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                             James

Basta.

Ero stufo di rimuginare, non ce la facevo più, non volevo più sentire ciò che aveva da dirmi, adesso dovevo parlare io e dirle cosa ne pensavo.

Mi decisi e la chiamai:
"Austin..."

Rispose subito.

Non l'avevo mai chiamata al cellulare, non ce n'era bisogno, sapevo che lei era in ospedale...

"James"
Mi rispose un po' assonnata

"Ti ho svegliato?"

"Direi. Che ore sono!?"

Sentì dall'altro lato che si muoveva nel letto. Sentivo gli scricchiolii...

"Le dieci e mezza, non credevo stessi dormendo..."

"Volevo chiamarti anche io...detesto ammetterlo ma mi manchi..."

Anche lei mi mancava e molto. Era strano perché ci eravamo visti pochi giorni fa...

"Anche tu. Non ci vediamo da due giorni..."

"Sembrano tanti però. Mi manca il tuo sorriso...lo sto pensando ogni singolo secondo..."

Sapere che lei mi pensava mi faceva piacere.

Anche io pensavo a lei. Ma sapere che  mi respingeva mi faceva star male. Mi pensava ma non mi voleva perchè credeva che io ci sarei stato male...

Come sono contorte le ragazze...

Ero sempre più sicuro di dirglielo, sapevo. Qualcosa me lo faceva capire, forse l'istinto, che lei,se io glielo avessi detto, sarebbe stata con me...

"Ti devo dire una cosa"

Disse lei dall'altro capo del telefono rompendo quel silenzio che si era creato intanto:

"A dire il vero anche io..."

"Prima tu.."

Mi invitò lei, anche se non la potevo vedere sapevo che era tutto orecchi:

"Volevo dirti che non mi importa, non mi importa della tua malattia, voglio stare con te in questo momento e non voglio pensare al futuro, al diavolo proviamoci. Fallo per me ti prego...io..."

"Ok..."

Mi interruppe: non mi sarei mai aspettato che lei avrebbe ceduto così facilmente.

Avevo ripetuto nella mia testa quel discorso più volte e avevo preparato la risposta ad ogni sua domanda o curiosità. Era stato facile averla vinta per una volta. Con Austin Anderson era difficile averla vinta subito...

"Sai una cosa? Ci sto. Voglio stare con te. Tu sei la mia cotta, quella delle ragazzine adolescenti, la persona di cui sono innamorata e non vorrei mai perderti. Voglio pensare a me stessa, ogni tanto me lo merito..."

Aveva ragione.

Se lo merita. Meritava di essere felice per una volta, forse ero stato troppo stupido a farle dire quelle cose, dovevo zittirla,baciarla e dirle che l'amavo e che volevo stare con lei.

Al diavolo la malattia, proviamo...

"Fai finta che ti ho baciato in questo momento"

"Fai finta che ti sto guardando e ti sto accarezzando le labbra in questo momento"

Ero talmente stupido da immaginarlo davvero: ero lì steso sul letto a fissare il soffitto con il telefono all'orecchio...

"Non sai quanto ti amo..."
"Io ti amo di più..."

Non resistetti glielo dissi, l'amavo.

Perchè nasconderlo.

"Basta domani voglio vederti e voglio riguardare quel tuo sorriso. Facciamo da me...non vedo l'ora di farti vedere la mia cameretta"

"Ok ok...alle cinque da te. Così mi presenterai i tuoi..."

Era strano sentire che un ragazzo voleva conoscere i genitori della ragazza, ma io volevo vederli. Chissà quante ne avranno passate quei poverini...

"E tu mi presenterai i tuoi...ah...no...scusami..."

Era così presa che non si era accorta che i miei erano fuori per lavoro, non volevo rovinarle il bel quadretto che aveva in testa ma, quando lo disse le si incrinò la voce...

"Tranquilla...chiamo Mara. Ora siamo amici..."

"Ahaha...ok"

La sua risata... quanto mi mancava sentirla...lei diceva che non le piaceva, ma a me piaceva molto.

"Ma Ambra?"

"Ambra? Non lo so..."

Lo sapevo benissimo cosa faceva e come era diventata: la gente l'aveva cambiata e lei ci era stata...solo ora avevo capito quanto il parere delle persone riesce a condizionare il singolo individuo, che sia maschio o femmina.

Se si ha poca autostima la gente è capace di modellarti a proprio piacimento e di farti cambiare personalità con uno schiocco di dita: inizialmente non ce ne si accorge, ma la gente che ti teneva a cuore lo fa, poi ti senti diverso e inizi a comprendere.

Tante domande si fanno spazio nella mente, cerchi risposte e i tuoi cosiddetti "amici" te le danno e tu non ci pensi e vai avanti, ma le domande nella tua testa ci sono e non se ne vanno, finché, se sei fortunato, non incontrerai o non ritroverai una persona che ti faccia aprire gli occhi. E quella persona arriverà quando meno se la si aspetta.

Io quella persona l' avevo trovata e vorrei averla al mio fianco per sempre, quella persona era ora ufficialmente la mia ragazza: Austin Anderson.

La Ragazza Che Mi Ha Insegnato Ad AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora