Capitolo 34: Lunga vita al re. (Parte 1)

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Dopo aver rinchiuso Annabeth in una delle stanze, andarono più a fondo nell'antico palazzo in rovina, fino a che Jason non si fermò davanti a una porta di legno in fondo al corridoio.

"Lo rilascerò qui dentro e avrò il pieno controllo su di lui, perché avrò in mano io il vaso." Disse Jason aprendo la porta.

Entrarono in una piccola stanza rotonda con una sola finestra, una sedia e un tavolo al centro.

"Pronti?" Chiese Jason guardando tutti loro uno ad uno.

Annuirono in risposta. Jason tirò fuori la scatola dalla tasca della giacca e la mise nel palmo, puntandola verso la sedia Fece un respiro profondo e tolse il coperchio.

Del fumo nero eruppe dalla scatola, riempiendo lo spazio intorno a loro. La stanza iniziò a tremare violentemente e persero tutti l'equilibrio. Jason tenne stretto il vaso tra le mani, non osando lasciarla andare. Il fumo si raggruppò davanti a lui, prendendo la forma di un uomo. Poi, nel giro di pochi secondi, Percy apparve davanti a loro. Indossava ancora la sua armatura nera, con Vortice al suo fianco. La stanza smise di tremare quando si sedette sulla sedia e mise le gambe sul tavolo.

"Era ora." Disse con un sorriso malizioso sul viso. "È stretto lì dentro."

Jason roteò gli occhi e si avvicinò a lui.

"Te lo dirò una volta sola, Percy, sono io che ho in mano lo scrigno, il che significa che ti posso controllare. Stiamo cercando di aiutarti, disobbedendo agli dei."

"Credo che lo dovrai ripetere, Jason. Di solito smetto di ascoltare quando tu inizi a parlare. Sei noioso, rallegrati un po'." Disse Percy con un sorriso sul volto. "Uno di voi manca, dov'è la mia cara Annabeth?"

Piper fece un passo avanti, le braccia incrociate davanti a sé. "Non sono affari tuoi. È occupata."

"Impegnata a essere rinchiusa da qualche parte, immagino?" Chiese il re dell'oscurità. Le espressioni sorprese sui loro volti gli dissero tutto. "Cosa? Non sono un idiota." Disse semplicemente.

"Perché tradirla allora? Perché dirmi che ti aveva detto del vaso?" Chiese Jason.

Percy alzò le spalle, ovviamente annoiato, come se Annabeth fosse stata un altro giocattolo nella sua partita e il suo uso fosse finito. "Non mi era più utile, dovevo assicurarmi che venisse messa al suo posto."

"Percy, ascolta quello che stai dicendo. L'oscurità ti sta facendo tutto questo. Tu ami Annabeth e lo sai." Contestò Hazel.

Lui scoppiò a ridere, una vera risata. "È questo che avete intenzione di farmi? Tirarmi fuori dall'oscurità? Non sapevo foste tutti disperati."

"Se non cooperi, ti finirò in questo moment. Qui." Avvertì Jason.

Percy allargò le braccia, un gesto di invito a provarci per Jason. "Fatti sotto, ragazzo fulmine, sii l'eroe che vuoi così disperatamente essere."

Jason scosse la testa incredulo. "Avrei dovuto finirti su quel campo di battaglia."

"Ha! Ma sappiamo entrambi perché non lo hai fatto." Disse Percy togliendo le gambe dal tavolo e avvicinandosi. "È perché non puoi. Tutti sanno che non sei al mio livello, che è il perché avete accettato il piano di Frank."

"Di cosa stai parlando?" Chiese Jason, ma i suoi occhi lo tradivano, la paura era evidente in loro.

"Hai lasciato l'isola perché sapevi che non ho alcuna possibilità di essere salvato, sai che non posso essere salvato da chi sono veramente. Sono il semidio che rappresenta l'oscurità, Jason! Ma sapevi di non potermi finire in battaglia, quindi hai scelto la via di fuga sicura, rinchiudendomi in una scatola."

Ricercato [Traduzione di Wanted (Percy Jackson Fanfiction)]Where stories live. Discover now