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                            Austin

Si ritorna sempre dove si è stati bene.

Nel mio caso non era così: era arrivato tutto così in fretta e i miei non erano pronti, io non ero pronta.

Non riuscivo ad immaginare mia madre senza di me, senza nessuno che la rendesse felice come può fare una figlia. Le ripetevo sempre che volevo un fratellino da piccola, una persona con cui giocare.

Lo facevo con la speranza che lei si convincesse a farmi questo regalo, a farsi questo regalo. Un nuovo bambino in casa l'avrebbe fatta felice e l'avrebbe aiutata a superare la mia perdita quando non ci sarei più stata.

A pensarci forse avrei spezzato anche il suo di cuore. Il rapporto che si ha fra fratelli è diverso da quello che si ha con i genitori, e penso che se avessi avuto un fratello, al momento della mia morte si sarebbe sentito perso. Avrebbe perso una parte di sé.

È così che mi sentirei io se avessi un fratello che poi da un momento all'altro sarebbe deceduto. Ti sentiresti morta, una parte di te lo sarebbe.

Ma lei non mi ascoltava mai.

Ero sempre stata una bambina altruista, e credo che lei se lo sentisse che io le dicevo di volere solo compagnia più per lei che per me.

"Mamma, mi regali un fratellino?"

"Tesoro, i bambini non si comprano, arrivano quando ti senti pronta ed io in questo momento non lo sono..."

"E quando ti sentirai pronta mamma?"

"Questo non lo so..."

Andava sempre così quando le chiedevo un fratello...e col tempo mi ci ero abituata, speravo ma non succedeva mai.

Un giorno spiai i miei genitori da dietro la porta della cucina, erano lì, sull'isola con il portatile aperto a navigare su internet. Mia madre che si mangiava le unghie e mio padre sbatteva ripetutamente il piede per terra facendo rumore con la pantofola, lo faceva sempre quando era nervoso.

Alzai lo sguardo e vidi la foto di una bambina di colore dai riccioli marroni e con due codini rosa che le raccoglievano i capelli e lasciavano intravedere il suo bel visino, era piccola avrà avuto la mia età di quell'epoca.

Cinque anni.

I suoi denti erano brillanti e i suoi occhi erano verdi. Era carinissima.

Ero grande abbastanza da capire che quella bambina non l'avevano cercata così a caso, non volevo pensare al peggio.

Un po' di sangue e nausea non mi uccideranno, giusto? Mi ripetevo continuamente in testa, io non volevo morire, avevo tutta la vita davanti.

Ero cresciuta con la speranza in me accesa come un fuocherello e passai la mia vita a fare tutto ciò che desideravo fare.

Ma adesso, che sapevo che non avrei resistito a lungo, a meno che non sarebbe successo un miracolo divino, dovevo esaudire i miei desideri. Tutti.  Sarei potuta uscire che non, adesso che sapevo cosa avevo, non c'era pericolo.
                             ***

"Austin?"
Mara aprì la porta e si avvicinò a me con passi lenti.

"Ei, dimmi"

"Hai un desiderio?"

"Cosa?"

"L'ospedale ti darà un budget che potrai spendere per esaudire il tuo desiderio più grande prima che....bè..."

Si mise una mano nei capelli

"Prima di morire"

"Come sei negativa"

"Mara, lo sai che è la verità. Quasi nessuno guarisce dal cancro ed io non sono mai stata così religiosa, perchè Dio mi dovrebbe aiutare proprio ora?"

"Perchè ne hai bisogno...non sono pronta a lasciarti"

La guardai negli occhi, erano lucidi e i suoi capelli castani si portarono in avanti ed io glieli scostai con le dita dietro le orecchie.

"Neanche io sono pronta a lasciarvi. A lasciarti"

"Mi mancheranno le maratone di Harry Potter e la caposala che ci sgridava perchè andavamo al nido dei bambini"

"Ei, sono ancora qui! Possiamo ancora farlo! Non lasciamoci abbattere da questa disgrazia andiamo avanti con la vita. Vedrai che staró bene"

Dissi sorridendo
Lei si asciugò le lacrime e mi guardò facendo un sorrisetto..

"Sei sempre la solita. Lo so che lo stai dicendo per me, ti conosco Austin"

Incrociò le braccia e mi guardò con fare da saputella:

"Lo dico per te e per me. Sono ancora qui! Ti prego di stare con me e usare tutto il tempo che ci rimane per vivere a pieno la mia vita, non voglio vivere con la paura della malattia e non voglio che tu ti ricorderai di me solo per queste cose che abbiamo fatto una vita fa. Costruiamoci nuovi ricordi"

"Ok Austin. Costruiamoci nuovi ricordi"

Ripetè ciò che avevo appena detto.

"Ma prima il tuo desiderio"

"Ehm...fammici pensare...voglio...voglio...una montagna di pizza"

"No dai cose serie"
Ancora quello sguardo che mi fa sbellicare:

"Non lo so..."
"Ho tutto. Mi basta stare con la mia unica amica. Questo è il mio desiderio"

Non sapevo cosa realmente volessi. A pensarci c'era una cosa...

"Non vuoi andare a Disneyland? Oppure a Londra. In Italia?"

"No, mi è bastato il viaggio ad Amsterdam"

"Ma lo hai fatto sei anni fa"
Esclamò Mara.

"Vabbè..."

"Austin, cose serie"

"Fammici pensare...ho trovato!"

"Dici"
Era ansiosa anche lei, sembrava che il desiderio che  stavo per esaudire fosse anche il suo:

"Voglio incontrare per un ultima volta una persona"

"Non dirmi James"
Mi conosceva troppo bene

"James"

"Ma che desiderio è?"

"Lui è stato il mio primo amore e voglio rivederlo per un ultima volta"

"Non essere smielata"

"Pagalo se serve ma voglio vederlo."

"No, se non vuole venire che non venisse"
"Non si può comprare la gente"
Mi rispose

"Un eccezione"
Le risposi con le mani giunte.

"Lo convincerò io"
Alzò l'indice tutta convinta, sembrava un supereroe che aveva appena ideato un piano:

"Basta che viene, poi come lo convincerai non sono fatti miei"

"Ahahaha...ok"
Mi rispose e si avviò fuori per prendere il telefono e chiamare il mio unico principe azzurro.

La Ragazza Che Mi Ha Insegnato Ad AmareWhere stories live. Discover now