Capitolo 1

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Elizabeth pov's 

Di nuovo la sveglia, il sole negli occhi che entra dalla finestra, io che mi siedo sul letto strofinandomi gli occhi ancora infastiditi dalla luce. Mi alzo, prendo i vestiti preparati la sera precedente, mi preparo, mi trucco, mi sistemo i capelli e, come di routine, prima di uscire dalla camera, mi fermo davanti all'enorme specchio e, come ogni mattina, dico: "Buongiorno un cazzo!" era solo la seconda settimana di scuola e già mi ero stancata. Non ce la facevo già più, ho bisogno dei miei spazi e di meno gente possibile attorno.

Vado in cucina per almeno mettere qualcosa di commestibile sotto i miei denti oltre alle sigarette e alle merendine; opto per un po' di frutta, non dico che io sia una di quelle completamente fissate con la dieta e con il fisico, semplicemente mi piace tenermi in forma anche se vado matta per dolciumi e schifezze varie quindi sono abbastanza controsenso. Sento qualcosa, o meglio, qualcuno che cammina con una delicatezza di un elefante ubriaco fino al midollo; alzo lo sguardo verso il rumore e vedo mia madre ubriaca fino al midollo ancora dalla sera precedente e con le lacrime che le rigano gli occhi.

- Perché, perché, perché... - dice tra un singhiozzo e l'altro

Continua a camminare senza degnarmi di uno sguardo, solo quando arriva in cucina e vede una sagoma sulla sedia accenna un lieve "chi sei" prima di focalizzare l'immagine davanti a lei e riconoscere sua figlia, ma poco le importa perchè appena mi vede si mette a piangere e si accascia a terra.

- No mamma! Cosa stai facendo prchè fai così? Cos'è successo stavolta? Mamma guardami! Ti prego - molto spesso è ubriaca e altrettanto spesso ha crisi di pianto ma solo due volte all'anno succedono cose del genere: all'anniversario della morte di mio padre e all'anniversario della cattura del suo ex compagno; la prima opzione per me è più favorevole poichè non se la prende tanto e dopo mezzo pacchetto di sigarette si calma, ma la seconda volta è meglio che lei non mi veda e oggi mi sono dimenticata che era quel giorno.

- Tu, brutta stronza! Mi hai tolto l'amore della mia vita! Bastarda! Sai solo pensare a te e a scopare! Una volta che ero felice! - continua a ripetermi insulti su insulti, ci sono abituata ormai, ma oggi ha esagerato: dopo un po' che mi insultava e io cercavo di ignorarla, mi tira un pugno dritto in un occhio e lì esplodo.

- Mi fai schifo, sei solo una puttana, al posto di chiamare la polizia sarei dovuta andarmene e lasciarti a morire - dico con una estrema calma ma con altrettanto odio e disprezzo e, subito dopo, prendo il mio zaino e mi incammino per scuola.

La testa bassa nel tentativo di nascondere le poche lacrime che escono dai miei occhi con fatica, il cappuccio, della felpa nera e lunga tirato su, nasconde i miei capelli tranne qualche ciocca, gli auricolari con musica a volume alto e i miei occhi azzurri che guardano i miei anfibi neri tristemente. Arrivo in anticipo e mi siedo su un muretto a fumare, ho iniziato a fumare abbastanza presto, a quindici anni, o forse sedici, fatto sta che non ho il coraggio e la volgia di smettere, forse solo perché ho paura di non esserne in grado, fatto sta che non ci riesco.

- Ehi ciao allegrona! - mi urla Jennifer nell'orecchio dopo avermi tolto un auricolare

- Cazzo Jennifer mi hai praticamente fatto esplodere un timpano! Porca puttana! -

- Minchia siamo nervosi oggi? - dice lei scherzosamente, poi volto il mio sguardo verso di lei e subito il suo sorriso e i suoi occhi diventano seri e non riesce a dire niente per un po'.

- Mio Dio Elizabeth! Chi cazzo ti ha fatto quello -

- Quello cosa? -

- Non fare la scema, il tuo occhio nero! -

- Jenny non è niente, tranquilla -

- Niente un cazzo, Elizabeth! - dice incazzata nera, poi riprende più calma: - Chi è stato? -

Lì non riesco a resistere e le lacrime che mi tenevo dentro escono senza fermarsi e lei mi stringe in un suo caldo abbraccio, i suoi capelli i suoi capelli rosa e il suo profumo mi avvolgono e mi fanno sentire protetta, dopo poco suona la campanella e io mi stacco ma lei non mi lascia del tutto.

- Chi è stato? - mi ripete con la sua voce dolce e gentile

- Non qui, andiamo nel retro, adesso non c'è nessuno - 


Rieccoci in una nuova storia!

Questo è il primo capitolo di "Routine", la storia di questa ragazza, Elizabeth, e di Thomas, due ragazzi così diversi, ma così simili, tanto da portarli lontano...

Questa foto rappresenta come io vedo Jennifer Miller, nonché unica e migliore amica di Elizabeth. Se non vi piace non mi offendo ; ) basta che usiate la vostra immaginazione.

 Se non vi piace non mi offendo ; ) basta che usiate la vostra immaginazione

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