EPILOGO

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Settembre, due anni dopo 

"Hai fatto il caffè?"
"Si amore, freddo come piace a te!"
"Grazie tesoro! In frigo se vuoi c'è la crostata al cioccolato!!"
"Perfetto.. Abbiamo ancora 30 minuti prima che passi mia madre, possiamo fare colazione con calma."
Sono passati quasi due anni e mezzo da quando io e Harry ci siamo fidanzati e dire che lo amo più di prima sembrerebbe una frase fatta forse, eppure è così, lo amo profondamente e non posso evitare di pensare che mi abbia salvato da un oblio senza uscita.
"Sei sicuro di essere pronto?"
"No.. Non lo sono davvero, ma non ho molta scelta no?"
"Dai Harry... Andrà tutto bene..." Mi avvicino a lui, superando il bancone della nostra cucina, e allaccio le mani dietro al suo collo, tracciando con un dito l'ultimo tatuaggio che si è fatto, ancora in rilievo. 
"Lo spero Pulce.. Sono terrorizzato in questo momento.." Già, Pulce è questa parola che si è tatuato. Aveva insistito per tatuarsi la parola Merry, ossia l'unione fra i nostri nomi, ma glielo avevo proibito, saremmo sembrati due psicopatici. 
Ora siamo nella nostra cucina, già nostra, aspettando l'arrivo di Anne; dopo la nostra riconciliazione tutto è andato bene, è stato normale per un po' di tempo, ma di normale nella mia vita non c'è mai stato molto, per cui non mi sarei dovuta meravigliare più i tanto quando mia madre venne da me informandomi che "ora che Papà si è trasferito con la sua nuova famiglia credo non abbia più senso stare qua a Los Angeles! Torniamo a Mullingar tesoro.. Riprendiamoci la nostra vita irlandese." ma io mi ero rifiutata, non avrei permesso a nessuno di portarmi via Harry, a nessuno, e fu in quel momento, grazie all'egoismo di mia madre, che capii che era Harry il mio primo vero amore, perché per lui avevo trovato quella forza di lottare che per Niall non era mai esistita.
Mia madre era stata scettica e categorica all'inizio, ma quando le avevo spiegato le ragioni (50) per cui non potevo lasciare andare Harry, allora lei aveva capito, aveva capito che Harry era la mia ragione di felicità e che non l'avrei perso; così era partita, senza di me, tornando in Irlanda e cominciando una nuova vita: la sentivo di tanto in tanto, ma il nostro rapporto non era più quello di un tempo, avevo sopportato troppa sofferenza per lei, ed era qualcosa che non potevo dimenticare.
In un primo tempo mi ero trasferita a casa di Harry con anche Anne, poi però avevamo deciso che eravamo pronti, pronti per vivere insieme, nonostante fossimo giovani ed insicuri eravamo pronti a vivere la nostra vita, insieme.
"Cosa credi che dirà?" Harry mi riprende dai miei pensieri e mi ci vuole qualche secondo per comprendere di cosa stia parlando, ancora stretto al mio corpo, accucciato sul mio petto.
"Non lo so amore, ma è tuo padre, sono sicura che gli sei mandato terribilmente e che vuole solo riabbracciarti..." Già, il padre di Harry sta, finalmente, per uscire di prigione e Harry lo rivedrà dopo ben 10 anni di lontananza. Ho provato a convincerlo ad andarlo a trovare nei 2 anni passati, ma nulla, ha sempre trovato una scusa, troppo impaurito per affrontare la situazione. Non che lui abbia mai ammesso che si trattasse di paura, folle e sconvolgente timore, ma ormai ho imparato a conoscerlo davvero bene e so esattamente cosa prova anche quando non me lo dice.
Sto sorseggiando il mio caffè quando il mio cellulare suona. Rispondo senza dare importanza a chi sia, troppo impegnata ad osservare la lunghezza dei capelli di Harry. Gesticolo un "devi un po' tagliarli, amore!" prima di rispondere al telefono con un *prontoo* strascicato. 
*meeery!! Come stai?* 
*christie tesoro!! Io tutto bene, mi dispiace informarti che il tuo ragazzo non è ancora arrivato qui!* con Christie il mio rapporto non è cambiato, siamo sempre le solite pazze che si vogliono un bene dell'anima e che ci sono l'una per l'altra. Lei sta ancora con Louis, anche se per loro non è stato tutto rose e fiori: quel cretino del cugino di Harry ha passato un periodo, all'inizio della frequentazione del college di Dublino, in cui si era preso una sbandata per una certa Eleanor, una ragazzetta insulsa, tutta Abercrombie e frappuccini, ma poi era rinsavito ed era tornato a testa bassa da Christie. E pensate un po' chi l'ha fatto ragionare? Proprio Niall!! Già, il detto "il lupo perde il pelo ma non il vizio" non è valso per lui, ha imparato la lezione e ha aiutato Louis a non commettere lo stesso errore; i due infatti sono ottimi amici adesso e fra di loro va tutto bene. Anche fra me e Niall le cose stanno bene, siamo tornati amici, certo, non come prima, ma ci parliamo, di tanto in tanto e mi ha invitato al suo matrimonio con Ellen! Infatti i due si sposeranno il prossimo anno e, anche se credo sia troppo presto, sono contenta per loro, Ellen è una ragazza adorabile ed è giusto le cose siano andate così. 
*oh ssi lo so tesoro... Ti chiamo perché vorrei aprissi la porta!*
Sorrido e corro verso la porta di ingresso, sotto lo sguardo confuso di Harry. Come mi immaginavo Christie e Louis sono davanti ai miei occhi, mano nella mano con sorrisi smaglianti sui volti.
"Oddio ti odio!!! Devi smetterla di fare queste sorprese!!" Butto le braccia al collo della mia migliore amica, che ricambia l'abbraccio, nel frattempo Louis entra e saluta il cugino, con il quale adesso ha uno splendido rapporto, sono migliori amici e si adorano, letteralmente. Louis infatti è qui per accompagnarci fuori dalla prigione, per assistere Harry in questo momento terribilmente difficile.
"Dovevi dirmi che saresti venuta anche tu!!" Le urlo addosso, ancora ridendo, appena sciogliamo l'abbraccio.
"Secondo te avrei mai perso la possibilità di vedere la mia migliore amica?" 
"Aww tesoro!!" La abbraccio nuovamente, sopraffatta dall'emozione.
"Avete finito voi due??" Ridacchia Louis. Lascio la mia amica e abbraccio anche Louis, quello che per me ormai è come un fratello: ho stretto un rapporto molto profondo con lui e gli voglio davvero bene, anche se ha rischiato di far soffrire molto Christie, so che ora la rende felice. 
Non passa molto tempo, giusto lo stretto necessario per i convenevoli e qualche fetta di crostata, che il campanello suona; è Anne, che, sorpresa dalle tante persone presenti, si preoccupa di abbracciare tutti con una dolcezza disarmante.
"Allora... Tutti pronti?" Dice con le lacrime agli occhi. 
Annuiamo, emozionati e spaventati, chi più, chi meno, prima di seguirla nella sua auto. Lei guida lentamente, come se dovesse focalizzare le sue emozioni, poi parcheggia proprio davanti al commissariato. 
Nessuno osa scendere dal veicolo, ma quando l'orologio segna le 11 della mattina, non ce lo facciamo ripetere due volte e ci catapultiamo fuori dall'auto. Harry mi stringe la mano così forte che penso potrebbe staccarmela, ma non mi importa, so che ha paura e so che ha bisogno di me ed io ci sarò sempre per lui, sempre.
Entriamo tutti e cinque nell'anticamera della prigione, Anne e Harry si fanno avanti, ma Harry continua a tenere la mia mano, come per darsi forza.
"Siete qui per Des Styles?"
"Esatto.." Sussurra Harry, terrorizzato.
"Sarà fuori tra un minuto." Annuncia la guardia prima di sparire fra i meandri della prigione.
"Ho paura Mer... Se non mi volesse vedere? Se mi odiasse?"
"Harry... Andrà. Tutto. Bene..." Non riesco a dire altro che un rumore di chiavi e di catenacci attira la nostra attenzione. In poco tempo davanti a noi si palesa nuovamente la guardia seguita da un uomo di mezza età, con capelli corti e brizzolati, un po' di barba e dei piccoli occhi chiari. L'uomo, che intuisco essere il padre di Harry, alza gli occhi per incontrare innanzitutto quelli di sua moglie, che abbraccia prontamente. I due si sussurrano parole dolci, strascicate nel pianto ed impastate dalle lacrime e dai singhiozzi per qualche minuto. Poi Des si allontana da Anne e rivolge uno sguardo al mio ragazzo, ora tremante a qualche passo da me. 
"Harry.. Oh Dio Harry sei così cresciuto! Il mio bambino è un uomo!" Des si porta una mano alla bocca e i singhiozzi si fanno più acuti. Harry annuisce e sbatte gli occhi per qualche istante prima di avvicinarsi al padre, timoroso.
"Papà... Mi dispiace..." Ma le scuse di Harry sono del tutto inutili, poiché il padre lo stringe fra le sue braccia e lo tiene stretto a sè facendo sentire il mio ragazzo protetto, per la prima volta da 10 anni.
"Harry scusa se non ho mantenuto la mia promessa fino ad adesso.. Ma ora ti prometto che potrò essere il padre che ti è mancato in questi anni, mi dispiace di tutto quello che hai dovuto sopportare..." 
A quelle parole non posso trattenere le lacrime neppure io, sono così felice che la situazione si sia finalmente risolta, e nel migliore dei modi. 
Dopo qualche altro minuto di abbracci e scuse futili, Harry si allontana da suo padre e mi presenta "questa è la mia fidanzata, Meredith.." E mentre lo dice non posso evitare di far fare un salto al mio cuore. 
"Piacere di conoscerti Meredith... Sono felice che mio figlio abbia trovato qualcuno come te..." Sorride dolcemente e io gli stringo la mano, sinceramente commossa.
Usciamo dal carcere dopo lunghi minuti di saluti: Des abbraccia con valore anche Louis, che era convinto l'avrebbe odiato. Questo uomo sta rendendo felice tante persone, compresa me, di rimando dato che Harry è felice. 
Il primo momento di imbarazzo si crea quando ci accorgiamo che una macchina in sei non è sufficiente così io e Christie prendiamo un taxi, nonostante le proteste di Harry e di Anne. È giusto che siamo noi due, le estranee alla famiglia, ad allontanarci e lasciare loro il tempo di riconoscersi, ritrovarsi, tornare ad essere famiglia.
Il pomeriggio trascorre in modo estremamente commovente, ma anche con sprazzi di energia e vitalità: credo sia questo che capita quando un uomo esce dal carcere dopo 10 anni di permanenza in una cella, siamo tutti come assorti in un sogno, in una realtà parallela e fantomatica, in cui non si riconosce più ciò che è vero da ciò che non lo è. Finito di cenare, Louis e Christie sono andati via, siamo rimasti solo noi quattro, ma io mi sento decisamente di troppo.
"Harry.. Io vado a casa, tu stai con i tuoi genitori va bene?" Gli sussurro all'orecchio, mentre Des e Anne sono in cucina a parlare.
"Pulce.. Penso che debbano stare da soli... E anche noi, quindi andiamo a casa!" La sua voce è calda e confortante e non penso ci sia suono che amo di più. 

Arrivati a casa ci sdraiamo sul divano di casa nostra e beviamo una tazza di the, quella che entrambi amiamo bere prima di dormire. 
"Mer?"
"Mmh?"
"Ti amo."
Lo bacio castamente con un bacio a stampo.
"Ti amo anche io Harold"
Passano alcuni istanti di silenzio prima che richiami la sua attenzione.
"Harry?"
"Mmh?"
"Dimmi che sarai sempre il mio per sempre.." Lo supplico.
Lui aggrotta le sopracciglia, sorridendo ed emettendo una leggera risata. 
"Cosa significa?"
"Non capisci? Sii sempre il mio per sempre.."
"Perché due volte?"
"Cosa?"
"Perché non solo "il tuo per sempre"?"
"Non è la stessa cosa.."
"Perché?"
"Il per sempre cambia, un giorno crediamo che una cosa, una passione, una persona sia il nostro per sempre, mentre il giorno dopo non lo è più e qualcosa altro diventa per sempre.. Io invece voglio che tu sia sempre il mio per sempre, il mio per sempre periodico e costante..."
Lui sorride quando ho finito di travolgerlo di parole, per me tanto significative; poi mi prende il viso fra le mani e poggia nuovamente le sue labbra sulle mie, delicatamente, con sentimento e amore, e mi trascina con sè nel suo mondo di felicità, che, già dalla prima volta in cui lo vidi, avevo deciso di non lasciare più. 
Credo proprio di aver trovato la mia ragione di felicità e non permetterò a nessuno di portarmela via,

 ora e per sempre


Fine.

Finding HappinessWhere stories live. Discover now