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James

"stai scherzando spero. Tu, l'unica ragazza di cui non mi è mai importato più di tanto ha visto in me il ragazzo che ero e che poi ho perduto crescendo. Sono andato avanti e ho perso quei valori che facevano di me il ragazzo che ero e che vorrei ritornare adesso. Mi dispiace, qui sono io quello che si deve scusare, non ti ho calcolata e tu mi hai chiamato per passare del tempo con te nei tuoi ultimi istanti di vita, che brutta persona che sono, sono un egoista, penso solo a me e parliamo solo di me. Non ti conosco come vorrei perchè parlo troppo di me. Io, io, io e ancora io, adesso voglio ascoltare te e parlare di te prima che sia troppo tardi..."

Pronunciate queste parole sentivo un gelo al cuore. James colpisce ancora.

Le dissi che sarebbe morta e che non mi importava nulla di lei quando non era così, aveva un posto nel mio cuore riservato.
Era entrata nella mia mente e non riuscivo a smettere di pensarla.

Adesso posso dire che per tutta la mia inutile inesistenza io non abbia avuto amici, nessuno che mi volesse bene a tal punto. Adesso però avevo lei, la mia amica Austin Anderson, ragazza malata ma sempre sorridente.

Meglio di ogni persona che abbia mai conosciuto...

Da quando l'ho vista in classe non volevo ammettere a me stesso che lei emanava una luce che nessun altro emanava lì in mezzo. Gli amici possono anche essere persone incontrate per caso.

Ognuno di noi ha una persona con cui si sente a proprio agio e reputa amica, e ognuno di noi, almeno una volta, ha scoperto che una di quelle "amiche" in realtà non era altro che una persona falsa.

Persone che reputavi amiche nel momento del bisogno ti voltavano le spalle anzichè aiutarti, come non fanno le persone che credevi non fossero altro che conoscenti.

E questo lo capii solo in quel momento.

Austin capiva come mi sentivo come nessun altro e non mi aveva mai voltato le spalle neanche una volta da quando la conoscevo: non mi aveva mai detto nulla di offensivo, non mi aveva mai trattato male e soprattutto non mi aveva mai trattato come se fossi sempre il più popolare, mi trattava come un semplice ragazzo di diciassette anni.

Come facevano tutti prima che diventassi popolare.

Devo ammettere che mi mancava essere il ragazzo tranquillo e timido che ero una volta...

"Non dire così, non devi scusarti con me. Ho scelto di passare del tempo con te perché vorrei che almeno qualcuno, almeno tu, mi ricordassi come la ragazza che ti ha riportato ad essere il ragazzo che eri una volta...nessuno si preoccuperà della mia assenza, non ho amici infondo. Capisci che cosa triste festeggiare il compleanno con mamma, papà e l'infermiera? Non credo tu lo capisca..."

"Eccome se lo capisco. Io il compleanno lo festeggiavo soffiando una candelina su un maffin. Non pensi sia una cosa triste? Un bambino di otto anni solo in casa perché aveva i genitori indaffarati che soffia su un muffin..."

"Mi dispiace...quello che intendevo è che vorrei un amico, vorrei che tu sia quell'amico che non ho mai avuto...un coetaneo, qualcuno con cui parlare e trascorrere i miei ultimi giorni di vita..."
Si percepiva che lei era sincera, era desiderosa di avere qualcuno al suo fianco che non era la sua famiglia.

"Non dire così"

Mi alzai e mi accomodai di più accanto a lei e la abbracciai.

Mi rifugiai tra i suoi fantastici capelli.

Era la prima volta dopo tanto tempo una lacrima attraversò il mio viso. La sentivo piangere, anche se lo stava facendo in silenzio, sentivo le sue ciglia muoversi da sopra la mia maglietta e, ogni volta che una lacrima scendeva dal suo viso, la mia maglietta si tingeva di un punto, di blu più scuro...

"Non ti meriti questo.."

Le sussurrai all'orecchio...

Alzò lo sguardo. Anche se con gli occhi lucidi e colmi di lacrime, la semplicità che la caratterizzava c'era ancora. Mi guardava, aveva uno sguardo dispiaciuto e tenero allo stesso tempo.

Presi il suo viso tra le mani e le alzai leggermente la testa per guardarla meglio...con l'indice le spostai una ciocca di capelli che copriva la bellezza del suo viso.

Austin appoggiò la sua fronte sulla mia e, per qualche minuto eravamo rimasti così. Fermi a fissare a terra con la fronte dell'altro sulla nostra...si staccò da me e mi abbracciò di nuovo:

"Ti amo James"

Che cosa strana da dire. Una ragazza diceva ad un ragazzo che non era nemmeno il suo fidanzato ti amo, ma in quel momento suonava bene quella parola, era perfetta da utilizzare in quel contesto. Sembrava scritta a posta per questa situazione.

"Anche io"
Le sussurrai non staccandomi mai da lei...

La tentazione di baciarla e sentire il sapore delle sue labbra sulle mie era troppo forte, il desiderio di prenderla tra le mie braccia e proteggerla da tutto si faceva avanti e non voleva reprimersi.

Ma da cosa l'avrei protetta...da nulla... tutti i mostri che poteva combattere li aveva sconfitti da sola e credo proprio che non c'era nient'altro di più pauroso della perenne sensazione che si aveva prima di dormire.

La paura di chiudere gli occhi e non riaprirli più.

E poi sappiamo entrambi che non resterà viva a lungo e non serve qualcuno che le stia sul fiato sul collo come avevano sempre fatto i dottori tappandole le ali per non farle assaporare la libertà.

Mi limitai a prenderle il viso e a baciarla.

Un bacio, solo un bacio.

Spero che per un attimo la sua vita diventi felice per poi tornare ad essere come sempre...

La baciai. Così, tutto di un fiato.Le sue labbra erano morbidissime e perfette. Si limitò a stare ferma ed io non andai oltre...

"Perchè lo hai fatto..."

"Be' ho creduto che tu non avessi mai baciato un ragazzo e non puoi avere il rimpianto di non averlo fatto quando era possibile così ti ho baciato prima che potessi ripensare a quella speranza che avevi negli occhi di un bacio e un finale perfetto. Credo che se non ti avessi baciato, quel pensiero sarebbe svanito coperto dalla timidezza e dalla vergogna..."

Dissi con il sorriso che si allargava ad ogni parola che dicevo...

" James, ma noi non..."

"Shhhh! Tranquilla"
Le posai un dito sulle labbra per farla tacere:

" Non voglio farti soffrire e fare illudere me, con la speranza di potere avere una vita normale"

Disse lei di tutta risposta.

Quelle parole mi spezzarono in due...era così, aveva ragione e detestavo quando aveva ragione, se aveva ragione, e l'aveva sempre su tutto andava così come aveva detto, e questa cosa la odiavo. Perchè tutto era contro di noi?

" Era solo un bacio, nulla di più. La gente si dà baci in continuazione e la maggior parte di questi sono solo scambi di saliva. Baci. Niente di più. Ma posso assicurarti che quando ti ho baciato non era un semplice bacio per me..."

Mi fermai e non continuai la frase: non volevo farla soffrire raccontandole cosa avevo provato.

Non sapevo cosa avrei fatto quando lei non sarà più con me. Anche io ci starò male, come lei ci starà male per non poter stare con me come una normale coppia di adolescenti. Lo fa per non farmi soffrire e di questo gliene ero grato. Sapere che Austin, oltre ad essere una ragazza, sarebbe diventata la mia di ragazza e non poterla rivedere più,mi si sarebbe spezzato il cuore...

La Ragazza Che Mi Ha Insegnato Ad AmareWhere stories live. Discover now