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«(T/N)

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«(T/N)...va tutto bene?» a farti distogliere lo sguardo dal bigliettino fu Solar che con aria preoccupata ti aveva richiamato.

«C'è qualcosa che non va?» insistette lei e a quel punto scuotesti la testa per rassicurarla.

Certo che c'era qualcosa che non andava,quel foglietto con quelle parole scritte sopra non andavano!

Ciò significava che quell'uomo sarebbe tornato al cafè bar una seconda volta e di sicuro durante il tuo turno!

Questo non andava!

Quell'uomo che dal primo giorno che è entrato al café bar non ha distolto lo sguardo sulla tua figura,quell'uomo che ,con i suoi occhi minacciosi, aveva segnato nella mente i tuoi, terrorizzati.

Questo era quello che non andava!

E la cosa che ti fa ancora più paura è che la monotonia della tua vita venga spezzata. Non eri pronta a cambiamenti così drastici ed avevi paura,paura di non riuscire a farcela da sola. Mille pensieri ti passavano per la testa ogni singola ora del giorno e della notte, facendoti andare sempre più in paranoia.

In quel momento avevi un mal di testa incredibile ma non volevi andartene a casa quando sapevi che il tuo titolare era pronto a sbatterti fuori dal locale se non avessi portato a termine il tuo lavoro.

Ti passasti una mano sul viso nervosa .«Sono un attimo in bagno» le dicesti rifugiandoti in quel piccolo luogo sudicio. Quando sollevasti la manopola del lavandino in ceramica bianca,ti sciacquasti il viso con acqua gelida per risvegliarti un po'.

Certo, non faceva andare via il mal di testa per quanto persistente fosse, però era sempre un buon modo per distogliere i tuoi pensieri ad altri.

L'acqua fredda faceva piccoli miracoli. Sollevasti il capo per guardarti allo specchio e ti trovasti qualcuno intento a fissarti.

«Hyunjin...? Che ci fai qui?» chiedesti mentre ti asciugavi il volto con un piccolo asciugamano che precedentemente si trovava al lato del lavandino. «Cosa fanno le persone in bagno , secondo te?» ti domandò diffidente e, sollevato il volto dall'asciugamano,notasti che aveva in volto un'espressione contrariata. 

«Oggi luna storta,eh?» «Che fine ha fatto quella busta?» sbottò tutto d'un tratto lasciandoti di stucco,pensavi non te lo chiedesse visto che erano passati diversi giorni da quando sei andata in quel quartiere e l'hai persa. O per meglio dire: gliel'avevi data a qualcuno.

«Gliel'ho dato al tuo amic-»«Cazzate!» ti si avvicinò pericolosamente prendendoti per le spalle e guardandoti dritto negli occhi. «Dove cazzo è la busta?». Ti mordesti il labbro inferiore non sapendo cosa rispondergli. «L'ho persa...» mormorasti con occhi bassi non volendo vedere la sua reazione. «Se l'avessi persa,il mio amico l'avrebbe ritrovata per strada!» fece un attimo di pausa prima di riprendere a parlare .«Chi l'ha preso,(T/N)?» finalmente i vostri occhi s'incontrarono.

«Un uomo in completo nero».

[...]

«Tre caffè latte al tavolo dieci!» Hwasa dava gli ordini da oltre il bancone dandovi una fretta assurda. Quella donna sembrava sempre pronta a fucilarvi se non finivate presto di dare i cibi ordinati ai clienti. Il bar cafè,infatti,era uno dei più conosciuti di Seoul,uno dei più consigliati in qualsiasi sito di riscontri. Era normale che ogni mattina e ogni pomeriggio ci fossero moltissimi clienti ma voi camerieri non eravate sufficienti per servire centinaia di clienti.

«Ecco a voi» dicesti a un gruppo di persone che avevano ordinato i tre caffè latte. «(T/N)! Un thè nero al tavolo cinque,veloce!» Hwasa ti richiamò un'altra volta. Sbuffasti sonoramente già stanca di quella mattinata iniziata in modo pesante e prendesti dal bancone il thè nero che dovevi dare al cliente che lo necessitava.

«Ecco a le-» proprio quando stavi per posare il thè sul tavolo del cliente,mettesti male il piede destro e il thè si riversò malamente sulla camicia bianca del cliente. «M-mi scusi...non volevo sporcarla-» alzasti lo sguardo verso il cliente e tutto d'un tratto sbiancasti.

«Non si preoccupi,signorina. Sono abituato a ben altro». Sgranasti gli occhi riconoscendo quella voce delicata. «Tu...». Quell'uomo di tanti giorni prima, quell'uomo corvino in abiti eleganti,colui che aveva sparato a due ragazzi quella sera,era proprio davanti a te. Aveva mantenuto la sua promessa,era ritornato.

Il corvino ti sorrise maliziosamente notando con piacere quanto fossi terrorizzata dalla sua presenza. «Diamine (T/N)! Ma che hai combinato?» Hwasa si avvicinò a te e al cliente notando il gran casino che avevi combinato. «Non si preoccupi, è colpa mia. Stavo prendendo il thè e per sbaglio mi è finito addosso» il corvino ti difese dando la colpa a sé stesso. Un attimo... perché ti stava difendendo?

«Oh,mi scusi signore,ora le porto un asciugamano così si pulisce» ti mordesti l'interno labbro non rivolgendo ai due nessuna occhiata. «Perchè?» gli chiedesti sottintendendo quello che aveva risposto alla tua collega. Il corvino capì al volo. «Sarebbe un vero peccato che una ragazza come te finisse per strada, dico bene Lee (T/N)?».

Eri ancora più confusa per quella mezza risposta. «Una giovane ragazza come te che abita da sola, con un passato turbolento alle spalle,che non si fida di nessuno se non di sé stessa. Dimmi,(T/N), perché non cerchi qualcuno con cui fidarti ciecamente?» Si alzò dal posto in cui prima era seduto, sovrastandoti in tutta la sua altezza.

«Perchè non scegli me, Jeon Jungkook?»


゚.*・。゚N.A☆゚.*・。゚

Ve l'aspettavate che Jk venisse a trovarvi? Beh, di sicuro si ma di sicuro non vi aspettavate cosa diceva.

In ogni caso,nonostante in questo capitolo non ci sia niente di tanto emozionante,mi sono divertita a scriverlo così come per gli altri.

Btw,il mio professore di fisica è pazzo,ha lasciato 58 problemi da fare ;;

Su su,me ne mancano ancora 28...ce la posso fare ㅜㅜ

Vi abbandono,byeee honey💜

-Adryy

Choose Me || Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora