Capitolo 16

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- Stai bene? -

- Si -

- Sempre molto schietta -

- Cosa vuoi? -

- Sai stai giocando da almeno cinque minuti con quell'accendino e non ti sei neanche accesa una sigaretta, quindi pensavo che volessi parlare con qualcuno -

- Senti, non ho bisogno di una babysitter, sono abbastanza grande da riuscire a farcela da sola; quindi vedi di smetterla di fare il finto amico... perché non ne ho bisogno! Detto ciò, a meno che tu non debba fumare, vattene! - non rispose, prese una sigaretta dalla sua tasca, l'accese e fece un paio di tiri.

- Lo sai che hai una bella faccia tosta? - non so perché ma ci sono volte in cui non riesco a sopportare la sua arroganza.

- E tu lo sai che sei veramente testarda? -

- Parlato quello! -

- Io sono venuto qui perché volevo vedere se stavi effettivamente bene; cosa che, nonostante tu continui a negarlo, non è vera! - non rispondo

- La cosa che mi da fastidio di te è che, ogni volta che qualcuno vuole aiutarti, tu ti tiri sempre indietro pensando di potercela fare anche da sola, ma non è vero! Nessuno riesce a superare tutto senza un "aiuto esterno"! -

- Cosa pensi di saperne della mia vita, non mi hai mai parlato e pensi di sapere tutto di me, tu non sai niente di me tu non sei altro che... -

- Proprio non capisci cazzo, tuo fratello era il mio migliore amico e vederti in questo stato di certo non mi fa piacere -

Non rispondo, sono letteralmente scioccata.

Thomas pov's

OK, forse ho esagerato, il problema è che quando fa così mi fa impazzire e non capisco nemmeno io il perché; insomma, non ci siamo mai parlati, perché dovrebbe ascoltarmi...

- Senti mi dispiace, non volevo urlarti contro, solo che non riesco a fidarmi della gente, e questo mi porta a rigettare ogni tipo di aiuto... -

Aspettate un secondo, quella che sta parlando è veramente Elizabeth Williams? Non ci credo...

- Dopo quello che ti è successo è comprensibile... -

- Guarda che non sono una causa persa... il fatto di mia madre non è così tanto traumatico... -

- Io non stavo parlando di tua madre; Alex raccontava a me e a James di come un giorno ti avrebbe portato via da quella casa: per lui vederti con tutti quei lividi era una pugnalata al cuore ogni volta... ti voleva davvero bene - faccio un tiro, poi un altro; mi giro verso di lei e vedo una lacrima scendere lentamente.

- Fa bene piangere, ti liberi un po' da tutto il peso che ci portiamo dietro ogni giorno - non sono mai stato un bravo "consolatore", ma se devo dire delle cose le dico, senza pensarci su molto, ma lei non è una che si scompone tanto, a meno che non sia un caso particolare; perciò non fa nessuna piega, neanche una. Finisce la sigaretta e si gira verso di me.

- Sai, mi da sui nervi come tu sappia così tante cose di me, mentre io non so niente... - non le rispondo, d'altro canto, come biasimarla?

- Ma ti devo ringraziare... nonostante tutto! -

- Vedo che ti sei ripresa -

- Sì, ed è ritornata anche la fame, quindi... - dice tornando subito dentro e sparendo dietro la porta di legno del pub. Finisco la sigaretta velocemente e la raggiungo prima che possa arrivare al tavolo.

La prendo per un braccio e la faccio girare verso di me.

- Io ero molto legato a tuo fratello, e lui lo era a me; se so tutte queste cose è perché me le ha dette lui, ma se tu vuoi che io le dimentichi, allora consideralo già fatto -

RoutineWhere stories live. Discover now