Capitolo 23

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Non so quanto tempo sia passato, so solo che nessuno ha il coraggio di parlare e che questo silenzio è estremamente imbarazzante. Non riesco a guardare nessuno negl'occhi, ma so per certo che tutti e tre mi stanno fissando; ora so come si sentono gli animali negli zoo, o i neonati nelle carrozzine: un imbarazzo pienamente comprensibile.

- Beh, come stai? - l'unica che ha il coraggio di proferire parola è Jennifer, solo dopo qualche secondo mi rendo conto che la domanda è riferita a me

- Oh, beh, penso di stare meglio, credo... -

- Ma siamo seri, cazzo? Sembriamo quattro imbecilli sotto anestesia! Logicamente non può stare bene, cazzo! Sembra possa svenire da un momento all'altro! - ed ecco che la voce aggressiva di Thomas rovina qualsiasi possibilità di iniziare una conversazione normale

- Sembra un fantasma! E se sono l'unico che ha il coraggio di dirlo allora non mi faccio scrupoli: è ANORESSICA! - non so perché, ma le parole di Thomas mi feriscono, e non poco; dentro di me ero pienamente consapevole che non era normale il comportamento che avevo, ma sentirmelo dire in faccia, non è semplice da digerire.

- Thomas... -

- James col cazzo che starò fermo, qui, a guardarla morire! Ho perso Alex, di certo non voglio perdere pure lei! Solo che finché non deciderà di fare LEI qualcosa, noi non possiamo far altro che guardarla! - detto ciò esce dalla casa e si allontana con la sua moto

- Elizabeth, non starlo ad ascoltare... è solo leggermente incazzato, ma gli passerà -

- Ha ragione, sto diventando uno scheletro, ma che possibilità avevo; sono rimasta sola: mia madre è stata arrestata e portata non so dove e le uniche persone sane della mia famiglia ormai mi hanno abbandonato da tempo! Cosa avrei potuto fare? -

- Qualsiasi cosa... - ha rispondermi è Jennifer; è piuttosto seria, questo vuol dire che è veramente, veramente incazzata

- Potevi fare qualsiasi cosa, ma hai preferito giocare con la morte. Elizabeth, io ti voglio un bene dell'anima, ma vederti ridotta in questo stato mi fa male; non farò come Thomas, ti aiuterò, ma devi promettermi una cosa... non mollare mai - le lacrime stanno bagnando il mio volto, cadendo poi sulle mie mani

- Lo prometto... -


*un mese dopo*

Ormai è passato un mese da quando mi sono "svegliata" e devo dire che le cose stanno andando, per una volta, nel verso giusto.

Jennifer mi sta sempre vicino e non mi lascia mai da sola, a stento riesco a dormire da sola, ma il fatto che si sia presa così tanta cura di me, mi fa commuovere.

James mi ha aiutato moltissimo: le poche volte che non c'era Jennifer, c'era lui e riesce sempre a trovare il modo di farmi sorridere.

Devo ammettere che come amici sono fantastici, ma sono eccessivamente mielosi come coppia.

Ho ricominciato a mangiare regolarmente e ho ricominciato gli allenamenti di boxe: James sostiene che uno sport come questo, se fatto in modo corretto, può aiutare a scaricare la rabbia e la tensione di ogni giornata e, inoltre, sostiene anche che aumentare la mia massa muscolare sarebbe piuttosto utile.

In questo mese, James, ha scoperto in quale carcere si trova mia madre e, ho deciso, che la prossima settimana andrò a trovarla; non in un giorno qualunque, bensì l'anniversario di morte di mio fratello; non so se è la scelta più saggia che ho preso nella mia vita, ma spero che andando lì quello specifico giorno, mia madre possa sentire non solo me, ma anche Alex; per farle capire che, nonostante tutti gli sbagli che ha fatto nella sua vita, le vogliamo bene.

Ah già, dimenticavo, ora so dove mi trovo: sono a casa di James. Lui vive da solo da ormai un anno; o meglio, lui vive lì, ma raramente è da solo: spesso Thomas dormiva da lui anche per più giorni, infatti ha una sua stanza, cioè quella dove mi sono svegliata e, appena ho scoperto che la felpa che stavo indossando quel giorno era sua, ho provato un vortice di sensazioni strane e, immediatamente, tutti i ricordi legati a lui si collegarono al forte profumo della felpa, e finalmente era tutto molto più chiaro.

L'unica cosa che sta andando male in questo periodo è, appunto, Thomas: solamente James sa dove si trovi in questo momento e, per qualche strano e contorto motivo, non vuole o non può dirmelo, e questa cosa non mi va giù: perché se n'è andato così tutto d'un tratto? Non gli ho fatto niente! E perché James non mi dice dove si trova e perché non vuole stare insieme a noi?


*una settimana dopo*

Oggi è il fatidico giorno, non ho chiuso occhio per tutta la notte a causa di tutte le domande che mi frullavano in testa: "Come sta?" "Sarà felice di vedermi?" "Come reagirà?". Ho passato tutta la notte a rigirarmi nel letto; perciò, appena è suonata la sveglia, sono corsa subito a farmi una doccia calda per allentare leggermente la tensione, mi sono vestita e ho fatto colazione, nonostante avessi lo stomaco chiuso per l'ansia.

Dopo 45 minuti di viaggio in macchina, arriviamo davanti al carcere penitenziario di Brisbane, entriamo e, appena mi ritrovo davanti alla stanza apposita per incontrare i carcerati, mi congelo.

- Liz, se non te la senti possiamo tornare un altro giorno - Jennifer cerca di tranquillizzarmi ma, appena intravedo mia madre dalla finestrella della porta, mi irrigidisco maggiormente.

- Elizabeth... stai bene? - questa volta a parlare è James; mi volto verso i miei amici e gli sorrido, in modo da tranquillizzarli. Guardo nuovamente mia madre e la studio più attentamente: sembra triste, umore comprensibile dato che si trova in un carcere e oggi è l'anniversario di morte di Alex, ma la vedo leggermente migliorata da come l'ho lasciata quel giorno; forse sapeva che sarei venuta quindi ha cercato di sistemarsi il più possibile. L'unica cosa che vorrei sapere è cosa sta provando lei in questo momento, a cosa sta pensando.

La sto ancora guardando quando, quasi involontariamente, decido di aprire la porta e entrare in quella stanza. Immediatamente gli occhi di mia madre si spostano verso la porta e appena mi vede, tenta di contenere lo stupore, ma non è mai stata brava a nascondere le sue emozioni. Mi avvicino al tavolo dove si trova e mi siedo davanti a lei.


Ed ecco il ventitreesimo capitolo!!! 

Scusate per la poca attività, ma siamo in periodo natalizio perciò tra impegni e uscite per comprare i regali, non ho avuto tempo per scrivere. 

Perciò eccomi ritornata con un piccolo, minuscolo colpo di scena. 

Però ci tenevo a dirvi che, essendo per me la scrittura una possibilità di sfogo, spesso e volentieri capita che usi un linguaggio leggermente volgare e che parli di argomenti piuttosto sensibili e delicati; detto questo volevo precisare che se ritenete alcune parti troppo "delicate", cioè che potrebbero facilmente ferire la sensibilità di qualcuno, non fatevi problemi a farmelo notare (ovviamente in modo civile). 

Spero che la storia vi stia piacendo e non dimenticate di votare! ;)


RoutineOnde histórias criam vida. Descubra agora