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Ogni respiro che la bocca liberava, un decimo di secondo retrocedeva. A mano a mano, il panico si diffondeva a perdita d'occhio, il sangue nelle sue vene si fermò in quei singoli eterni istanti.

Un vicolo cieco gli si era presentato davanti, e tutte le via d'uscita erano sparite improvvisamente. La saliva in eccesso non voleva proprio saperne di andare giù. Jimin strinse talmente forte i pugni lungo le braccia, da non capire cosa gli stesse succedendo intorno. Era bloccato in un limbo, e non sapeva come uscirne. Il pubblico che fino a poco fa Hongjoong aveva intrattenuto, stava dando i primi segni d'inquietudine. Ma Jimin non aveva preoccupazione nel rassicurarli, anche se avesse potuto, ormai non sarebbe valso a niente. Fissò ancora l'aggeggio composto prevalentemente da fili di diverso spessore, mentre Yoongi fu il primo a notare il suo silenzio, assolutamente di cattivo auspicio. Per lui fu un cattivo segno, non solo perchè Jimin aveva sempre la soluzione a portata di mano, ma perchè c'era poco da fare. Qualcuno dei poliziotti presenti gridò "Via tutti", e la folla si disperse in un battibaleno. Nessuno si guardò indietro, nessuno avrebbe mai pensato che potesse succedere una cosa simile, con il governatore presente, oltretutto. Infatti, fu il primo ad essere scortato via, il generale invece, rimase per godersi lo spettacolo. Molti si chiesero come la polizia avrebbe gestito la cosa. Jimin invece, si chiese come un ordigno di quelle proporzioni fosse entrato senza avvistamenti. Si trattava di una semplice distrazione o qualcuno era stato più negligente del dovuto? Difficile dirlo.

La polizia mostrò le uscire di emergenza anche a Vanessa, ma lei non sarebbe andata via senza prima aver fatto le sue raccomandazioni. Agì senza badare alla propria razionalità, e Jimin - distratto da altri pensieri - non si accorse delle sue mani sulle sue spalle e del bacio leggero che seguì dopo.

«Jimin.»lo richiamò lei, sperando di farlo rinsavire. L'uomo che amava più di se stessa scrollò il capo, pronto a dirle che sarebbe andato tutto alla grande.

Mentire con la consapevolezza che, forse, non l'avrebbe rivista quella sera, non loro letto caldo, faceva sentire Jimin impotente. Forse anche Vanessa ne era al corrente, ma non poteva evitare di toccarlo un'ultima volta. Contrariamente a quanto avrebbe pensato il suo consorte, sarebbe rimasta sveglia tutta la notte. Non le importava di nient'altro. In ogni ogni caso, dormire sarebbe risultato impossibile.

«Piccola, devi andare adesso.»le disse Jimin ad un palmo di distanza, fissandola negli occhi più serio che mai.

Inizialmente, non lo volle ascoltare e gli strinse i lembi della camicia, non riuscendo a incastonare gli occhi nei suoi, che la cercavano. Fu come se un blocco di cemento le si fosse depositato in gola. La voce era bloccata a metà. Avrebbe voluto dirgli tante cose, ma soprattutto, che non voleva lasciarlo in quel modo. La consapevolezza che dovesse farlo le stava pesava troppo.

HOMICIDA ― taekookWhere stories live. Discover now