Capitolo 22: L'alba della guerra.

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Le acque di oscurità si infrangevano sulle spiagge macchiate di sangue secco. Le onde erano violente e spietate con qualunque essere osasse sfidarle. Il loro potere veniva da una forza indistruttibile, non potevano essere domate. Anche il cielo sembra proteggere l'isola con forti tuoni e lampi mortali. Il suono stentoreo dei tuoni echeggiava nel profondo della giungla, che era diventato un mondo a parte dentro alle nuvole sovrastanti. Le ombre si nascondevano tra gli alberi, incubi di ogni tipo. Chiunque avesse osato avventurarsi al suo interno sarebbe diventato paranoico per l'orrore che sarebbe stato rilasciato su di loro. Ma quelli che sopravvivevano, quelli che dimostravano di essere degni di sopportare una tale tormento, sarebbero stati ricompensati, avrebbero trovato una casa.

Attraverso uno stretto sentiero tra i grandi alberi, un enorme campo li avrebbe accolti un campo. Un campo a cui appartengono le persone che sopravvivono alla giungla, un posto dove spargere sangue innocente rende un eroe acclamato. In fondo al campo, su una collina, si trovava un forte costruito con pilastri di pietra nera e foglie di vite morte avvolte intorno a essi. Delle statue di mostri decoravano le sue torri e chiunque si fosse trovato nei paraggi avrebbe saputo di non dover attraversare i cancelli neri pieni di spuntoni.

In piedi su uno dei balconi del castello nero c'era il re. I suoi occhi seguivano i movimenti delle sue Alte Guardie mentre si allenavano nel giardino del castello. Un corvo nero sorvolava le guardie dall'alto, i suoi occhi rossi fissi su due semidei in particolare. Il corvo cambiò direzione e atterrò vicino al re. Lentamente, iniziò a espandersi e alzarsi, le ali si plasmarono in mani e i piccoli occhi rossi divennero verdemare. Derek si inchinò.

"Ho ascoltato attentamente Piper e Nico, non si sono detti niente. Inoltre, sono posizionati lontani l'uno dall'altra." Spiegò.

Il re lasciò uscire una bassa risata. Fece rabbrividire nonostante l'aria umida. "Ovviamente. Non si parleranno o si avvicineranno neanche. Sanno che li sto guardando da qui."

Derek sbirciò in basso. Lui e il re erano sul punto più alto del castello, ma c'era un sottile strato di nebbia, non potevano sapere che li stava guardando.

"Signore, è impossibile. Da laggiù sarebbe difficile vedervi."

Il re roteò gli occhi.

"Atlanta sa che sto guardando e continua ad alzare lo sguardo. Piper l'ha notato e ha seguito la direzione in cui stava guardando Atlanta. Lo sa." Concluse il re.

"Questo significa che li devo seguire quando sanno che non stai guardando?" Chiese Derek.

Il sospirò e annuì.

"Ci è voluto un po' per il tuo piccolo cervello, vero?" Derek non osò rispondergli. "Fai bene il tuo lavoro, Derek," Si girò e lo fissò. "E forse ti tratterò bene." Disse Percy.

"Vai a dare un'occhiata a come si stanno allenando tutti e poi torna a farmi rapporto, ma prima dì ad Atlanta di fermare l'allenamento, ho visto abbastanza."

Derek annuì e si ritirò nel castello. Gli occhi del re atterrarono su Annabeth, studiò i suoi movimenti e le posizioni che prendeva mentre combatteva con Dominic. Indovinò ogni mossa che avrebbe fatto, l'aveva conosciuta abbastanza a lungo da indovinare giusto. Una scintilla di cattiveria iniziò a formarsi nella sua mente mentre si girava ed entrava nel suo ufficio.

~~~

Atlanta alzò la mano per avere silenzio immediatamente dopo che Derek glielo aveva detto. Le Alte Guardie si fermarono e riunirono intorno a lei.

"È per tutto per oggi. Ritornate nelle vostre camere, il re ci chiamerà quando è ora della riunione."

Tutti tornarono nel castello, separandosi per prendere strade diverse. Piper e Nico rimasero in fondo al gruppo e quando tutti gli altri furono andati via, poterono finalmente parlare.

Ricercato [Traduzione di Wanted (Percy Jackson Fanfiction)]Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα