3. Before our innocence was lost

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«E io cosa?» Poteva giurare di aver sentito un tono lievemente soddisfatto nella sua voce profonda, a dispetto del suo sguardo perfettamente serafico.

«Tu vai a reggere il moccolo?» Tanto ormai era fatta, almeno avrebbe soddisfatto la sua curiosità: era come se lo avesse già detto, quindi tanto valeva salvare le apparenze e non mostrarsi più di tanto destabilizzata dalla visione di lui che si tirava indietro il ciuffo di capelli, mentre ostentava una certa sicurezza, già sapendo dove sarebbero andati a parare con quel discorso.

«Assolutamente si, sono da solo. Ho chiuso con quel genere di cose.»
«Fai bene.» Estelle lanciò a se stessa una lunga serie di improperi, dandosi della stupida senza possibilità di redenzione, perché aveva ribattuto anche troppo velocemente.

Quella conversazione stava diventando talmente assurda da sembrarle surreale.
Harry la stava portando esattamente dove lui voleva e come spesso accadeva in passato lei si lasciava trascinare senza nemmeno lottare, in preda alla sua solita istintività.
Lei che non era affatto un carattere arrendevole, ma che spesso parlava con il miscuglio che sentiva nella pancia, a differenza di lui che soppesava e sceglieva le proprie parole con precisione quasi chirurgica.

«Problemi in paradiso?» non si preoccupò di chiedere, scivolando con una certa consapevole audacia in un discorso che forse non avrebbe dovuto intraprendere.
«Non c'è mai stato nessun paradiso, se è questo che vuoi sapere.» Rispose lei, secca, per tagliare subito l'argomento.
Però si accorse che pur troncando il discorso, si era sbilanciata parecchio in una confessione decisamente confidenziale.
Ma lui rispose subito con un'altra stoccata netta, senza il timore di sembrare fuori luogo, ironizzando fortemente sulla scelta del personaggio.
«Mi sembrava un tipo a posto, almeno dai giornali.»

Estelle scosse la testa.
Lo aveva detto con un certo disinteresse, ma sapeva che dietro quegli occhiali da sole, i suoi occhi stavano luccicando di curiosità.
Se sperava che lei si sarebbe andata a sbottonare proprio con lui, svelandogli cose strettamente personali, si sbagliava di grosso.

«L'ennesimo coglione.»
Una frecciata bella e buona che lo investì dritto in faccia: ad Harry scappó un sorrisetto beffardo di nervosismo, come qualcuno che era stato beccato con le mani in pasta.
Estelle era sempre piena di intensità pungente, esattamente come se la ricordava, tagliente come una lama acuminata. Decise di cambiare argomento, perché forse si stava inoltrando anche lui in territori decisamente poco confortevoli.

Anche perché sotto quella scorza dura di uomo che non doveva chiedere mai, il pensiero di godere di una così bassa considerazione proprio da parte sua, e sentirselo quasi detto in faccia gli faceva male come un dardo infuocato piantato nella carne viva.

In realtà, Estelle non aveva una bassa considerazione della sua persona: semplicemente, ancora non era riuscita a superare alcuni fantasmi del loro passato, che scavavano nella sua carne, brucianti di risentimento.
E il suo viso e la sua voce e i suoi occhi e tutta la sua persona graffiavano dentro come artigli acuminati, ogni volta che li incrociava per la sua strada.

«Con questo look da liceale è stata dura riconoscerti.» Ammise Harry, infine, insinuandosi nuovamente in un nuovo silenzio, che stavolta era fatto di spine. «Sei in vena nostalgica?»
Estelle ridacchiò pensando a quanta fantasia avesse a fare quel genere di pensieri, ma apprezzò comunque il suo tentativo di spostare l'argomento su qualcosa di più leggero, come il suo abbigliamento.
«Mi hanno smarrito la valigia, in aeroporto. Sono andata a riprenderla proprio stamattina.»
«Wow.» Esclamò Harry gettandole un'occhiata addosso, e poi alzando il sopracciglio. «Valigia smarrita, ruota bucata.. io che compaio dal nulla a salvarti. Una vacanza da dimenticare.»

Estelle non rispose perché in realtà Harry non aveva fatto altro che leggerle nel pensiero, ma cercò di nascondere un sorrisetto divertito che le era nato spontaneamente sul viso, e che lui notó con la coda dell'occhio.
Perché la faceva ridere, anche solo per le sue espressioni, e non avrebbe voluto mostrarglielo.
Solo Harry riusciva a strapparle un sorriso anche quando avrebbe desiderato solo scomparire dalla faccia della terra, era sempre stato così, nonostante in quel caso avrebbe voluto solo prendersela con quel destino beffardo che quel giorno si era divertito con loro due a tirare i fili come se fossero due burattini.

𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒚𝒐𝒖 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒎𝒆Место, где живут истории. Откройте их для себя