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                            Austin

Quando salutai James con un bacio sulla guancia mi sembrava di aver raggiunto un grande traguardo.

Non avevo mai baciato un ragazzo sulla guancia.

"Ti prego, torna domani"

gli chiesi, lui non mi rispose. Forse aveva annuito, ma non lo sapevo con certezza...

Prima di andare si voltò un ultima volta a guardarmi e se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.

Fu inevitabile per me non sorridere.

Mi piaceva, e una parte di me era gelosa.

Volevo essere io la ragazza che, anche solo se nominata, gli faceva illuminare gli occhi. Vorrei essere in forma per combattere alla pari contro di lei.

Ma non era possibile.

Volevo solo il meglio per lui, e se questo voleva dire farlo stare con la ragazza dei suoi sogni...ero disposta ad accettarlo.

Accettavo per rivedere il suo sorriso.

Come fa un ragazzo che non avevi mai visto prima d'ora e che non ti aveva mai calcolato più di tanto che ti aveva solo a mala pena sorriso e rivolto due volte la parola, ad entrare nei tuoi pensieri e a non uscirne più?

Non lo sapevo.

Non avevo mai creduto all'amore a prima vista. Ed ora eccomi, innamorata di un ragazzo che non conoscevo minimamente. Disposta ad usare il mio ultimo desiderio pur di passare del tempo con lui.

L'amore ti fa fare cose strane.

Conoscevo solo una parte di lui. Non mi sono mai spinta, non sono mai stata brava con le parole.

Non sapevo spiegare a voce ad una persona ciò che provavo per lei. Mi ero sempre trovata di più a scrivere, a mettere su carta i miei sentimenti per poi rileggerli quando serve.

Conoscevo la brutta parte di James, e anche se non l'avevo mai visto sorridere molto e non avevo mai conosciuto il vero James Scott, me lo sentivo che lui non era così come voleva apparire.

Ogni volta che lo vedevo fare cose stupide solo per farsi piacere dagli altri, sarei voluta andare a parlargli e a fermare tutto.

Ma non potevo.

Non ero nessuno per lui. La ragazza nuova. Sarebbe strano se una ragazza che non conosci minimamente e per giunta lei non conosce te, ti dà lezioni di vita...

Avevo visto abbastanza film che mi avevano insegnato che i primi giorni di scuola era meglio non spiattellarsi e non mettere in mostra i sentimenti avanti a tutti. Non avevo nemmeno la forza di andare lì e dare degli ingenui a tutti.

Quante volte sognavo di farlo...

Ma non l'avevo mai fatto.

Speravo, che le mie parole gli fossero state d'aiuto. Pensandoci, perchè mi applicavo su un ragazzo che non avrei  rivisto mai più nella mia vita?

Non so rispondere neanche a questa domanda.

Forse perché un po' mi ci rivedevo in lui. Anche se non avevo frequentato la scuola, tante volte io ero come lui, l'emarginata di turno pronta a riscattarsi.

Il tempo che perdevo ad osservare le situazioni mi era servito a capire tante cose...forse mi sentirei meglio a sapere che nella mia inutile vita, anche nelle mie condizioni, ero riuscita a cambiare la vita a qualcuno.

Sentivo il bisogno di scrivere, scrivere di cosa era successo; come avevo passato quel giorno, scrivere di James, del suo amore per Ambra.
La ragazza angelo.

E scrivere di come vorrei passare i prossimi giorni con lui. Era brutto sapere che lui non era venuto di sua spontanea volontà, ma l'avevo dovuto convocare io in ospedale...ma come altro facevo!?

Non sapevo come fare, volevo avere il confronto con il James che aveva fatto cambiare la mia opinione sull'amore a prima vista...se sarebbe venuto l'indomani voleva dire che ci veniva di sua spontanea volontà...

Ei, sono James, Mara mi ha dato il tuo numero. Volevo solo dirti che mi sono divertito con te e che domani tornerò, solo che vorrei portarti in un posto...ci stai?

Anche se era solo uno stupido messaggio mi aveva fatto piacere riceverlo. Credevo di non poterlo più rivedere...

Certo che ci sto...dove si va? Sai, non ho visitato molti posti in vita mia...

Sarà una sorpresa...allora ci vediamo domani.
Spero che il posto in cui ti voglio portare tu non l'abbia mai visto...

Tranquillo...gli unici posti che ho visitato qui sono le fontane e i giardini.

Ok, il posto non è fra questi. Non vedo l'ora di portarti. A domani. Buonanotte Austin

Buonanotte James...a domani...

Mi faceva piacere parlare con lui. Chissà dove saremo andati. Qualunque posto sarebbe stato bello se ci sarei andata con lui e passavamo del tempo insieme...
La porta mi fece tornare alla realtà facendo volare via tutti i miei pensieri...

"Avanti"

"Austin"

Mia madre spuntò sulla soglia della porta con uno sguardo un po' malinconico:

"Mamma"

"Come va?"
Mi chiese un po' titubante.

"Tutto bene, sai, oggi è venuto il mio desiderio.." non capì subito cosa intendessi...

"Oh piccola, cosa hai desiderato?"

"James..."

"James?"

"Un ragazzo..."

"Ah, racconta." Fece una corsetta verso di me e si sedette ai piedi del letto con i gomiti poggiati sul materasso e la testa fra le mani. Era tutto orecchi:

" Ho chiesto a Mara di chiamarlo e farlo venire e lei lo ha fatto e si che si presentasse qui e ha portato i cioccolatini e una rosa..."

"Di cosa avete parlato?"

La conoscevo abbastanza bene da sapere che me lo aveva chiesto apposta:

"Di...niente..."

"Come? Vabbè, non vuoi dirmelo"

Aveva imparato oramai.

Io e lei avevamo un buonissimo rapporto ma non mi piaceva parlare con lei di come ero, delle mie opinioni. Non volevo farle credere di essere troppo realista e troppo disperata da addirittura arrivare a fissare un ragazzo e chiamarlo per parlare di lui in ospedale.

Volevo trasmetterle sicurezza e positività, lei in quel momento ne aveva bisogno.

Aveva già i suoi problemi e non volevo che creda che soffra quando non stavo soffrendo. Anche se nemmeno io in questa situazione ero sicura e salda e quantomeno positiva.

Ma basta poco per riuscire a cambiare la giornata di una madre: l'abbraccio e un sorriso del proprio figlio. Credo che se avessi aperto bocca avrei detto come realmente mi sentivo e non volevo farlo. In verità non sapevo come mi sentivo: ero stanca e abbattuta, volevo vivere e l'unica cosa che mi faceva star bene era James. James Scott...

"Mi ha invitata in un posto..."

"Dove?"

"Ha detto che è una sorpresa...posso andare?"

Mia madre mi guardò preoccupata. Non ero mai uscita dal cerchio sicuro che sono le braccia dei miei genitori, ma ora più che mai avevo bisogno di cambiare aria, pensare ad altro...dovevo crescere prima che sia troppo tardi.

"Va bene..."
Acconsentì comprensiva..

"Grazie grazie!"
E detto questo mi lasciai confortare dalle sue braccia calde intorno a me e dal calore del suo corpo appoggiato al mio...

La Ragazza Che Mi Ha Insegnato Ad AmareWhere stories live. Discover now