Capitolo 7

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- Lasciami! - dico senza girarmi, senza tener conto che potrebbe essere chiunque; l'unica  mia preoccupazione adesso era di non far vedere le mie lacrime perché, quando vedi qualcuno piangere, inizi con una domanda e poi con un'altra fino all'infinito.

- Ti ho detto di lasciarmi! - continuo a dimenarmi ma sembra non riesca a fare niente

Sto per parlare nuovamente, ma mi sento strattonata, mi giro di scatto e lo vedo; Thomas Anderson è davanti a me, che non molla la presa dal mio polso; subito abbasso lo sguardo e nessuno dei due ha intenzione di parlare, o meglio, io non ho intenzione di parlare.

- Guarda che le ho viste le lacrime, è inutile che ti nascondi - riesco a sentire del sarcasmo e dell'arroganza nel suo tono, cosa che mi fa imbestialire ancora di più

- Non sto piangendo! - alzo la testa per urlargli contro e non mi rendo conto della gran cazzata che ho fatto: vedo i suoi occhi rabbuiarsi, la sua espressione diventare più seria e il suo ghigno svanire. Senza mollare il mio polso, mi trascina all'interno del parco davanti a un laghetto nascosto dagli alberi: questo è un posto dove non viene praticamente nessuno, è per questo che vengo sempre qui quando non voglio farmi trovare e quando voglio rimanere in santa pace.

- Perché stai piangendo! - più che una domanda era quasi un obbligo, il suo tono serio e quasi arrabbiato devo dire che incuteva un po' di timore.

- Ti ho chiesto perché! - mi urla praticamente in faccia, ma io dico: sai almeno come si tratta una persona che sta male?

- Anderson credo che tu debba farti un po' di affaracci tuoi! - 

- È un problema chiedere a una persona come sta? - 

- Per me sì! Soprattutto se me lo chiedi in questo modo! -

- E come avrei dovuto chiedertelo sentiamo! -

- Magari non urlandomi contro! Di solito se una persona piange non vuol dire che sta bene e urlarle contro di certo non aiuta! - adesso quella ad urlare sono io, ho i nervi a fior di pelle e mi sono rotta del suo comportamento: non ci siamo mai parlati, né guardati e ora pretende che mi fidi di lui tanto da raccontargli perché sto male? A mala pena mi fido di Jennifer che è la mia migliore amica!

- Scusa ok - inutile dire che continua ad insistere, tuttavia mi ha fatto piacere il fatto che si sia calmato

- Tanto non ti dirò perché stavo piangendo! So a mala pena il tuo nome e tu pretendi che mi fidi di te, non mi fido di mia madre figuriamoci di uno come te che... -

- Come scusa? Perché non ti fidi di tua madre? -

- Non ho detto questo! -

- Sì invece! -

- E allora? Ti devo ripetere quello che ti ho appena detto? -

- Senti hai ragione, non hai alcuna ragione di fidarti di uno come me... ma potrei aiutarti, più di quanto tu immagini - 

Proprio non lo capisco questo ragazzo. È uno stronzo e un puttaniere, non mi aspettavo fosse così...  umano. Ma è così evidente che lo fa solo per un secondo fine.

- Senti Anderson, tornatene dalla tua fidanzata e lasciami in pace perché io non mi farò abbindolare da te! Chiaro? -

Detto ciò me ne vado e decido di ritornare a casa, non potevo chiedere a Jennifer di restare ancora da lei e poi, prima o poi, avrei dovuto affrontare mia madre.

Sto camminando da più di dieci minuti e, ogni volta che mi avvicino a casa mia, trovo una scusa per non entrare.

Sto per passare davanti a casa mi per la decima volta e, appena imboccata la mia via, vedo una macchina della polizia parcheggiata davanti al vialetto di casa mia e due sbirri alla porta. Istintivamente corro verso di loro.

- Scusate, cosa state facendo? -

- Salve signorina, immagino lei sia Elizabeth Williams - a parlare è una donna, sulla quarantina con una carnagione piuttosto chiara, le lentiggini e i capelli rosso fuoco.

- Si sono io, c'è qualche problema agenti? -

- Purtroppo abbiamo ricevuto una soffiata da una fonte anonima che sosteneva di aver visto sua madre con della droga - appena l'altro poliziotto finisce di parlare rimango scioccata, non me lo sarei mai aspettato, non che mia madre facesse uso di sostanze; mi ero immaginata rapina o guida in stato di ebrezza, ma non uso di sostanze stupefacenti.

- Ne siete proprio sicuri? - cerco di nascondere l'ansia e la paura che sto provando in questo momento. Ho troppi pensieri che mi ronzano nella testa: è la verità quella che mi dicono? Se mettono dentro mia madre dove andrò a vivere? N Non ho un lavoro stabile e l'unica cosa simile a un impiego che io abbia mai fatto nella mia vita è aiutare i bambini a fare i compiti o fargli da babysitter.

- Non al 100%, siamo qui appunto per verificare -

Certo che quell'uomo non ha un briciolo di sensibilità: mi avete appena detto che forse state per arrestare mia madre e non cerchi neanche di darmi un po' di speranza o per lo meno di usare un tono più gentile.

- Scusami per la freddezza del mio collega... però vorrei chiederti se ci potresti aprire la porta di casa -

- Certamente -

Prendo le chiavi dalla mia borsa e apro lentamente la porta.

- Mamma? -

- Signora Williams? -

- Sa dove potrebbe essere sua madre? -

- Non ne ho idea, posso controllare di sopra ma solitamente non sale mai le scale... -

- Se posso chiedere, perché? -

- Emm, non lo so... una persona può avere paura delle scale... credo... -

- Elizabeth, abbiamo veramente bisogno di sapere dov'è tua madre perché se sta commettendo davvero questo reato, è davvero in pericolo -

- Perché dovrebbe essere così tanto in pericolo per della droga? -

- Perché pensiamo che sia entrata in un giro talmente tanto cattivo che non avrebbero problemi a farla fuori -

- Clare... -

- Non mi interessa se queste cose non potremmo dirle, ma se questa è l'unica possibilità per trovarli e per aiutarli dobbiamo fare uno strappo alla regola! -

- Chi dovreste trovare scusa? Stavate parlando di mia madre o di qualcun altro? Non sono stupida, capisco quando una persona mente oppure no! Quindi perché dovrei fidarmi di voi? -

- Senti ragazzina lo capisci che tua madre potrebbe morire da un momento all'altro? -

- Voi pensate davvero che mi interessi dopo tutti gli insulti e le botte che mi prendo per averla salvata? -

- Stai accusando tua madre di violenza domestica, sia fisica che psicologica, ne sei cosciente? -

- Pienamente agente... Smith! -

- Ci potrebbe raccontare di più? -

Inizialmente ero titubante: dire la verità avrebbe significato l'arresto di mia madre che aveva sia lati positivi che lati negativi. Da una parte c'era finalmente la possibilità di vivere una vita normale, dall'altra l'obbligo di dover andare in una famiglia che non conosco e che non mi conosce. Ma ormai avevo già detto cosa dovevo patire ogni giorno, quindi svuotai il sacco.

- Elizabeth Williams, sua madre verrà arrestata con le accuse di violenza domestica fisica e psicologica e possesso e uso di sostanze stupefacenti. Ne è al consapevole e comprende ciò che le è appena stato detto? Quando e se riusciremo ad arrestarla sua madre dovrà sottoporsi a due diverse sentenze: una dove verrà accusata per uso di sostanze stupefacenti, l'altra dove verrà accusata di violenza domestica, psicologica e fisica, nei confronti della figlia, cioè lei -

- ...Sì -


Ed ecco qua il settimo capitolo!

Ebbene si, colpo di scena! 

L'arresto della signora Williams comporterà molti cambiamenti nella vita di Elizabeth, a partire dalla famiglia.

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