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                            James

Prima che nella mia vita entrasse Austin, ero un ragazzo qualunque, come gli altri, vuoto, spento...non coglievo mai il lato positivo delle cose, era tutto o monotono, o felice, nessuna via di mezzo, nessuna sfaccettatura.

Ero sempre stato un ragazzo riservato e molto fortunato in quanto a famiglia.

I miei erano i co proprietari di una azienda ed io ero sempre stato molto "viziato" avevo tutto di marca e non mi mancava nulla...a parte l'affetto dei miei...loro erano sempre molto indaffarati e non avevano tempo per me: sempre a fare commissioni, viaggi di lavoro; "cose a cui noi non possiamo fare a meno" ripeteva ogni volta mia madre...ero sempre cresciuto da solo, ai miei si poteva nascondere tutto, tanto non c'erano mai, ero solo in casa.

Ero appena maggiorenne, non avevo più bisogno di una tata. Ogni tanto, Margaret, la mia vicina, grande amica dei miei genitori, passava a trovarmi e a vedere come stavo e come me la cavavo.

Avevo tutta la settimana programmata: i miei erano fuori, e Margaret veniva ogni lunedì e giovedì. Per il resto ero solo, non potevo dare feste perchè la mia vicina se ne sarebbe accorta, però qualche amico lo potevo invitare.

Ogni occasione era buona per invitare Ambra. La ragazza perfetta per me: alta, nella norma, capelli biondi lunghi, occhi verdi petrolio, e sorriso smagliante.

Frequentava anche lei la Oregon Prep, prestigiosa scuola di qui, solo per ricconi. Ovviamente i miei mi avevano iscritto lì...non era ancora la mia ragazza ma ci stavo lavorando. Max, mi dava sempre tanti consigli. Era lui il leader del nostro duo.

Non so cosa avrei fatto se non ci fosse stato lui. Probabilmente mi sarei isolato e non sarei mai diventato come sono ora.

Prima ero riservato e timido, arrossivo sempre, tutte le ragazze mi prendevano in giro quando in classe diventavo rosso, i loro urletti e il loro continuo dire che sembravo adorabile mi avevano iniziato a dare fastidio. Max mi aiutò a superare questa paura, ero più sicuro di me e forse anche un po' più stronzo.

Imitavo Max per ogni minima cosa, lo seguivo dovunque e lui mi dava dritte su come abbordare le ragazze e passare la notte con loro. Ero diventato il perfetto bad boy, il ragazzo stronzo che piace a tutte le ragazze.

E ogni sera tornavo a casa con una ragazza nuova conosciuta in discoteca. Ma in testa avevo solo lei...

Ambra Conan, non era stronza, nemmeno dolce. Ma aveva quel fascino che ancora oggi mi colpisce... Forse il fatto che fosse timida, o che fosse come una sorta di santarellina che non amava stare al centro dell'attenzione. Era il perfetto agnellino per i ragazzi come me.

L'outfit solito che indossavo? Semplice. Jeans e maglietta, o bianca o nera. Lei era attratta da me, lo sentivo, ma non ci siamo mai messi insieme.

Anche quel giorno Max venne a casa mia...

"Bro"

"Max!"

Il mio migliore amico era ancora una volta sbronzo con una bottiglia di vodka in mano e con due ragazze che indossavano vestitini strimensiti che lo aiutavano a reggersi in piedi

"Loro entrano con me..."

Senza farselo ripetere due volte si fiondarono in casa mia tutti e tre

"Max sei pazzo!? Tra poco viene Ambra!"

"Non ci noterà proprio noi tre saliamo sopra e stiamo in camera tua fra di noi a fare le nostre cose.."

Mi rispose Max ammiccando e agitando in aria la bottiglia di vodka

Barcollando cercò di alzarsi.

"Amico, questa dalla a me" gli strappai la bottiglia dalle mani e la riversai tutta nel lavandino

"No, la mia bottiglia! James, sei veramente cattivo, il tuo migliore amico si presenta a casa tua con due belle ragazze e tu preferisci stare con "bambi"!?"

"Ehm...Max...non...che..." Non sapevo cosa dire

"Perchè non sali anche tu, a quella ragazza ci pensi dopo. Tu non sei il tipo da relazioni serie, per una volta nella vita segui i miei consigli cazzo."
Non può permettersi di parlarmi così

"Con tutto il rispetto per le ragazze, sono rifatte, sono finte. A te basta che respirino, la bellezza viene dopo. E poi i tuoi consigli sono inutili. Lasciami in pace ed esci fuori da casa mia!"

Lo tirai per la collottola e lo buttai fuori. Le ragazze lo seguirono a ruota.

Esausto mi buttai sul divano e mi misi una mano tra i capelli. Rimasi a fissare il vuoto per qualche minuto finché la porta non mi riportò alla realtà.

"Ambra, ciao, entra!"
"Ciao, spero di non essere in ritardo"

"Ma ti pare entra! Qui sei sempre la benvenuta"
le risposi un po' in imbarazzo.
"Posso?"
"Ehm...si"

Era bellissima. Indossava un vestito bianco corto al punto giusto, scarpe altrettanto bianche con il tacco e capelli sciolti che ricadevano sulle spalle, i suoi occhi luminosi le davano un tocco in più.

Era perfetta.

La feci accomodare sul divano e cominciai a parlare.

La Ragazza Che Mi Ha Insegnato Ad AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora