Ricercato [Traduzione di Wanted (Percy Jackson Fanfiction)]

Capitolo 32: L'Alba Rossa. (Parte 2)

Quando il sole sorgerà, il bagno di sangue crescerà. Quando il sole tramonterà, il bagno di sangue avrà fine. All'alba, ci saranno due eserciti, ma, al tramonto, ci sarà solo un esercito in piedi. L'armata rimanente festeggerà la propria vittoria, ma sarà una celebrazione corta. Verrà interrotta. Perché quando l'inferno si sveglia, nessun esercito rimane in piedi. Solo l'erede dell'inferno.

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Lo spesso strato di nebbia sparso per la giungla rendeva impossibile viaggiarci all'interno, ma Annabeth continuò ad andare avanti, inconsapevole dei suoi dintorni, ma non dei suoi pensieri. Grazie all'enorme peso di paura che le imprigionava il cuore, trovava difficile respirare o pensare coerentemente. Avrebbe dovuto affrontare Percy ora, come nemica e come traditrice. Pregò che si fosse dimenticato della sua promessa di ucciderla se lo avesse tradito. Non sarebbe morta sul campo di battaglia quel giorno. Avrebbe vissuto, Annabeth non avrebbe accettato nessun'altro risultato.

"Forse saresti dovuta rimanere sulla spiaggia. Sappiamo tutti quanto sia difficile per te affrontare Percy." Disse Thalia avvicinandosi a lei.

La cacciatrice aveva i suoi corti capelli neri legati in una treccia stretta e lontani dal viso, i suoi occhi color zeffiro brillavano di eccitazione e paura. Era pronta a combattere.

"È difficile per tutti. Questo non significa che debba lasciare il combattimento a tutti voi mentre io mi nascondo su una nave, troppo emotiva per affrontare la mia realtà." Annabeth non voleva che il suo commento uscisse così aggressivo, ma non era dell'umore per discutere i suoi sentimenti e allo stesso tempo considerare quelli di Thalia.

Thalia rispose con un cenno silenzioso della testa, sapendo di non dover insistere. Insieme alla nebbia, la paura e la tensione aleggiavano nell'aria mentre l'esercito saliva in cima alla collina. I semidei stavano in prima linea, dietro di loro gli dei minori, i centauri, i satiri e le ninfe. Gli dei avrebbero attaccato dall'alto, ma la loro missione principale era di liberarsi dei mostri marini che avrebbero distrutto le loro navi appena arrivati. Però le creature di mare non attaccarono mai. Nessuno sapeva per che cosa Percy intendesse realmente usarli.

"Annabeth, fermati." Jason le prese il braccio.

Era così persa nei suoi pensieri da non rendersi conti che erano arrivati in cima alla collina. Osò guardare quello che si trovava davanti e sussultò mentre il terrore prendeva il sopravvento. Era lo stesso campo di battaglia del suo sogno, solo che non era pieno di cadaveri, per ora. Annabeth aveva sognato quel giorno, aveva visto i corpi che avrebbero coperto la terra. Improvvisamente, la nebbia scomparve, come se si stesse dividendo a metà, per rivelare il nemico.

L'esercito di Percy si trovava sulla collina opposta e i suoi occhi innaturali verde-nero erano puntati dritti su di lei. Percy era davanti, da solo. La sua armatura nera si poteva vedere a chilometri di distanza, facendo girare tutti nella direzione opposta. Nella mano destra stringeva con forza Vortice e, nonostante le circostanze, stava sorridendo. I semidei erano dietro di lui, insieme a migliaia di mostri. Libere nel cielo, c'erano le aquile giganti a centinaia. Jason fece un passo avanti, guardando Percy, ma prima che potesse parlare, venne interrotto.

Percy spostò la sua attenzione sugli dei che guidavano i loro carri nel cielo. "Miei cari dei dell'Olimpo, quanto tempo. Vi sono mancato?" Chiese sorridendo.

"Perseo Jackson, annuncia la tua resa e tutto questo non dovrà finire male." Disse Zeus, la cui voce tuonò nel cielo.

La risata di Percy echeggiò nel campo di battaglia. "Arrendermi? Zeus, ho sempre saputo che non fossi il più sveglio, ma non pensavo fossi così stupido."

Il suo sorriso scomparve quando il suo sangue nero divenne evidente sotto la sua pelle. La sorpresa risuonò nell'esercito di campo Mezzo-Sangue. Era stato detto a tutti del suo cambiamento, ma non si erano immaginati che fosse così terrificante.