Capitolo 30: Il vaso di Pandora. (Parte 3)

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Dei raggi di luce scapparono tra le sbarre di metallo che erano attaccate alla piccola finestra della cella. La luce fece svegliare Atlanta, i suoi luminosi occhi azzurri si aprirono, guardandosi intorno. I ricordi della notte prima le tornarono in testa ricordandole perché era finita in prigione. Si alzò dal freddo pavimento duro, i suoi setosi capelli biondi si mossero intorno a lei nel movimento.

L'alba era arrivata. Significava che la morte era vicina finalmente. La morte non era un concetto estraneo per lei, era scappata dalle sue grinfie molte volte durante la sua vita, ma questa situazione era diversa, non aveva alcuna possibilità di sfuggire ai piani di Percy per lei. In ogni caso, Atlanta era sorpresa di se stessa, stava facendo un buon lavoro nel tenere a bada la sua paura; non aveva paura di morire, il suo unico rimpianto era che avrebbe dovuto combatte con più forza contro Percy quando l'aveva sfidata per il trono. Pensava di averlo imbrogliato bene quando era stata fatta luogotenente, ma a quanto pare era lui che stava imbrogliando lei.

Atlanta sperava solo di essere riuscita a raggiungere Annabeth la sera prima. Non si poteva salvare Percy, solo distruggerlo. Era perverso e manipolativo a modo suo e ciò aveva portato Atlanta alla sua morte. E Percy si sarebbe assicurato che il suo ordine venisse eseguito.

Proprio come promesso, Atlanta sentì improvvisamente l'eco dei passi delle guardie lungo il corridoio fino a che non si fermarono davanti alla sua cella.

Atlanta si rese conto in quel momento che scappare sarebbe stato impossibile: c'erano sei guardie e quattro catene pesanti che sarebbe stata costretta a tirare dietro di sé. Una delle guardie pescò una chiave dalla tasca e aprì la cella. Entrarono tutti e la tirarono in avanti, facendo tintinnare le catene sul pavimento. Come al solito, i corridoi erano poco illuminati e vuoti, eccetto per le numerose guardie poste a ogni angolo.

Davanti a lei camminavano due guardie, altre due dietro e una a entrambi i lati; non sarebbe stato possibile scappare senza essere ferita gravemente. Se anche fosse riuscita a sfuggire, Percy le avrebbe personalmente dato la caccia e non era un rischio che era disposta a correre.

Quando fu vicina alle enormi porte oro che portavano all'arena, dove sarebbe stata giustiziata, il suono di acclamazioni echeggiava attraverso i muri mentre i semidei aspettavano la sua morte. Ovviamente la volevano morta, era una traditrice per tutti loro.

Le caddero delle lacrime sulle guance quando la paura uscì dalla sua prigione e intrappolò al suo posto il suo cuore. Quella era la fine, Atlanta sarebbe morta quel giorno, senza aver mai raggiunto il suo unico obiettivo di fare il bene e distruggere tutto il male, incluso Percy. Le acclamazioni aumentarono quando si spalancarono le porte e Atlanta fu accolta dal sole luminoso. Quando la sua visione si fu adattata, vide centinaia di semidei che riempivano i posti dell'arena, guardandola con dei sorrisi sui loro volti.

Vide immediatamente Percy seduto al centro dell'arena, con Annabeth in piedi dietro il suo trono. Il viso della figlia di Atena era privo di espressioni, diversamente da quello di Percy che mostrava un sorriso compiaciuto. Atlanta non osò indebolire il suo sguardo, anzi, tenne la testa alta e guardò avanti.

Al centro dell'arena c'era una ghigliottina, il macchinario che le avrebbe tagliato la testa. Era molto raro che Percy decapitasse qualcuno, lo teneva solo per le occasioni speciali e, a quanto pare, questa lo era.

Le guardie la spinsero in ginocchi e la legarono alla tavola di fondo. Atlanta continuò a guardare in avanti, ignorando la lama angolata sospesa sopra di lei. Percy si alzò dal suo trono, silenziando l'arena nel giro di pochi secondi.

"Colui che impugna l'oscurità, verrà solo tradito dall'oscurità. Queste sono state le parole di Atlanta quando ha bruciato parte della nostra foresta. La vostra vecchia regina è una traditrice. E sapete tutti come puniamo i traditori: pena di morte." Percy si risedette e gli applausi eruppero di nuovo. "Ultime parole, Atlanta?" Chiese Percy?

Tra le lacrime, Atlanta sorrise.

"Verrai tradito, fratello."

E la guardia lasciò andare la corda e la lama cadde velocemente, prendendosi la vita di Atlanta.

~~~

Grazie a Poseidone, tutte le guardie nel palazzo erano state chiamate nella sala del trono per assistere Zeus dopo che era stato tradito da meta Olimpo. Jason corse lungo il corridoio con la mappa in mano, era solo una questione di tempo prima che venissero beccati, ma Jason era determinato a trovare il vaso di Pandora.

"Siamo vicini?" Chies Reyna.

Jason si bloccò davanti a un enorme dipinto che mostrava gli dei seduti sui loro troni.

"Anche dipinti, sono brutti." Mormorò Leo con un sorriso sul viso.

"Non farti sentire mentre lo dici da Afrodite." Disse Jason mentre si avvicinava al quadro. "Secondo la mappa, c'è un tunnel segreto dietro il dipinto."

Prese la cornice con forza e la tirò via dal muro. Per fortuna, c'era dietro un tunnel che portava alla biblioteca segreta.

~~~

Poseidone aspettò pazientemente nella foresta che tornassero i semidei con il vaso di Pandora. Aveva fatto tutto ciò che poteva per distrarre Zeus e sperava fosse abbastanza.

La paura di marciare in guerra al sorgere del sole lo spaventava. Però non era della battaglia che aveva paura, aveva paura di affrontare ciò che era diventato suo figlio. Non poteva immaginare che il piano di Jason fallisse.

Improvvisamente, dei sussurri eruppero tra gli alberi e Poseidone si preparò, nel caso le voci appartenessero alle guardie che lo cercavano per assicurarsi che avesse lasciato l'Olimpo. Invece, apparve Jason seguito dai suoi amici. Il figlio di Zeus aveva in mano un'antica scatola di legno che sarebbe potuta passare per un oggetto da buttare, ma Poseidone sapeva bene che il male e il bene si trovavano in quella scatola.

"Nessuno vi ha notati, vero?" Chiese Poseidone.

Jason scosse la testa. "No. È andato tutto bene, per merito tuo. Grazie."

Poseidone sorrise nonostante le circostanze. "Quando volete. E grazie a voi per voler dare a mio figlio una seconda possibilità."

"Riporteremo indietro il vecchio Percy. Non è andato, lo posso sentire." Aggiunse Reyna.

Il sole aveva iniziato a sorgere sopra le montagne quando i semidei ebbero finito di mettere via le loro cose. Jason mise la scatola al sicuro nel suo zaino, facendo attenzione a non farla aprire, poi si girò verso i suoi amici.

"L'alba è arrivata, ora andiamo in guerra."

Ricercato [Traduzione di Wanted (Percy Jackson Fanfiction)]Where stories live. Discover now