Capitolo 27

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"voglio farti conoscere le mie sorelle" ero letteralmente scioccata appena lo disse; ancora di più appena mi diede il casco per la moto.

- A ma allora non stavi scherzando! - 

- Perché credi che io debba scherzare? -

- Non lo so... sembra abbastanza strana come cosa... -

- Lo so, ma Charlotte vuole conoscerti... -

- Cosa? Hai parlato di me alle tue sorelle? -

- Non a loro, e non sono stato io a parlarne, è stato James... quando me ne ero andato ogni giorno veniva a casa mia per convincermi a chiederti scusa, un giorno l'ha sentito e ha chiesto chi fossi e insiste ogni giorno per vederti... -

- Ah... -

- Ti metti questo casco oppure no? - nel suo tono di voce si sente un po' d'ironia, cosa più che sbalorditiva dato che non sapevo neanche sapesse cosa volesse dire "ironia".

Prendo il casco nero dalle sue mani facendogli una linguaccia, mi siedo dietro e quasi cado per la partenza improvvisa.

Dopo una decina di minuti arriviamo davanti a una casa piuttosto bella e immediatamente mi ricordo.

- Io qui ci sono già stata, il giorno dopo la festa... -

- Te l'avevo detto che era casa mia, cosa credevi? -

- Boh, pensavo avessi più case e che questa la usassi per tipo... fare delle feste... -

- Non organizzo feste, vengo solo invitato; l'unica festa dove, diciamo, il protagonista ero io è stata una festa a sorpresa che mi ha organizzato mia sorella per il diciottesimo, ma eravamo pochi: io, le mie sorelle, James e Alex... ho sempre preferito le feste intime al contrario di quello che probabilmente pensi -

- Io non lo penso, forse... -

Nel frattempo non ci rendiamo neanche conto di aver camminato fino all'uscio della porta. 

Ci stiamo guardando senza dire niente, quando la porta si apre spezzando il contatto visivo.

- Fratellone! - una vocina acuta e con un volume decisamente elevato, mi rompe i timpani mentre una delle bambine più carine che io abbia mai visto salta addosso a Thomas come se lei fosse un koala e lui un ramo a cui aggrapparsi.

- Ciao piccola peste diabolica! - dice stringendo forte sua sorella.

- Tu sei Elizabeth, vero? -

- Sì, e tu? -

- Io sono Charlotte e ho nove anni! - la sua fierezza nel dire che ha nove anni è molto divertente e altrettanto adorabile allo stesso tempo.

- Vieni ti faccio vedere i miei giochi! - dice prendendomi per un polso e, ovviamente, non posso fare altro che seguirla.

- Siediti qui e non muoverti, torno con i miei giochi! - dice facendomi cadere sul divano e correndo verso la sua cameretta

- Scusala, è alquanto estroversa e tende sempre a intortare qualcuno per giocare - mi giro e vedo Thomas che aveva visto tutta la scena: è appoggiato al muro, tenendo le braccia incrociate, lo sguardo fisso su di me e un abbozzo di sorriso. Si avvicina al divano e si siede di fianco a me appoggiando la sua schiena allo schienale e chiudendo gli occhi per godersi il momento. Io lo guardo e non so se parlare o no, non so se mettermi comoda o rimanere con la schiena dritta e rigida.

Cerco di aprire la bocca per dire qualcosa, ma la vocina di Charlotte e la sua corsa leggera interrompe i silenzio.

- Eccomi! - dice buttando per terra, davanti ai miei piedi, tantissime bambole.

- Questa si chiama Lucy ed è una ballerina, questa è Kate ed è una principessa, questa è Olivia ed è appassionata di sport pericolosissimi, questa invece si chiama Elizabeth ed è una parrucchiera... tu sei una parrucchiera? -

- Peste è in classe con me, non lavora -

- Magari occupa il tempo libero facendo la parrucchiera, che ne sai tu? -

- Wow vedo che qui abbiamo due caratterini... - una voce da dietro interrompe la conversazione e vedo quella che credo sia Jasmine, sua sorella più grande.

- Jasmine! - la voce acuta rimbomba nei miei timpani mentre, come una saetta, corre da sua sorella e le salta addosso

- Ei non sono stata via per molto tempo, ero in soffitta a sistemare! -

- Lo so! Quella è Elizabeth - dice indicandomi e, immediatamente, le mie guance diventano rosse e calde.

- Molto piacere; ora direi che tu, mostriciattolo, mi vieni ad aiutare a preparare il pranzo. Elizabeth se non rimani mi offendo - non ho tempo di rispondere che sono già in cucina.

Mi giro verso Thomas e noto che mi sta guardando; non so perché, ma arrossisco immediatamente.

- Sei carina quando arrossisci... -

- Cosa? -  l'imbarazzo in questo momento è alle stelle.

- Hai sentito bene, non lo ripeterò... - il fatto che non distolga il suo sguardo da me mi mette molto in imbarazzo

- Che c'è? Sei silenziosa... non è da te - 

- Adesso una persona non può stare zitta che subito le puntano il dito pensando di aver diritto di sapere i cazzi miei! - non so perché, ma improvvisamente il mio tono di voce cambiò drasticamente, sembravo quasi infastidita, ma da cosa? 

Mi voltai verso Thomas e vidi che era stupito almeno quanto me.

- Scusami, non volevo, veramente non so neanche perché ti ho risposto così, in verità sto anche molto bene nonostante sia l'anniversario della morte di Alex... -

- Ehi, non preoccuparti, volevo solo accertarmi che tu stessi bene - ed ecco di nuovo l'imbarazzo; ormai siamo diventati migliori amici.

- Ehm... grazie... -

- Com'è andata con tua madre? - aspetta un secondo, lui come fa a saperlo? 

- Me l'ha detto James... ma non mi ha detto che saresti stata al cimitero... ultimamente ci vado spesso -

- Ah... -

- Ti va di uscire fuori un attimo? -


Ed ecco la fine del ventisettesimo capitolo! 

Ed ecco che entrano sul ring le sorelle di Thomas! 

Spero che vi stia piacendo la storia. 

So che questo capitolo è molto tranquillo rispetto al solito, ma un po' di tranquillità serve sempre e comunque. 

Non dimenticatevi di votare!



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