglia di uscire con me, in fondo non aveva niente da guadagnarci frequentandomi e da quando lo conoscevo non ero mai stata particolarmente carina con lui, non abbastanza almeno da guadagnarmi la sua amicizia... Per cui probabilmente aveva cambiato idea e avrebbe preferito non essere li con me. Migliaia di pensieri simili mi affollarono la testa, rendendomi turbata e frustrata, facendomi sentire nuovamente sola, sola come lo ero da ormai un anno. Respinsi la necessità di aprire lo sportello e buttarmi giù, presi il telefono dalla borsa e aprii Twitter. Sentii gli occhi di Harry addosso, ma lo ignorai. Ero brava ad ignorare le persone, ero brava ad ignorare anche me stessa.

Un tweet.

Da xsmiling_

A mery_

"ma certo che mi ricordo! ;) sto bene! Sono in vacanza da mio cugino.. Tu?<3"

Sorrisi e mi concentrai a rispondere.

"Uumh.. Mer?" La voce di harry mi fece sobbalzare dopo qualche minuto. "scusa.." Un sussurro.

Fissai per qualche secondo il cielo cominciare a diventare arancione, dal finestrino della macchina, poi mi girai di scatto verso il riccio al mio fianco, gli occhi verdi opachi, il labbro tremante e pulsante fra i denti, le nocche delle mani bianche, per la forte stretta sul volante, un cipiglio sul viso splendido.

"Sono stato scortese, mi dispiace...- Riprese poi esitante- È che la strada che mi ha fatto fare questo dannato navigatore mi ha riportato alla mente alcuni ricordi.. Ricordi non troppo piacevoli." Tacque e il suo viso si fece più rosso. Mi mancarono le parole, ma mi costrinsi a trovarle; mi si strinse lo stomaco e il cuore per il suo turbamento e il bisogno di confortarlo superò la mia naturale tendenza a chiudermi in me stessa e ignorare il mondo circostante.

"Non preoccuparti Harry.. Va tutto bene" gli sorrisi cercando di confortarlo e appoggiai la mano sulla sua spalla; percepii i suoi muscoli tesi, rilassarsi leggermente sotto il mio tocco. "Se hai voglia di parlare sono qua" avevo smesso di essere così disponibile con le persone, di solito non portava a nulla di producente, ma non potei fare a meno di offrirgli il mio aiuto. Harry stava davvero risvegliando la vecchia me, quella che avevo sepolto dietro un muro tremendamente spesso. Certo, c'era ancora molto da scavare prima di ritrovare quella che ero.

Harry annuì vigorosamente, poi entrambi riprendemmo a guardare la strada davanti a noi; quando ripresi a guardare Harry la stretta sul volante era nuovamente rilassata, le dita a picchiettare sul cambio e il suo viso non più contratto.

Chiusi gli occhi per quello che sembrò solo un momento e finii con l'addormentarmi, sognando,come di consueto, un biondo dagli occhi azzurri.

Finding HappinessWhere stories live. Discover now