Un piccolo regalo.

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La mattina del celeberrimo ballo di Halloween la scuola era quasi deserta lo sarebbe stata del tutto se non fosse stata per la ventina di alunni raccolta in un'unica classe.
Naturalmente Miss Juliette, non c'era. Doveva prepararsi per la serata di gala di cui sarebbe stata regina indiscussa.
"Emily, ma sei sicura di andarci con mio fratello? Fino ad ieri sera non aveva nessun abito in armadio", commentò Mike, sedendosi accanto a Mary, per poi appropriarsi dello schienale della sedia di quest'ultima.
Facevano veramente sul serio quei due. Gli occhioni dolci, i baci fugaci e qualsiasi altro tipo di effusioni d'amore erano all'ordine del giorno.

"Certo,... almeno lo spero" mormorai ripensando all'ultimo messaggio di fuoco che avevo inviato al beta del branco di Halifax.

Grazie all'aiuto di Amelia, ero riuscita ad inviargli un foglio bianco con scrittosolo una parola.
La strega aveva strappato un capello dalla mia folta chioma per poi avvolgerlo attorno ad una piccola pergamena, bruciandola con del fuoco magico lasciandola sparire tra il fumo azzurro ed un odore d'incenso e zolfo.
"Vedrai ti risponderà" mi tranquillizzò la tata, accarezzando la mano destra chiusa in un pugno.
Ma non fu così. I giorni passavano e del bel principe della foresta dalle verdi foglie non sapevamo nulla, nemmeno Jason riusciva a rallegrarmi quando il mio cervello si addentrava in quella zona pericolosa ad alto rischio del mio io più segreto .Avevo cercato di contattare un milione di volte durante quella settimana James, ma senza nessun risultato.
Il dolce lupo era sempre indisposto o indaffarato per potermi rispondere al telefono o venirmi a parlare fuori da casa sua.
Mike mi aveva convinta ad andarmene dicendomi che suo fratello mi avrebbe richiamato sicuramente il giorno prima del ballo per sapere che cosa avrei voluto come bracciale.
Per fortuna avevo ancora una carta da giocare.
La porta della pizzeria The Little Naples si era aperta con un leggero tintinnio facendo sobbalzare il bell'Alpha che mi promise di fare in maniera tale da far partecipare James al ballo, senza imporlo e naturalmente come amico.

"Comunque Mary, vieni da me questa sera?" chiesi cercando di richiamare la miaamica per portarla alla realtà dove io e Oceanne eravamo state messe da parteun'altra volta.
"Mi dispiace piccola, ma ho promesso a mia nonna che mi sarei preparata a casa. Sai come funzionano queste cose ci tiene molto a vedermi pronta per il ballo...L'ha chiamato salto nella vita adulta, come se questo comportasse una crescitadi rughe abnorme" scherzò, per porgersi sopra il banco seguendo con lo sguardoqualcuno dietro le mie spalle.

Jason, se ne stava tutto da solo abbandonato al primo posto davanti allacattedra del docente di italiano, intento a leggere un brano sul Kindle nero.
Feci uno sguardo a mo di scuse a Oceann e raggiunsi il bello dalla chioma bionda rossiccia.
"Posso?" sussurrai.
I suoi occhi corsero lungo il mio fisico asciutto e tonico, studiando ogni singola sfumatura di quelle linee geometriche che delineavano ogni singolo muscolo.
Il lungo addestramento dentro a Maison Wood dava i suoi frutti, regalandomi una muscolatura e una forza che non avrei mai pensato di avere.
Senza contare il fatto che ero in grado di governare a mio piacimento: aria, terra ed acqua.
"Certo che puoi, Emy" sogghignó Jason, spostando la sedia accanto al suo posto.
"Allora cosa facciamo questa sera?".
"Mangiamo, balliamo,... beviamo" scherzó toccandosi il rubino rosso all'orecchio.
Avevo deciso di restituirlo subito, ma lui disse che era mio mi apparteneva.
"Così avrai sempre una parte di me con te". Il giorno stesso decisi di regalargli un nuovo orecchino uguale al mio con una minuscola imperfezione al centro, il che lo rendeva unico, come era lui per me.
"Beviamo?" ripetei.
"Già, my lady berremmo del punch sano e deliziosamente adolescenziale" gracchiò attorcigliando un mio ciuffo al suo indice " ma ci vedremmo lá. Ho promesso ad una persona che avrei fatto di tutto per farla uscire vincitrice".

***

Juliette! Ovviamente, quella piccola strega era ovunque nella mia vita: casa, scuola e Maison Wood.
Mi sembra ancora di sentire la sua risata, pronta a scattare ogni qualvolta sbagliavo negli allenamenti. Miss Perfezione era talmente gentile da farmi notare come sbagliavo nel tenere le gambe chiuse nel parare un colpo al petto o come miravo male quando dovevo utilizzare le foglie come coltelli volanti.
Senza dimenticare il suo promemoria della sera prima nel quale stridava ad Eddy che sarebbe stata accompagnata dal suo promesso al ballo della scuola.
A quell'urletto la bile e lo stress si inpadronirono del mio stomaco mentre si accartocciava come un foglio di carta pronto ad essere strappato.
Fortunatamente mancavano ancora un paio d'ore al ballo grazie alle quali io avrei potuto rilassarmi.
Le dita di Amelia correvano veloci e precise incastrando e modellando i miei capelli.
Era decisa a prepararmi nei migliori dei modi, donandomi un aspetto adatto ad una principessa della luna, come me.
Non prestavo molta attenzione alle trecce laterali che stavano penzolanti ai lati della mia testa.
Il mio sguardo era perso nel display davanti a me, in ansia nel vedere quel nome comparire anche solo per un attimo, quella persona che doveva essere protagonista con me di quella serata.
Quello stupido iPhone non suonò mai, a parte la suoneria di Mary che voleva sapere come mi sarei truccata.
"Adesso ci siamo".
Le parole di Amelia mi fecero tornare al presente nel quale una mora con capelli lucidi mi osservava allo specchio.
La chioma senza forma e spessore, luccicava gonfia e corposa, donando al mio viso una sfumatura di bellezza mai avuta.
Le trecce erano saldamente legate tra di loro, racchiudendo uno chignon decorato da fiori rossi e punti luce in madre perla.
"Amelia ti sei superata" mormorai non mostrando l'entusiasmo che avrei dovuto dimostrare per quell'opera degna di un museo di bellezza.
"Cosa c'è bambina?" chiese con voce gentile la strega abbassandosi per essere al mio livello di statura "il Whiteknight ti ha tagliato la lingua?".
"Non lo stavo nemmeno pensando a dirla tutta" spiattellai mordendomi la lingua.
Sembrava così immorale essere avvinghiata saldamente a James, avremmo sofferto entrambi per questo sentimento che stava crescendo, ma che non poteva essere comparato a quello che provavo per Jason.
"Avanti mia cara. C'è una cosa che ti tirerà su di morale. Hai avuto visite oggi. Vai a vedere cosa c'è dietro la tenda appeso alla finestra" disse Amelia, facendo cenno al tessuto bianco che copriva la finestra, davanti alla scuola che non molto tempo prima spiavo.
Un abito rosso porpora si materializzò davanti a me. Era un vestito di quelli che si indossano una sola volta nella vita. Un ampia gonna larga si apriva fino a sfiorare il pavimento mentre la parte sovrastante probabilmente fasciava la vita ed i seni di chiunque lo indossase. La mia mano automaticamente si avvicino alla fila di roselline che correvano lungo il bordo del décolleté. Erano morbide al tatto come velluto come se fossero vere. Mi avvicinai e fui avvolta dal profumo della regina dei fiori.
Quel bellissimo capo di alta sartoria era completamente di fiori e non normali, ma rose rosse della foresta del branco che poco tempo prima mi aveva adottato.
Osservai Amelia che sillabò un unica parola: "Nazima".
Quella piccola fatina aveva trovato la maniera di rendere la serata magica unendo finalmente la mia vita normale alla mia vita magica.
Il tessuto scivoló sulla mia pelle leggero come una piuma senza trovare nessun inghippo e nessuna costrizione che lo bloccasse. La piccola fata doveva aver preso le misure del mio corpo mentre eravamo giù nel suo regno.
L'interno era sostenuto da un corpetto creato da groviglie di pietre luccicanti e pezzo della grotta in cui avevo parlato la prima volta con Celtus.
Sentii una fitta terribile al cuore mentre ripensavo all'uovo, al quale avevo privato la possibilità di conoscere sua madre.
"Non ti preoccupare, Emy. Tutto lì infondo è tornato alla normalità" disse Amelia porgendomi l'emblema rosso di cui non conoscevo nulla, ma dal quale sentivo già di non potermi separare.

LOVE CURSEDWhere stories live. Discover now