26.

148 17 0
                                    

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.












Il grande trambusto prodotto dalla macchina fu solo un'altra conferma del fatto che dovesse cambiare auto, o portarla almeno da qualcuno, per farla controllare. Uno dei suoi più grandi vizi era di non ascoltare mai i pareri altrui. Le regole non facevano per lui, fin da quando era solo un ragazzo. Seguiva sempre la testa, come se gli avesse sempre dato la soluzione giusta. Per lo meno, non era ancora morto. L'eco del motore non assopì il gran baccano proveniente dalla discoteca, ma servì allontanarsi di ben dieci metri per godersi la pace notturna. Lo sguardo del detective Jeon si spostò dalla strada allo specchietto centrale, dando una veloce occhiata alla ragazza seduta ai sedili posteriori. Con le spalle ricurve in avanti e il profilo basso, provò un piccolo senso di compassione. Forse lo stesso che aveva provato per Barbara, alla fine di quell'interrogatorio estenuante. Poi si ricordò che a differenza di Barbara, la ragazza dietro di sé non si era posta alcun tipo di rimprovero. Era stava avventata, per non dire stupida. A mente lucida, si era fiondata in una cosa più grande di lei, pericolosa oltre ogni limite. Aggrottò la fronte e ripensò a quel nome che lei stessa aveva pronunciato con così tanto disprezzo e timore.

Quando sembrava di essere un passo avanti, un tassello del complicato puzzle scompariva davanti ai suoi occhi. Jungkook si chiuse di nuovo tra i suoi pensieri, isolando il resto del mondo che fuori gli passava accanto. Così nero e anonimo. Con una notevole velocità, ignorò i rumori delle gomme contro l'asfalto. Pensò a quella specie di organizzazione, stimò un tempo possibile, chiedendosi dove potesse trovarsi la loro base, a meno che l'avessero. Tutto gli sembrava così confuso e distorto. La Death zone ricopriva un suolo grande quanto dieci campi di calcio e non c'era nessuna zona dove non potessero nascondersi.

Potevano essere ovunque. Poi Jungkook pensò ancora ad un'altra variabile, la più atroce di tutte. E se avessero legami anche al di fuori? Perché l'istinto gli aveva sempre consigliato di restare sempre all'erta. Chiuse la mente solo per poi "riaprirla" l'attimo dopo, ponendosi altre domande. Avrebbe smesso solo quando il cervello si sarebbe sciolto dalla troppa fatica. Namjoon schiacciò il piede contro i freni, arrestando il mezzo di botto, e se non fosse stata per la cintura, il più giovane avrebbe sicuramente sbattuto la fronte contro il parabrezza. A quel punto, capì che c'era un motivo per il quale aveva fermato l'auto. Della nebbia fitta intralciò di nuovo la strada, rendendo la visuale assolutamente nulla ai loro occhi. E Jungkook si chiese se fosse tipico, da quelle parti. Con l'atmosfera circostante e con silenzio a fare da sottofondo, era come se fossero finti in una città fantasma. Namjoon poi, abbassò il finestrino, fissando un'altalena vuota penzolare avanti e indietro, attaccata a delle catene in metallo pendenti al basso. Lo scricchiolio fu talmente suggestivo da provocargli la pelle d'oca.

HOMICIDA ― taekookWhere stories live. Discover now