Capitolo 3: La mappa dei criminali

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Jason:

Diedi un'occhiata oltre la spalla di Annabeth, per vedere la mappa tra le sue mani. Sembrava vecchia; la carta, una volta bianca, ma ormai diventata gialla, rappresentava tutto il mondo. Vi erano dei piccoli punti rossi in alcuni stati.

"I punti rossi rappresentano un criminale?" Chiese Annabeth.

"Sì." Annuì Zeus. "Ma l'isola che stiamo cercando è nell'oceano Atlantico, proprio lì nel mezzo; ovviamente non esiste sulle mappe dei mortali, ma questa antica mappa greca la segna."

Piper rabbrividì. "Questi sono un sacco di punti rossi. Quando partiamo?"

"Domani mattina." Rispose Zeus. "A quel punto sarete completamente immortali."

Leo iniziò a saltare su e giù. "Avremo più poteri quando saremo immortali?"

"Ovviamente no!" Ringhiò Ares. Guardò l'espressione degli altri dei dell'Olimpo. "Vero?"

"No." Disse Atena. "Ma saranno più potenti, ne avranno bisogno."

"Va bene." Disse Annabeth. "Dobbiamo tornare al campo, troveremo un modo per raggiungere l'isola." Ci girammo per andare via, ma Poseidone ci fermò.

"Starete nel mio palazzo questa notte e al mattino vi darò una delle mie navi."

"Poseidone," Iniziò Leo. "Vorremmo ricordarle che noi non possiamo respirare sott'acqua!"

"Sarete immortali, giusto?" Disse Poseidone. "Riuscirete a respirare."

"Quando diventeremo immortali?"

"In questo momento, Leo." Disse Zeus. "Mettetevi in fila uno vicino all'altro."

Ci lanciammo tutti delle occhiate nervose. Una volta che fummo in piedi, Zeus schioccò le dita e il mondo intorno a noi sbiadì.

~~~

I miei occhi si aprirono, trovando un pesce pagliaccio che mi fissava. Urali e saltai fuori dal letto, ma invece che finire sul pavimento, galleggiai. Mi ci volle un minuto per prendermi conto di essere sott'acqua. "Ma che-"

Poseidone entrò nella stanza, Annabeth e gli altri dietro di lui. "Che- Che- Che sta succedendo?"

Piper si sedette sul bordo del mio letto vicino a me e mi diede un bacio sulla guancia. "Siamo immortali ora. Possiamo respirare sott'acqua."

"Mi sento normale." Dissi.

"Ovviamente. Come ti aspettavi di sentire? Come Superman?" Scherzò Poseidone.

I suoi occhi però non mostravano alcuna risata o felicità. Sapevo perché. Il suo unico figlio, il suo orgoglio e la sua felicità, l'eroe dell'Olimpo, era ora diventato suo nemico. Non sapevo come si sentisse, ma potevo vedere che era una sensazione orribile perdere qualcuno a cui vuoi bene.

E peggio ancora stava Annabeth. Non aveva più di Percy dopo l'incidente, ma si vedeva che era a pezzi dentro.

E io come mi sentivo a riguardo? Non lo so. Una parte di me credeva in Percy, l'altra no; la mia mente e il mio cuore si combattevano a vicenda. Dicono sempre di ascoltare il tuo cuore, ma in quel momento io non sapevo che cosa il mio cuore pensasse. Non volevo fare del male a Percy, non che potessi. Era potente, in senso positivo. Ora non ne ero più così sicuro.

"Quante ore ho dormito?" Dissi spezzando il profondo pensare di tutti.

"Tre ore." Disse Annabeth.

"C'è un modo di sapere come sta Percy ore?" Chiese Piper.

Poseidone scosse la testa, non in segno di negazione, ma di dolore. "Percy?"

"Sì." Dissi. "Cosa c'è che non va?"

Ricercato [Traduzione di Wanted (Percy Jackson Fanfiction)]Where stories live. Discover now