CAPITOLO 8

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Camminammo per un po', fianco a fianco, tornando verso casa mia.. Parlando del più e del meno, come amici di vecchia data. Ero davvero a mio agio con Harry, cosa che non mi capitava quasi mai con persone appena conosciute.

"Come dovrei vestirmi stasera?" Chiesi quando vidi casa mia a breve distanza.

"Oh non saprei, un vestitino immagino sarebbe perfetto.." Borbottò con tono enigmatico.

"Okay.." Nella testa cominciai a passare in rassegna i miei pochi vestiti per sceglierne uno "ma Harry.. Non eri in punizione tu?" L'idea mi colpì all'improvviso.

"In realtà si.. Lo sono per tutta l'estate" rise facendo spallucce "ma credo che mia mamma accetterà sapendo che ci sei pure tu!"

"Oh beh quindi mi stai usando.." Scherzai nascondendo un piccolo accenno di delusione.

"Ma no.. Voglio davvero passare il mio tempo con te, pulce" esclamò piantando i suoi occhi nei miei e facendomi sobbalzare dentro, per poi togliere velocemente lo sguardo e continuare a camminare.

Quel ragazzo era davvero troppo bello per essere gay.. E mi ritrovai a seguire con gli occhi il suo andamento lento e pacifico, i suoi muscoli tendersi sotto la maglietta bianca e i suoi ricci muoversi leggermente, accarezzati dal vento.

Si inchiodò, non sentendo i miei passi al suo seguito e mi guardò leggermente perplesso dalla mia fermata insensata. Mi ripresi velocemente dal mio stato di trance e lo seguii abbassando lo sguardo sui miei piedi, imbarazzata.

"Okay beh.. Sono arrivata.." Esclamai indicando con la testa la casa con un giardinetto ed una staccionata bianca alla mia destra.

"Si beh.. Ti passo a prendere alle 7 allora.. Così magari mangiamo qualcosa insieme.." Propose tenendo lo sguardo su un punto fisso dietro di me e spostando il peso da un piede all'altro; avrei quasi detto fosse agitato, ma non avrebbe davvero avuto senso.

"Si va bene" sorrisi "a dopo Harry" mi avviai all'interno del giardinetto.

"A dopo.. Mer" lo sentii affermare quando ormai mi trovavo alla porta di casa. Gli lanciai un'occhiata piena di acidità, nonostante il sorriso chiaramente increspato sulle mie labbra rosse.

Salii le scale due scalini alla volta, lasciando prima le borse della spesa sull'isola della cucina. Mia madre non era li, nonostante il forte odore di sugo al pomodoro e la torta nel forno fossero indicativi della sua effettiva presenza nella casa.

Chiusi la porta della mia camera, emettendo un rapido ma urlato "sono a casa!", per poi cercare nella borsa il mio libro sperando di potermi rilassare un po', prima della festa.

La serata mi metteva leggermente a disagio: Harry sembrava veramente carino e molto socievole, ma non lo conoscevo così tanto.. Insomma era praticamente uno sconosciuto e ero sempre a disagio con gli estranei, e lo sarei stata ancora di più con i suoi amici. Fra quei pensieri cercai di ignorare quello che più premeva per emergere, per venire a galla necessitando una maggiore analisi: Harry era gay... Era gay insomma.. Omosessuale. Non che la cosa mi infastidisse in alcun modo, ma non me lo sarei mai aspettata. Eppure era così dannatamente bello.. Respinsi quei pensieri sbagliati e contorti, difficili da capire anche per me, nella parte della mia testa dove nascondevo tutte le idee e i ricordi che non avevo il coraggio di affrontare, non in quel periodo della mia vita.

Afferrai bruscamente "Il monaco" di Lewis, il cellulare e lasciai cadere la borsa sul pavimento di legno.

Uscii dalla camera per mettermi a leggere nel giardino sul retro, un posto molto tranquillo e ombreggiato e mi piaceva trascorrere del tempo li.

"Meredith!" L'urlo di mia madre isterica mi fece sospirare.

"Si?" Borbottai.

"Ti sembra questo il modo? Non hai neppure sistemato le uova nel frigo! Questo non è un albergo, signorina.."

Mi imposi di non ascoltare il seguito e rimanere distaccata nel mio mondo, come sempre.

A grandi passi raggiunsi la porta a vetri contornata da legno bianco che dava sul giardino sul retro; l'aria calda ed estiva di los angeles mi avvolse piacevolmente. Era caldo, ma non eccessivamente umido quindi non si sudava. Certo peró, non pioveva mai, o solo in rari casi ed era il primo anno da quando ero nata, che non c'era la neve a natale... Era deprimente quel caldo perenne.

Mi avvicinai all'albero di avocado, situato al centro del giardinetto e contornato da una base di legno di ciliegio, sulla quale ero solita sedermi; c'erano anche alcuni costosi divanetti di vimini, con sontuosi cuscini di piuma d'oca, ma io preferivo rimanere più a contatto con la natura, immergendomici completamente. L'unica cosa positiva del lavoro di mio padre era un reddito decisamente alto, che ci permetteva una vita agiata senza bisogno che mia madre lavorasse, se non per qualche occupazione part-time che prendeva per tenersi occupata.

Aprii il libro, ma non riuscii a diventarne parte perché mia madre irruppe anche nel mio mondo con la sua voce stridula e irritante.

"E poi cosa credi?! Che non sappia che i tuoi voti sono pessimi e che domani mi verrà un infarto quando leggeró la pagella?!" Sbiancai al ricordo dell'imminente pagella, ma non feci trasparire la mia preoccupazione.

Riabbassai lo sguardo sul libro e cercai di dedicarmici nonostante il vociare di mia madre, per quanto risultasse difficile. Optai per una risposta poco aggressiva, anzi decisamente pacifica, perché sapevo di doverle chiedere il permesso per la festa con Harry, e litigare con lei non era il miglior modo per ottenerlo.

"Mamma.. Dai per favore non essere arrabbiata con me..." Feci gli occhi dolci e sorrisi teneramente. Il suo viso si addolcì leggermente, ma le sue spalle rimasero rigide e le sue mani protese in aria, indicative di stress.

"Sei cambiata Meredith.. Così non va bene.." La sua voce dura, ma la sua espressione accondiscendente.

"No mamma sono sempre la stessa... Dai andiamo ti aiuto a cucinare.." Sapevo di essere cambiata, era stato un anno terribile per me, che mi aveva mutata profondamente.. Non so se in meglio o in peggio... ma ammetterlo avrebbe comportato una discussione troppo lunga e faticosa, così tagliai corto il discorso. Poi credo fosse stata proprio lei a cambiarmi, a rompermi dentro con una ferita che non ero in grado di rimarginare da sola.. Mi aveva distrutta portandomi via da casa, e non poteva pensare di ritrovare la stessa ragazza irlandese dell'anno precedente.

"Va bene andiamo.." con poca convinzione.

Abbandonai il libro con profondo disappunto: speravo mia madre fosse più comprensiva e realista e capisse che non avevo assolutamente nessuna voglia di aiutarla realmente.

Entrai in cucina e seguii le sue indicazioni sul da farsi.

"Allora per adesso potremmo fermarci.. Tanto mancano la frittata di zucchini da cuocere e il cioccolato da fondere, ma sono cose che vanno fatte all'ultimo.. Per cui puoi apparecchiare! Siamo io, te, papà -alzai gli occhi ma non dissi nulla- Clara e Jonh.."

"Oh beh mamma io in realtà avrei una cosa da chiederti.." Azzardai.

Mia madre mi guardò preoccupata e impaziente di sapere il seguito.

Deglutii e inspirai prima di dire tutto d'un fiato "stasera vorrei andare ad una festa"

Mia madre aggrottò le sopracciglia e attese qualche secondo, interminabile secondo, prima di darmi una risposta.

Finding HappinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora