-20

40 9 9
                                    

                            Austin

Mi girai e rigirai nel letto.

Quando mai mi erano capitate queste cose!? Ero sempre vissuta nella mia bolla, lontana da tutti i pericoli e da tutti i ragazzi miei coetanei. Non mi era mai capitato di innamorarmi.

Se qualcuno mi avesse detto che avrei conosciuto e addirittura mi sarei innamorata, di un ragazzo della mia stessa età, mi sarei messa a ridere...

Non so se ciò che provavo per James si potesse definire amore, non sapevo cos'era, avevo sempre creduto che "amore" voleva dire tante cose, ed ero giunta ad una conclusione:

l'amore è una cosa personale. Ogniuno di noi definisce la parola amore in modo diverso:

In alcuni film, amore vuol dire mettere una persona prima di tutto. In altri, amore vuol dire morire per una persona. In altri ancora amore vuol dire riuscire a perdonare quella persona anche per lo sbaglio più grande che abbia mai fatto.

Per me amore vuol dire complicità: guardare gli occhi della persona che hai difronte e sorridere, vuol dire essere trasportata nel mondo dell'altro, vuol dire mettere il tuo compagno davanti a te e al mondo se serve, ma tu lo fai inconsapevolmente.

Tutti i ragazzi dei film compievano azioni per il partner senza accorgersene, capivano di essere innamorati quando si rendevano conto di aver fatto cose che non avrebbero mai fatto,solo per vedere il sorriso della persona che amavano.

Mi ero accorta di essere innamorata di James quando sentivo la sua mancanza: la mia testa pensava a ripetizione a lui e il mio cuore batteva forte, il pensiero di lui mi offuscava la mente e non potevo farci niente.

Quando mi aveva baciato sentivo le farfalle nello stomaco, le mie labbra si incurvarono e lasciarono vedere i denti senza che io me ne accorgessi.Ti sembra di ridere ma non è così; sei solo emozionata e la tua emozione si trasforma in un sorriso...

                               ***
Senza neanche accorgermene mi ritrovai davanti al mio palazzo dal portone rosso.

"Eccoci qui"

Mio padre interruppe i miei pensieri. Tutte le volte che tornavo a casa per me era sempre come se fosse la prima volta...

Entrammo nel palazzo e prendemmo l'ascensore: secondo piano.
La targhetta placcata d'oro con i cognomi: Anderson e Martin mi fecero capire che quella era la nostra porta di casa:

Papà aprì la porta con le chiavi e mi ritrovai a casa mia.

Quell'odore di fiori e pulito non se ne era andato.

"Che aspetti!? Corri in camera tua"

Mi incitò il mio papà.
Non me lo feci dire due volte. Camminai a passo veloce per tutto il corridoio e aprì la seconda porta sulla destra: quella bianca con la scritta Austin attaccata con lo scotch.
Il letto era perfettamente fatto, con le lenzuola bianche. La scrivania era come l'avevo lasciata l'ultima volta. Come al solito era tutto in ordine. E la chitarra era appoggiata al muro accanto al mobile con la televisione sopra. Mi avviai verso il letto e mi buttai sopra di esso a capofitto. Per un attimo fissai il soffitto e tirai un sospiro.

"Bentornata"
Mi accolse mio padre sulla soglia:

"Non vedevo l'ora di vedere la mia cameretta"

"È così come l'avevi lasciata"

"In ordine come sempre..."
Ripetemmo in coro: era logico che io la lasciassi così. Perfetta.

"Quando arriverà tua mamma le farai una grande sorpresa"
Non vedevo l'ora di riabbracciarla....

Pochi minuti dopo la porta bussò, chiesi a mio padre di poter aprire:

"Austin"

Mi madre mi abbracciò:

"Bentornata"

Le sorrisi.

"Visto che sei qui, oggi cenetta speciale a base di pollo arrosto e film su Netflix tutti insieme"

E così facemmo.

Mangiammo la deliziosa cenetta preparata da mia madre e ci accoccolammo con popcorn e coperta a guardare la TV.

Finito il film corsi subito a letto e mi raggomitolai sotto le coperte a fissare il soffitto: non vedevo l'ora di mostrare la mia famosa camera a James...

La Ragazza Che Mi Ha Insegnato Ad AmareWhere stories live. Discover now