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Sfogliò ancora quelle pagine, per niente interessata alla lezione. Benché l'insegnante stesse trattando proprio una delle sue materie preferite, Barbara non riusciva a concentrarsi. Fatto strano quanto curioso, dato fosse la migliore della classe. Perché gli altri possedevano qualcosa in più, l'input che secondo le loro povere menti, li avrebbe permessi di scalare la gerarchia e raggiungere i propri obiettivi: il denaro. Sua madre era fiera di lei, anche se evitava di farglielo sapere, altrimenti, si sarebbe montata un po' troppo la testa, trascurando i suoi doveri. E per tale motivo, la ragazza non l'aveva mai informata sulla sua relazione con Oliver, il ragazzo scomparso da ben due settimane.

Qualcuno la guardava con sospetto, nei corridoi, conoscendo fin dall'inizio quanto i due ragazzi fossero più di due semplici amici. La loro relazione rimanere un segreto. Fino a quando Jennifer, la stronza per eccellenza, vincitrice del premio come ragazza la quale aveva avuto più ragazzi che A+, non si era immischiata tra di loro "inconsciamente". Aveva affermato che non ci fossero problemi, tanto Oliver era soltanto una delle tante prede da adescare per allargare la sua cerchia di vittorie. E a quel punto, Barbara non aveva fatto altro che soccombere, sotto lo sguardo dei potenti. Perché in quella scuola, se non rispettavi la gerarchia potevi ritrovarti in guai molto seri.

Da quando Oliver era scomparso così, dal nulla, le cose erano nettamente cambiate. Ognuno di loro continuava con i propri doveri, facendo finta di nulla. Come se nessuno sapesse della sua esistenza. C'era chi non toccasse l'argomento per "rispetto dei suoi cari", ma erano tutte stronzate. Trent, la serpe per eccellenza, aveva architettato tutto.

Non si poteva negare il suo monopolio.

Tutte le ragazze, anche quelle meno sfacciate, avevano confessato di aver avuto una cotta per lui. Aveva il suo fascino, fame e tanti soldi. Ma questo non gli bastava per raggiungere i suoi scopi. Il fratello prima di lui aveva già procurato parecchi danni, ma ad ogni modo, il loro ceto sociale aveva sempre evitato che potessero incorrere in eventuali complicazioni. Quella storia, Barbara ne era certa, era destinata a ripetersi. Come il fratello aveva avuto accesso al controllo totale, Trent avrebbe seguito le sue orme. Ognuno di quei ricconi con la puzza sotto il naso ci contava, altrimenti potevano definirsi persi. Poi un disgraziato giorno, Oliver, aveva accettato la falsa belligeranza di un diavolo bel vestito, solo perché volesse dimostrare alla sua ragazza e a tutti, di poter essere all'altezza dei colossi, e perché no, anche a Trent.

Più volte Barbara aveva tentato di fargli cambiare idea, ma Oliver non ne voleva sapere niente; doveva solo sbrigare un piccolo affare per conto di quel bastardo. Doveva semplicemente dimostrare di avere le palle d'incontrare una vecchia conoscenza di Trent, e che per suo conto, gli dovesse una dose di droga.

Non una qualsiasi. Secondo le poche informazioni che Trent'anni aveva gentilmente concesso, si trattava di una nuova categoria, messa da poco sul mercato. Ma questo a Oliver non importava: si era fatto recapitare indirizzo e orario lo stesso giorno in cui avrebbe effettuato l'acquisto.

Subito dopo aver concluso il tutto, si sarebbe incontrato di nuovo con Trent e la sua cerchia per dividere il bottino, ma qualcosa era andato storto e Oliver non era più tornato a casa. Barbara avrebbe sfidato chiunque per ritrovarlo, era disposta ad andare alla polizia e a confessare.

Poco importava se sarebbe finita in manette. Non poteva restare con le mani in mano, ora che c'era anche un pazzo assassino in giro per la città; attraversò a passi veloci il campus che la divideva dalla prossima aula, dove si sarebbe svolta l'ultima lezione. Il suo poco interessamento però, non le impedì di avvertire la vibrazione del cellulare, posto nella tasca inferiore dei suoi jeans.

Arrestò il suo percorso, trovando riparo da occhi indiscreti. Poteva essere chiunque, e non poteva permettersi di fare ancora tardi, ma un cattivo presentimento la sconvolse.

Tanto stava già affondando, perché non accelerare il processo?

Recuperato il cellulare, diede un veloce sguardo al display, constatando che si trattasse di un numero sconosciuto. Accettò la chiamata, portando lo schermo freddo all'orecchio. Restò poi in silenzio, in modo da poter captare qualsiasi cosa le fosse familiare.

«Barbara?»

Segnale che le arrivò forte e chiaro.

«Oh mio Dio, Oliver. Sei vivo!»esalò un altro respiro, come se fino a quel momento si fosse trovava in apnea e solo adesso stesse respirando.

«Sì, sono vivo.»

«Dove sei finito?»

Oliver sembrava scosso. Sapeva che la ragazza non aveva fatto altro che pensare a lui. Era l'unica a cui ci tenesse davvero e non c'era stato attimo in cui Barbara non avesse pensato al peggio.

Dopo il casino che aveva accidentalmente provocato, scappare dalla scena del crimine era stata l'unica opzione valida.

«Non posso dirtelo.»tagliò corto, omettendo il particolare che andasse di fretta, e che non poteva assolutamente parlarle.

Barbara non riuscì più a trattenersi, ancora incredula per quella chiamata inaspettata.«Il pusher è stato ucciso.»gli disse, interrompendo bruscamente il loro piccolo momento.

«Lo so.»ammise infine, con voce sottile.

«Come fai a saperlo?»

«Perché l'ho visto con i miei stessi occhi.»

Alla ragazza mancò il fiato per un solo attimo, e istintivamente portò la mano al petto.

«Stai dicendo che hai visto V?»

«Credo di sì... Ma ora questo non ha importanza.»replicò indifferente il ragazzo.

Come poteva non avere importanza?

Questo si chiese Barbara, ancora sconvolta. Fu grata che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, perché altrimenti, le cose si sarebbe complicate ulteriormente.«E se ti stesse cercando per chiudere la faccenda?»azzardò lei, ora tormentata dai dubbi.

Oliver non poteva più permettersi di fare sbagli.«Non mi troverà mai.»e francamente non credeva affatto che lo stesse cercando, ma piuttosto che stesse cercando chi aveva mandato il pusher per lo scambio.

«Voglio solo che questa storia finisca»riprese lei, seriamente preoccupata.«mi manchi.»gli confessò, in un momento di debolezza.

«Mi manchi anche tu, piccola.»questo le disse, prima di prepararsi a un'altra giornata d'affrontare senza il suo appoggio.

Barbara stava per staccarsi un'unghia, a forza di morderla con i denti.«Hai con te quello che dovevi prendere?»

«Certo, sta tranquilla.»

«Sarò tranquilla solo quando ti saprò al sicuro.»

HOMICIDA ― taekookWhere stories live. Discover now