Sorelle

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I battibecchi dei gnomi e del white knight per chi doveva accompagnarmi verso quella che secondo loro sarebbe stata morta certa; la voce squillante di Juliette contro Rose; le mille paranoie e tattiche militari.
"Non sai che cazzo dici!" urlò James puntando il dito verso Jason "la ammazzi! Lurido bastardo! Da sola? Ma ti rendi conto?".
"Sì".
"Sì, ha detto di sì..." ridacchiò il lupo dal pelo fulvio " e quindi?".
"Può farcela. È stata addestrata, è in grado di comandare gli elementi a suo piacere. È pronta" spiegò il piccolo di casa Blais.
"Vado da sola, non ho bisogno di balie"inzittendo tutti.
"Ma..." iniziò Mose "tu non puoi farcela da sola".
"Sono Emily Mann discendente da una lunga stirpe di donne forti rumene, sono la figlia della luna,... ma soprattutto sono amica di Mary e tocca a me, solamente a me salvarla. Voi dovete proteggere questa gente, questi innocenti. Siete i migliori compagni che potessi avere ed i migliori alleati che una guerriera possa avere affianco, ma è una cosa che devo fare da sola".
"No una guerriera" corresse Rose, asciugandosi gli occhi rossi e colmi di lacrime "una regina, la mia regina" finí inginocchiandosi.
"Anche la mia" seguí Mose affiancandosi alla sorella.
Senza aggiungere nulla si inginocchiò anche James, seguito da Jason.
Guardai la mia sorellastra in piedi, avvolta nel bellissimo trucco che le donava una nota inquietante.
"Ebbene tutti hanno scelto te come regina..." iniziò guardando uno ad uno i miei amici "... e così sia! Ma non posso permetterti di andare da sola."
Tolse dall'acconciatura quello che sembrava essere un'ampolla con del liquido azzurro brillante.
"Bevi!" ordinò Juju.
Presi in mano la strana acqua blu, senza chiedere nulla di getto la aprii e ingoiai quello che pareva essere lacrime di fate, ma di strega e sangue di elfo.
"Ora con il supremo potere che ti scorre nelle vene sei pronta. Buona fortuna,... sorella mia".

***
Lo sentivo. Sentivo veramente l'assoluto in me. La collana rossa pulsava in maniera ipnotica, velocizzando il ritmo man mano che scendevo giù verso Mary.
"Ricordati hai i poteri in te. Usali" sussurrò la voce di mia nonna.
Mi fermai, ero molto vicina. Chiusi gli occhi.
Entrai nelle foresta dei suoni. Accostai diverse linee fino a trovare quella che mi interessava. Appoggiai la mano nella parete per comunicare con la terra assestante, scovando la persona che mi interessava.
"Sei giunta fino qui, regina" rise soddisfatta Grisilde accarezzando le pareti in cerca del mio contatto "bene! Ora ti facilito il percorso".
Con queste ultime parole infilò un braccio dentro la parete per portarmi dinnanzi a lei con facilità estrema.
Il mio corpo si scompose in milioni di pezzi. Diventai: malta, terra, colore e radici. Feci entrare tutto il potere del più presente degli elementi per poi ricompormi ai piedi del corpo inerme di Mike.
"Ma come può essere?" sussurrai cercando con gli occhi la mia cara amica mezza nuda e mal trattata.
"Mi dispiace piccola lupa" iniziò una voce che conoscevo molto bene "ho usato la tua amica".
Grisilde camminava fiera dentro il corpo di Mary.
"Era molto tempo che non potevo vedere curve giovani e sode come quella della tua amica" continuò, toccando il seno della ragazzo con la quale ero cresciuta per più di mezza vita.
"Lasciala stare brutta tr..." la lingua si incollò al palato non permettendomi di finire quella che la mia mente urlava dalla voglia di dire.
"Taci piccola traditrice! Tu sai solo metà della verità! Anzi solo una faccia della storia, lascia che ti mostri l'altra realtà".
Dicendo ciò, appiattendosi a terra soffio' alito di vita e polvere di morte.

***
Tutto diventò distorto, freddo e grigio come se stessi guardando tramite una cinepresa vecchia.
Eccomi nuovamente in un ricordo del passato.
Ero in una prigione, un quadrato di mattoni, bagnato e sporco con i ratti che si rincorrevano in cerca di cibo.
Sdraiata immobile, una donna con capelli lunghi e neri contava le mattonelle del soffitto nero e ammuffito.
Avrà avuto vent'anni Grisilde racchiusa in quell'abito troppo largo per il suo corpo sciupato e incolore.
"
Inima strigă mama
inima moare mama
sufletul fuge acolo ploaia
va cădea în marea mării..."

Non c'era bisogno di conoscere il significato delle parole bastava ascoltare la voce di quel cuore puro e buono come non ne avevo mai precipiti prima.
Mi avvicinai sapendo di non potermi intromettere in quanto ero lì come ospite.
"Avanti Grisilde, la madre è pronta per vederti" tuonò una giovane Iza con fare cupo.
"Ciao sorella!".

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