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                            Austin

James era troppo distaccato, volevo sapere perché era preoccupato, volevo aiutarlo, mi sentivo in dovere di farlo.

Ero curiosa e cercavo in ogni modo di fargli dire cosa lo stesse distraendo. Era lì a fissare il vuoto e quando parlavo mi fissava, era imbambolato, aveva la testa altrove.

Provai con diversi approcci: iniziai a prendere la sua mano e a guardarlo con occhi dolci; poi cercai di tirare ad indovinare:

"Mi puoi dire cosa ti tormenta!?"

"Certo che se non ottieni ciò che vuoi continui a rompere"
Mi rispose un po' sarcastico.

"Sono fatta così"

Feci spallucce:

"Sto iniziando seriamente a preoccuparmi..."

Continuai:

"...non è che non sei sicuro più di noi...insomma..."

Prima che io riuscissi a finire la frase lui mi zittì posando l'indice sulle mie labbra:

"No, certo che no. Tu sei l'unica cosa di cui sono sicuro in questo momento"
Disse sotto voce.

"Cosa è successo!?"

"Mi hanno invitato ad una festa questa sera"

"E allora?" Tutte le mie preoccupazioni svanirono quando venni a sapere che si trattava solo di una festa

"Volevo che venissi con me...ma non potresti..."

Cominciò con il suo monologo. Ma io lo fermai per dare inizio al mio di monologo:

"No, certo che posso, dimmi dove e quando e ti accompagno"

Mi guardò stupito e al contempo spaventato. Sapevo che stava pensando a cosa potevano dirmi i miei genitori...

"Sei sicura? Dovresti chiedere ai tuoi genitori e l'orario, poi..."

Riuscii a farlo tacere solo con un bacio.

"Lo so, non potrei fare tutte queste cose, ma la vita è una sola, e ora più che mai devo viverla, sto per esaurire tutte le mie forze e prima di finirle completamente voglio vivere. Devo farlo"

Appena ebbi finito di dire quello che dovevo dire James si avvicinò a me e mi accolse fra le sue braccia:

"Hai ragione, devi vivere ed io non posso impedirti di farlo"

Gli sorrisi. Era perfetto, il mio principe azzurro, l'unica mia certezza e felicità.

"Seriamente però, come farai con i tuoi genitori?"

"A loro ci penso io..."

Dopo aver detto ciò cambiai argomento: avrei trovato il modo di convincerli e non era compito di James provare a farlo. Credo che per lui sia stata già una grossa responsabilità accompagnarmi lì. Non volevo metterlo in imbarazzo chiedendogli di convincere i miei con la solita pappardella che fanno i fidanzati ai genitori delle loro fidanzate:

vostra figlia sarà al sicuro con me, la accompagnerò dovunque e non gli farò bere alcolici.

Li convincerò, a meno che non vogliano che io scappi dalla finestra come nei film...

Era giunto il momento di tornare verso casa. La sera avevo una festa e avevo due genitori da convincere. Io e James ci eravamo messi d'accordo di vederci sotto casa mia alle otto precise, non un minuto di più nè uno in meno...

Aprii la porta con le chiavi e feci l'indifferente:

"Come è andata?"

Mia mamma spuntò dalla cucina con uno sguardo incuriosito, mi coglieva sempre alla sprovvista...

"Bene. Senti...mi chiedevo se io questa sera alle otto potrei...ecco..."

"Vederti con James? Certo fallo venire tranquillamente anche qui"
Mi rispose mentre asciugava un ruoto con l'asciugamano:

"No...se...potessi andare ad una...ecco, festa"

Non ero abituata a dire una cosa del genere a mia madre, ero sempre sotto la sua sorveglianza. Solo in quel momento stavo iniziando a respirare e ad assaggiare il gusto della libertà.

"Devo parlarne prima con tuo padre...chi ci sarà alla festa?"

Ecco: diamo ufficialmente il via all'interrogatorio:

"Non lo so...credo i suoi amici, i ragazzi della scuola"

"Mmm...ci saranno alcolici?"

Era titubante, dovevo convincerla...

"Ovviamente. Ma ti prometto che non toccherò nulla"

La rassicurai dicendole solo la verità. Chi le avrebbe toccate quelle bottiglie da cui avevano bevuto tutti...

"James ti controllerà?"

"Ma certo"

"Non è che i suoi amici..."

Seriamente andava a pensare che io sarei stata con quel tipo di gente? Una tipa come me era come un repellente per le zanzare! Non mi sapevano  prendere e io non sapevo prendere loro...

"No mamma! Certo che no, lui adesso è più tranquillo, saprà cavarsela. E poi se mi annoio mi faccio riaccompagnare a casa"

"Torna massimo per mezzanotte"

"L'una?"

Mi guardò male. Era pronta ad usare il cucchiaio di legno se ci fosse stato bisogno:

"Okok mezzanotte"

Almeno sull'orario gliela diedi vinta
Sicuramente papà avrebbe acconsentito, lui si fidava di me.

Quella più titubante era sempre stata la mamma. Nella mia famiglia mio papà era il mio migliore amico, la mamma era quella che non mi faceva restare sveglia fino a tardi a  mangiare dolcetti con papà.

Però, la mamma è sempre la mamma e lei era brava a farla quando c'è n'era bisogno. A lei potevo dire tutto.

Ovviamente poi, il rapporto con i miei stava cambiando per la mia malattia. I continui controlli mi rubavano il tempo che avrei potuto passare con i miei genitori ed ora me ne stavo andando per uscire con il mio ragazzo, incredibile come i tempi cambino.

Stare a casa mia mi faceva sentire come se il tempo fosse tornato indietro e avere James al mio fianco mi faceva sentire una ragazza spensierata che si era lasciata il passato alle spalle.

Forse queste erano le sensazioni migliori da provare in questo momento. Anche se un po' mi sentivo in colpa. Dovevo passare del tempo con i miei prima che fosse stato troppo tardi:

"Ti voglio bene"

Sussurrai nell'orecchio di mia madre mentre la stavo abbracciando.

La Ragazza Che Mi Ha Insegnato Ad AmareWhere stories live. Discover now