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                            Austin

Aspettai tutto il pomeriggio affacciata alla finestra: era quello che sapevo fare meglio.

Osservavo le persone che camminavano e conducevano la loro vita normalmente, però, la persona che cercavo io non c'era...

Ogni volta che vedevo un ragazzo con una chioma castana e con un ciuffo mi illudevo fosse James. Non vedevo l'ora di vederlo e baciarlo come si deve.

Mi faceva strano sapere che sarebbe venuto nella mia casa e non nella camera dell'ospedale solita;quella con tutte le cartoline. Ma sarebbe entrato in camera mia, una cameretta normale come tutte quelle delle ragazze normali.

Dovevo imparare ad accantonare l'idea della malattia e cercare di vivere come una normale adolescente...

"Aspetti lui?"
Mia madre fece capolino in camera
"Si"
Dissi sincera. Lei mi sorrise e tornò in cucina.

Alle cinque in punto il citofono trillò in tutta casa

"Vado io!"
Esclamai e corsi al citofono

"Sono James..."
"Ehi, ti apro. Scala D terzo piano"

Spinsi il bottone della chiave sopra al citofono e aspettai all'ingresso sbattendo ripetutamente a terra il piede sinistro.

Il campanello suonò. Aprì subito la porta e mi tuffai fra le braccia di James:

"Eheh...come va?"

Disse lui un po' imbarazzato

"E così tu sei il famoso James, piacere Sierra, la mamma di Austin"

"Oh, piacere, James"

Si vedeva che era un po' imbarazzato. Non doveva essere abituato ad incontrare i genitori di una ragazza. Arricciai il naso: era carino quando era imbarazzato...

"Vieni,vieni,vieni..."
Lo presi per mano e lo trascinai in camera mia tutta eccitata:

"Wow, bella è...semplice"

Ci sdraiammo sul letto e rimasi a guardarlo per qualche minuto. Anche lui guardò me. Ebbi il tempo di osservare ogni suo lineamento.La perfezione non esiste ma lui...lui sembrava perfetto, il ragazzo che sognavo quando ero piccola.

Scostò una ciocca di capelli fuori posto dietro al mio orecchio.

Mi scappò un sorriso.

"Che c'è, ti fa ridere?"
"No, è che non sono abituata..."

"Ti dovrai abituare perché ora che sei la mia ragazza avrai tutte le mie attenzioni..."

Continuò lui accarezzandomi la guancia, mi avvicinai con la testa alla sua mano.

Guardai i suoi occhi e poi le sue fantastiche labbra...

Mi avvicinai sempre più al suo viso e lui completò il tutto baciandomi.

Credo che qullo sia stato  il migliore di tutti i baci che io avessi mai dato. Ero sicura volevo baciarlo, non che le altre volte io non abbia voluto, ma ero più timida e timorosa. Questa volta ero sicura e spedita perchè potevo finalmente metterci tutto il mio amore senza la paura di potergli fare male e di farlo soffrire. La scelta di stare insieme l'avevamo fatta entrambi ed io ero contentissima di averla fatta. Passammo una ventina di minuti così: a fissarci, a ridere, a baciarci e poi di nuovo a fissarci

                             ***
"Suoni?"

Mi chiese rompendo quel silenzio che si era creato intanto.

James era appoggiato allo schienale del mio letto ed io ero appoggiata sul suo petto. Con il dito disegnavo tanti cerchi sulla maglietta blu che indossava e intanto mi sentivo solleticare i capelli dalle sue dita.

"Ehm...ho la chitarra ma non l'ho mai suonata..."

"Ho visto, bè...credo che sia arrivato il momento di imparare a suonare qualcosina..."

Si alzò lentamente lasciandomi sospesa per un attimo.Era comoda quella posizione...

"Questi sono gli accordi. Per suonare dovrai usare questi...vedi...senti che suono"

Disse suonando l'accordo

"Adesso mi farai sentire qualcosa"

Cercai di convincerlo a suonare ma non ne voleva sapere, gli promisi che se avesse suonato qualcosina gli avrei fatto i grattini e le convinsi.

Cominciò a suonare e a cantare We Are The Champions imitando Freddie Mercury ed era buffissimo così cominciai a ridere e lui continuò:

"Basta, sei buffissimo"

"We Are The Champions...of the world!"

Finita la canzone si avvicinò a me e posò un bacio sulle mie labbra.

Avrei voluto che rimanesse a dormire ma non sapevo come avrebbe reagito mio padre se James fosse rimasto...

La Ragazza Che Mi Ha Insegnato Ad AmareWhere stories live. Discover now