Capitolo 28

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- Ti va di uscire un attimo? -

- Dove? -

- Fuori, in giardino... -

- A far cosa? -

- Poi sono io quello che pensa male! -

- Sei un idiota Anderson! - dico facendo la finta offesa

- Dai... stavo scherzando; andiamo fuori a fumare... -

- Ok, ma solo perché così fumo! Non perché me l'hai chiesto tu - dico alzandomi e dirigendomi verso non so dove.

- Ehm... dove... -

- Seguimi -

- Io non ti sto seguendo, io sto casualmente percorrendo la tua stessa strada e, sempre casualmente... -

- Taci un attimo per favore -

- Con questo cosa vorresti dire? -

- Che, per carità, adoro la tua voce, ma il tuo orgoglio è estremamente insopportabile -

- Parlato quello che da oggi in poi chiamerò Mr. Orgoglio -

Stavo camminando cercando di infastidire il più possibile Thomas, devo dire che è molto divertente, quando lui si gira verso di me improvvisamente e la mia faccia si scontra col suo petto; dopodiché sento le sue mani che afferrano i miei fianchi e, sollevandomi, mi carica sulle sue spalle come se fossi un sacco di patate.

- Thomas Anderson mettimi immediatamente giù! -

- No! Hai continuato a prendermi per il culo, se ti metto giù che cosa ci guadagno? Altre prese per il culo? No grazie... poi ho una bella visuale da qua - 

- Sei la persona più idiota e pervertita che io conosca! Mettimi immediatamente giù! Sennò oltre agli insulti ti riempio anche di botte! -

- Oddio che paura! -

- Ti ricordo che mi ha allenato mio fratello e che adesso ho ripreso ad andare in palestra. Sono piccola ma potente e... -

- Senti siamo arrivati; se ti metto giù fai la brava bimba? -

- Sei mi chiami bimba no -

- Ma sei piccolina, diabolica e carina: le caratteristiche perfette per fare la bambina... poi non mi dispiacerebbe chiamarti bambina... -

- Cosa? -

- Niente... prometti di smetterla se ti metto giù? -

- Va bene... - dico e, più delicatamente di quanto mi aspettassi, mi mette giù e finalmente i miei piedi toccano terra.

- Grazie -

- Grazie a te - dice con un sorrisetto malizioso; alzo gli occhi al cielo girandomi per dargli le spalle.

- Addirittura le spalle! Questo a fatto male! - forse non è stata un ottima idea girarmi di schiena perché, lui che mi sussurra nell'orecchio, diamo che mi fa venire un po' di brividi.

- Tieni! - non si sposta, rimane sempre dietro di me, ma vedo il suo braccio che mi circonda mostrandomi una sigaretta

- Grazie - non dico nient'altro, prendo la sigaretta e l'accendo, facendo un lungo tiro.

- Pace fatta? - sento la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla, mi giro verso di lui e noto che sta facendo gli occhioni dolci e il labbruccio.

 - Va bene... -

- Sì! - mi giro e lo vedo esultare e, istintivamente, sorrido

- Che fai mi prendi in giro? -

- No... è che vederti esultare così è divertente -

- Contento di farti divertire - dice facendo un grandissimo e fintissimo inchino.

Decido di non rispondere a parole; abbozzo solo un piccolo sorriso e continuo a fumare la mia sigaretta appoggiandomi con la schiena ad un albero che avevo appena notato.

- Ehi hai un accendino? Il mio è vuoto... - la sua voce interrompe i miei pensieri.

Mi giro verso di lui e, un'altra volta, incrociamo lo sguardo, non so per quanto tempo, ma è sempre una fatica bestiale staccarmi da quello sguardo ipnotico.

- Ehm, si certo... - dico rispondendo alla sua domanda e mettendo una mano in tasca. 

Tiro fuori l'accendino e glielo do; lo osservo attentamente, non mi perdo neanche una sua mossa: lui che prende al volo l'accendino che gli ho lanciato, la fiammella che esce, la cartina e il tabacco che bruciano... 

- Era di Alex, vero? -

- Cosa? -

- Era di Alex, l'accendino... la prima volta che l'ho visto mi sembrava familiare, ma l'ho capito solo ora... -

- E come hai fatto a ricordartene, è un accendino... -

- Foto... -

- Cosa? -

- Hai sentito bene... -

- Cosa centrano le foto adesso -

- Senti entra sennò non capisci... - sto iniziando ad arrabbiarmi ma, prima di iniziare a litigare, faccio come mi dice, anche se di malavoglia. 

- Di qua - dice indicandomi una rampa di scale.

Finite le scale, un lungo corridoio con cinque o sei porte; Thomas entra in una di queste e io lo seguo chiudendo la porta dietro di me.

- Allora? Cosa centrano le foto? -

- Tuo fratello mi aveva detto che a volte eri noiosa, ma non mi immaginavo così tanto -

- Ah sì? Beh se la metti così allora scordati la pace, Anderson! - dico marcando il suo cognome; so che preferisce quando lo chiamo per nome, ma perché dovrei? D'altronde lui mi sta prendendo in giro

- Ecco... tieni, così magari rompi un po' meno, Williams! - dice porgendomi una scatola bianca

- Touché! - dico prendendola e togliendo il coperchio.

Appena tolgo il coperchio noto subito che sono foto, tantissime foto.

- Oltre alla passione per il fumo, le belle ragazze e la boxe, mi piace la fotografia -

Non gli rispondo, prendo tutte le foto in mano, appoggio la scatolina sulla scrivania e mi siedo sul letto.

La prima è una foto molto tenera: sono James e Alex che dormono abbracciati; la seconda è un tramonto; la terza sono le sue sorelle che giocano insieme... 

Continuo così per circa altre venti foto finché non lo vedo: nella foto che sto tenendo tra le mani è ritratto il profilo di mio fratello in bianco e nero, mentre si accende una sigaretta; indossa degli occhiali da sole, il ciuffo scuro è come ogni volta confusionario, le labbra stanno stringendo la sigaretta e solo adesso me ne accorgo: l'accendino che ha in mano è lo stesso che ho io. Quell'accendino nella foto è quello che Alex mi ha regalato qualche anno fa.

- C'è un motivo per cui sono appassionato di fotografia... ti aiuta a ricordare i momenti belli e quelli brutti, ti aiuta a ricordare le persone che, anche per poco, hanno fatto parte della tua vita, ma soprattutto ti aiuta a non dimenticare... -


Ecco qui il ventottesimo capitolo! 

So che è un pochino noioso, ma i piccoli dettagli servono per poi arrivare a qualcosa di molto più grande ;) Perciò fate ben attenzione a tutti i dettagli! 

Spero che la storia vi stia piacendo! 

Come al solito non dimenticatevi di votare!


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