Capitolo 23: Speranza morente.

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Il male lampeggiò negli occhi di Annabeth mentre Ottavia entrava nell'ufficio e si sedette sulla sedia difronte alla sua. Ottavia iniziò a sorridere e diede un'occhiata a Percy, i cui occhi scuri stavano guardando entrambe le ragazze davanti a lui.

"Avete richiesto la mia presenza?" Ottavia fece delle fusa leggere per irritare Annabeth.

Non poteva sapere che Annabeth stesse resistendo al bisogno di riderle in faccia.

"Sì, l'ho fatto." Assicurò il re. "Ottavia, quando sono arrivato per la prima volta sull'isola, mi è stato detto che tu eri stata un'Alta Guardia fin dal primo giorno e che avevi gli occhi puntati sul trono."

Ottavia lanciò uno sguardo verso Annabeth prima di rispondere a Percy. "È vero. Non lo negherò."

Poi il re chiese: "Come mai non mi hai combattuto per il trono quando sono arrivato qui? Molti lo hanno fatto e hanno fallito."

Ottavia strinse gli occhi e strinse le braccia della sedia, il suo finto sorriso scomparso, e disse. "Mio signore, quando ho visto tutti quegli idioti che vi hanno sfidato e sono morti, ho capito che eravate imbattibile. Mi ha dimostrato che voi siete il comandante che stavamo aspettando."

Percy rise, i suoi occhi brillavano di divertimento. "Oh, Ottavia! Te lo concedo, sei brava."

Il re si alzò e andò verso di lei. La guardò dall'alto in basso, il suo sangue nero apparve, la sua voce divenne fredda e ferma quando parlò.

"E quali prove hai per dimostrare che non ti sei avvicinata a me solo per poter ottenere il trono?"

Gli occhi di Ottavia si spalancarono mentre la rabbia bruciava in essi e il suo viso divenne rosso. Si alzò di colpo e lo affrontò con voce tremante.

"Non so che cosa ti abbia detto quel demone biondo, ma sono tutte menzogne." Urlò Ottavia.

Il re ridacchiò. "Per favore, Ottavia, sono bene a conoscenza di quello che volevi fin da quando siamo diventati intimi. Anche Atlanta mi ha avvisato."

La figlia di Ares guardò con rabbia Annabeth, poi osò guardare Percy negli occhi.

"Non voglio il trono. Voglio che lo abbia tu, anche il trono dell'Olimpo." Difese.

In un battito d'occhio, Percy aveva spinto Ottavia contro il muro, un pugnale alla gola. Si avvicinò a lei e le sussurrò nell'orecchio.

"Pensi davvero che non abbia notato il veleno che metti sempre nelle mie bevande? Il modo in cui vai in giro come se possedessi il posto?"

"M-mio signore, non ho fatto nient'altro che supportarvi e rispettarvi. Voglio solo il me-"

Ottavia fu nuovamente zittita quando Percy allontanò il pugnale e la silenziò con uno sguardo.

"Ottavia, sei privata del tuo titolo di Alta Guardia. E siccome hai provato innumerevoli volte a togliermi dal trono, sei condannata a stare nella mia prigione per tutta la vita."

Percy si allontanò da lei e chiamò le guardie. Ottavia non disse niente, ma la sorpresa era incollata sul suo viso. Le guardie la tirarono fuori dal suo ufficio, ma Ottavia riuscì e incrociare lo sguardo di Annabeth, che capì subito una cosa: la prossima volta che si fossero incontrate, solo una di loro ne sarebbe uscita viva.

Quando le porte dell'ufficio si chiusero, Annabeth rise e applaudì lentamente mentre Percy si girava verso di lei. Allargò le mani e si inchinò come un attore dopo la sua esibizione.

"È stato divertente?" Chiese mentre lei gli si avvicinava e gli baciava la guancia.

Lui le accarezzò i ricci mentre lei sprofondava nel suo petto.

Ricercato [Traduzione di Wanted (Percy Jackson Fanfiction)]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt