Mi sveglio con gli occhi gonfi e le guance umide, il mascara colato e lo sguardo spento.
Senza dar molto peso al mio bellissimo aspetto, scendo nel salotto e appena scendo dall'ultimo scalino, rischio di avere un infarto: Thomas Anderson e James Parker stanno dormendo nel mio soggiorno, sul mio divano e, a quanto pare, hanno pure ordinato due pizze.
- Fate come se foste a casa vostra! - pensavo di averlo detto mentalmente, ma mi rendo conto di non averlo fatto perché vedo James che inizia a muoversi e a sbiascicare qualcosa di incomprensibile. Sorrido per la scena, poi mi dirigo in cucina per prendere un buon caffè.
- Buongiorno -
Perfetto, secondo infarto nel giro di neanche un quarto d'ora, mi giro verso la voce e mi ritrovo entrambi i ragazzi seduti attorno al tavolo della cucina con uno sguardo ancora assonnato e stanco.
- Buongiorno... - non sono abituata a tutto questo "affetto" la mattina, fino a ieri era una fortuna se di mattina non rischiavo di essere uccisa
- Non per essere scortese, ma non è che qui avete qualcosa da mangiare per la colazione? -
La domanda che mi fece Thomas mi lasciò un po' spiazzata, non per il contesto, ma per il tono che ha usato, sembrava quasi un tono dolce.
- Elizabeth stai bene? -
Questa volta a parlare è James e, a questa domanda, rimango ancora più spiazzata, nessuno a parte Jennifer mi ha mai chiesto come stavo e, sentirselo dire da un altro, specialmente da James, è decisamente strano e imbarazzante.
- Elizabeth... -
- Oh scusate se mi sono incantata, di mattina sono spesso così... -
Faccio una breve pausa per capire se sono riuscita ad ingannarli, poi continuo a parlare.
- Comunque sto molto meglio grazie James e, per la gioia di Thomas, dovremmo avere delle merendine nella dispensa, ma solitamente non le mangio mai perché non faccio quasi mai colazione e se la faccio mangio a mala pena un frutto o solo un caffè -
Quando finisco di parlare mi giro verso i due con due pacchi di merendine in mano e la scena che vedo è a dir poco esilarante: i due hanno la bocca quasi completamente aperta, gli occhi sbarrati e una faccia sconvolta.
- Ragazzi state bene? -
-Piuttosto tu stai bene? - mi chiede James
- Perché non dovrei? - chiedo io abbastanza confusa
- Come cazzo fai a non fare colazione alla mattina, io appena mi alzo ho talmente tanta fame che devo farne due di colazioni! - urla Thomas
- Spesso non ho tempo... -
- Non ci crediamo manco morti! Ogni volta, quando arriviamo a scuola, tu sei già lì da almeno un quarto d'ora! -
- Come fate ad esserne certi? Mi spiate per caso? -
- E anche se fosse? Fatto sta che vogliamo la verità! -
- Su cosa? - la tensione nell'aria si inizia a sentire, ma, stranamente, vedo entrambi cercare di rilassarsi e James ricominciare a parlare con più calma.
- Elizabeth, perché non fai colazione alla mattina? -
Sono un po' titubante, non so se posso fidarmi di loro oppure no, poi mi dico che tanto ormai non ho più niente da perdere.
- Da quando Alex è morto, non ho più avuto qualcuno che mi difendesse da mia madre e dal suo compagno; liberarmi di lui, non è stato molto difficile, è uno scagnozzo della mafia quindi aveva una lista infinita di reati penali ed è bastato fare una soffiata alla polizia e, nel giro di una giornata, arrivarono cinque poliziotti e un agente dell'FBI; ma non ho mai avuto intenzione di far incarcerare mia madre, perciò il trucco era quello di evitarla: dopo scuola era abbastanza facile perché non era mai a casa, ma la mattina era più difficile evitarla, perciò ho dovuto rinunciare alla colazione per salvare almeno la mia giornata -
Ho detto tutto talmente tanto di fretta che, appena finii, non avevo più fiato; guardai gli altri due e vidi le loro espressioni serie e cupe.
- Beh, adesso non avrai più problemi quindi siediti e mangia! - il primo a rompere il ghiaccio è, come al solito, James che, mentre parla, mi tira per un braccio facendomi sedere in mezzo a loro due.
Sarà passato almeno un quarto d'ora e quei due stavano ancora mangiando, sembra che al posto dello stomaco abbiano un buco nero!
- Ok, adesso sto meglio! - dice Thomas accasciandosi sulla sedia, seguito poi dall'amico
- Ci credo! Vi siete fatti fuori quasi tutt'e due le scatole! -
- Scusa, te le ricompreremo... -
- Non so come i vostri genitori facciano a sfamarvi -
Un silenzio improvviso si cala tra di noi, mi giro per vedere cos'è successo e finisco per sbattere contro un "armadio"
- Che cazzo è questa? - dice, o meglio, urla mostrando la merendina che non avevo mangiato
- Che cos'è! - i suoi occhi ribollono di rabbia e le vene sul suo collo diventano improvvisamente più evidenti; fa quasi paura.
- Amico calmati! -
- Col cazzo! Ho fatto una promessa e la mantengo! -
I due si zittiscono immediatamente e tornano a guardarmi, poi succede qualcosa di inaspettato: James mi prende e mi mette sulla sua spalla come un sacco di patate e mi mette sul divano, prende la merendina dalle mani di Thomas e me la porge.
- Non faremo altro finché non l'avrai finita -
Li guardo piuttosto confusa da tutta questa situazione, poi penso che una merendina non mi farà poi così male.
La finisco boccone dopo boccone, sotto lo sguardo vigile dei due.
- Ce l'hai fatta a finirla?! - dice sarcastico Thomas
- Senti, non è colpa mia se non sono abituata a mangiare molto! -
- Bene, da adesso in poi preparati, perché ci saremo noi a tenerti d'occhio... - dice James cercando di essere un minimo minaccioso, ma fallendo miseramente e facendoci ridere tutti.
Mentre ridiamo li guardo entrambi: James è come un papà buono, un amico che usa fortunatamente un briciolo di intelligenza; invece Thomas sembra un ragazzo molto più cupo e cattivo, irragionevole e per di più molto predisposto ad arrabbiarsi facilmente, ma secondo me non è così, nessuno è cattivo... lo si cerca di essere per difendersi da qualcosa, il problema è capire cosa...
Oh shit, here we go again!
Questo è il capitolo 9.
Spero che vi sia piaciuto e non dimenticate di votare!
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Routine
Teen FictionElizabeth Williams è una ragazza tutt'altro semplice e genuina: ha diciotto anni, lunghi capelli mossi neri e due grandi occhi azzurro ghiaccio, occhi che, come diceva suo padre, morto quando lei aveva solo dieci anni, possono distruggere e costrui...