Capitolo 29

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Com'è possibile che, ogni volta che Thomas mi parla di una cosa seria, io rimanga scioccata da ogni singolo dettaglio? Ogni parola, ogni virgola, ogni accento, tutto posizionato nel modo più corretto e più strabiliante possibile.

- Sei stranamente silenziosa... - ed ecco che ritorno sul pianeta Terra.

- Ehm, stavo notando quanto queste foto sembrino spontanee e non programmate... -

- Credo tu abbia capito lo scopo... delle foto intendo... -

- Ehm... io invece credo di no - dico ammettendo la confusione che ho in testa

- Che senso ha fotografare qualcuno che sa di essere ripreso e che quindi si mette nella sua posa migliore, fa lo sguardo più accattivante, cerca di correggere i suoi "difetti"... insomma non ha senso -

- Wow... non pensavo fossi così... -

- Così come? -

- Profondo... - continuo ad osservare le foto, finché non trovo una vecchia foto, con la carta ormai ingiallita.

Guardo chi sono i protagonisti della foto: sono una coppia, piuttosto giovane, sono eleganti e dai vestiti sembra si siano appena sposati; lui sta tenendo in braccio lei, mentre la donna, aggrappandosi al collo dell'uomo, gli da un bacio sulla guancia.

- Chi sono? - chiedo istintivamente a Thomas

- Sono i miei genitori, si sono sposati abbastanza giovani, ma erano felici... gli ho sempre invidiati per questa cosa: si sono sposati quando avevano appena compiuto 22 anni ed erano felici... molto felici -

- Mi dispiace non volevo farti parlare dei tuoi genitori... -

- Tranquilla, parlare a volte fa bene... in piccole dosi - non mi stava guardando: era appoggiato al muro guardando il cielo dalla finestra 

- Ora però basta parlare di me, dimmi qualcosa di te - 

- Credo che non ce ne sia bisogno, conosci più cose della mia vita tu di me -

- Non è vero, io conosco solo la cornice, il quadro completo non l'ho ancora visto... -

- Cosa vorresti sapere, sentiamo... -

- Boh, stupiscimi... - 

Ad un certo punto una voce dal piano sottostante ci dice che il pranzo è pronto ed io sono stata salvata da un'altra puntata di imbarazzo generale.

- Jasmine che c'è da mangiare? -

- Pizza... - risponde lei

- Si perchè stavamo facendo la frittata ma l'ho fatta cadere... - ed ecco che interviene Charlotte

- Charlotte ti ho già detto che non è successo niente, poi a chi non piace la pizza?! - 

- Ma mi dispiace -

- Ehi bestiolina diabolica - Thomas interviene prendendo in braccio la sorellina - mi hai fatto un favore, oggi avevo voglia di pizza - e subito su quel viso angelico spunta un tenero sorrisone.

- Elizabeth per te ho preso una margherita, va bene? - dice, mentre Thomas è impegnato a tirare su il morale alla sorellina.

- Va benissimo, ma non dovevi scomodarti, sarei potuta andare tranquillamente a... casa a mangiare - 

- Non ci pensare nemmeno! Questo è un modo per ringraziarti - dice avvicinandosi sempre di più a me, per non farsi sentire dagli altri due - era da tanto tempo che non vedevo Thomas così felice - dice facendomi un occhiolino.

Non faccio in tempo a ribattere che sta già richiamando i suoi fratelli per mangiare.

Passa un oretta tra pizza, chiacchere e risate e devo ammettere che è stato molto bello.

- Inizierò a sparecchiare... - dice Jasmine

- Hai bisogno di una mano? - le chiedo

- No tranquilla, mi aiuterà Charlotte -

- No! Perchè sempre io? Non è giusto! -

- Aiutami o oggi non andiamo al parco! -

- Uffa, sei ingiusta! -

Osservo la scena, divertita e allo stesso tempo leggermente dispiaciuta. 

Mi giro verso Thomas e noto che mi sta guardando e immediatamente divento paonazza.

- Ehm, io tra poco dovre andare in palestra, ti devo riportare a casa di James? -

- Ehm, veramente dovrei andarci anch'io - e di nuovo il solito imbarazzante silenzio.

- Ti va di allenarti con me? -

- Ehm, si ma prima dovrei andare a prendere la roba e a cambiarmi... -

 - Quindi ti devo riportare a casa di James? -

- Ehm, sarebbe gentile - la situazione sta degenerando tanto quando le mie guance stanno diventando rosse.

Noto che Thomas si alza dalla sedia andando in cucina.

- Ok ho avvisato mia sorella, vado a prendere il borsone poi arrivo, te intanto esci - faccio ciò che mi dice senza fiatare.

Esco sedendomi sulle scale del porticato e continuo a chiedermi che cosa mi stia succedendo, perché non riesco a controllarmi.

- Andiamo? - ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi resi neanche conto che Thomas mi aveva raggiunto.

- Ehm si certo... -

- Dai sali in macchina -

- In macchina? -

- Si, c'è qualche problema? -

- No, niente... -

- Non ti biasimo se preferisci la moto, devo ammettere che il contatto fisico fa impazzire anche me, ma sarebbe un po' scomodo con due borsoni... - disse ornando il tutto col suo solito ghigno pervertito

- Sei un idiota Thomas! - dico leggermente infastidita

- Ammettilo che è la verità -

Non gli rispondo; alzo gli occhi al cielo e mi avvicino alla macchina.

- Comunque si può avere contatto fisico anche in macchina - mi volto verso di lui e noto che la sua espressione non è cambiata; quanto mi da fastidio!

Salgo in macchina e dopo qualche secondo mi raggiunge anche Thomas.

- Senti mi spiace, ok! Se è questo che vuoi sentire, stavo solo scherzando... anche se è vero, il contatto fisico è una cosa bella, e non solo nel senso... sessuale... può essere anche romantico... -

- Tu, Thomas Anderson, una persona romantica? -

- Ho molti lati nascosti Williams... -

- No! Basta con quel sorrisetto, mi da sui nervi! Sembri così sfacciato -

- Allora forse lo sono -

- Ti prego parti, prima che ti riempia di botte -

- Uh cattiva, mi piace... -

- Ti ho detto di partire! - 

Lui rise poi parti abbastanza improvvisamente, con direzione "casa Parker".


Eccoci qui con il ventinovesimo capitolo! 

Molto tranquillo, ma nel prossimo, chissà... magari succede qualcosa ;) 

Spero vi stia piacendo e non dimenticate di votare!


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