Capitolo 11: Con perdita e vittoria. (Parte 2)

893 46 7
                                    

Piper:

La guardia ci condusse attraverso il palazzo. Girammo un sacco di volte a destra e a sinistra, pensavo che ci stessero segretamente portando nei sotterranei. Ci trovammo improvvisamente davanti a una porta enorme davanti a cui si trovavano due guardie, una per lato. Quella che ci guidava bussò e poi aprì la porta.

Era un'altra sala del trono, ma la luce da fuori entrava, a differenza dell'altra che non aveva finestre. Un enorme lampadario era appeso al soffitto; sopra c'erano delle piccole candele, ma invece che un normale fuoco, su di esse bruciava del fuoco greco. Il fuoco greco è estremamente distruttivo, non gli importava della sicurezza da quelle parti?

Un lungo e sottile tappeto rosso era posto dall'inizio della sala fino a dove era posizionato il trono. Diversamente dall'altro, questo era fatto d'oro. Percy vi era seduto, Atlanta era inginocchiata davanti a lui. Stavano entrambi parlando, sembrava che stessero discutendo.

Io e Nico camminammo fino in fondo e ci inginocchiammo. Percy ci notò e fece un cenno alla guardia che ci aveva portati lì.

"Atlanta, ne parleremo dopo." Disse, evidentemente volendo che se ne andasse.

"Ma avete detto-" Iniziò, ma fu zittita quando Percy le lanciò un'occhiataccia, sfidandola. Non discusse.

In un battito d'occhio, Atlanta si inchinò e corse fuori dalla sala del trono, guardandoci storto mentre passava. Io e Nico ci alzammo e lo guardammo.

"Perché ho la sensazione di sapere già perché siete qui?" Chiese sorridendo.

"Se lo sai, allora accetta e basta." Disse Nico seriamente.

Percy rise. "Non ho intenzione di darvi né Frank né Annabeth, scordatevelo. Frank verrà rilasciato domani sera, tre giorni sono tre giorni. Sono un uomo di parola."

Nico rise in risposta. "Uomo di parole, certo. Frank lo puoi rilasciare domani sera, Annabeth non ha fatto niente, lasciala andare."

"Perché lo dovrei fare?" Chiese Percy.

"Perché non dovresti?" Chiesi io.

"Non sono affari tuoi, di nessuno dei due. Io e Annabeth abbiamo degli affari vecchi da sistemare." Disse con un'occhiataccia.

"Vorrei ricordarti che Annabeth è nostra amica, questo li rende affari nostri. Forse dovresti farti degli amici, tanto per cambiare." Scoppiò Nico.

"Nico." Lo avvisai.

Sapevo che Nico poteva perdere il controllo ed esplodere ad ogni momento, doveva stare attento intorno a Percy. Se lui avesse perso il controllo, si sarebbe scatenato l'inferno.

"No, Piper! Sono stanco di lui! Non puoi andare in giro a rinchiudere e torturare le persone perché ti piace!" Urlò Nico.

"È il mio regno. Le mie leggi e il mio popolo. Posso fare quello che voglio!" Urlò Percy. I suoi occhi stavano passando da verdi a neri, scurendosi ogni minuto che passava.

"Percy, per favore. Libera Annabeth." Pregai.

Odiavo essere debole e implorare, ma Annabeth poteva essere in una situazione di vita o di morte in quel momento e non volevo portare Percy sul punto di rottura in cui avrebbe potuto uccidere qualcuno.

"Finirò la sua punizione." Disse Percy. "Ma andate voi a prenderla, non io."

"Scusami?!" Disse Nico.

"Finiscila, Nico! Cosa intendi dire con andarla a prendere noi?"

"Annabeth è da qualche parte nella foresta, rinchiusa. Voi dovete semplicemente andare a trovarla e liberarla. Semplice." Disse Percy.

Ricercato [Traduzione di Wanted (Percy Jackson Fanfiction)]Where stories live. Discover now