Al ladro!

653 33 1
                                    

Il messaggio pretentorio che mia madre mi aveva inviato diceva: "Emily vieni subito a casa". Le erano bastate solo quelle cinque parole per far accorrere il povero Louise al centro commerciale con la giacca dell'uniforme abbottonata male per la foga e per interrompere un appuntamento mal cominciato ma finito in maniera così sorprendentemente bene.

"Louise conosce il motivo per il quale mia madre mi vuole a casa?"- chiesi salendo sul fuoristrada di famiglia mentre l'autista mi teneva aperta la portiera.
"No signorina"-rispose prendendo il posto di guida-"L'unica cosa che posso dirLe è che la signora è piuttosto nervosa".
"Bene. Come finire un'ottima giornata"-esclamai guardando fuori dal finestrino proprio nel momento in cui una moto nera con un ragazzo dal casco rosso ci superava.

Giunta a casa decisi di affrontare subito la signora Anna Potter trovandola nello studio bianco con in mano un bicchiere di rum cubano.

"Ciao mamma"-sbottai entrando nella stanza senza bussare con addosso ancora la giacca di pelle.
"Ciao Emily"-sibilò alzando lo sguardo e sorridendomi-"come stai? È andata bene oggi?".
"Si... Più o meno"-risposi appoggiando lo zaino ai piedi della porta in legno massiccio.
"Ascolta questa sera ceniamo fuori. Abbiamo degli ospiti alla Piccola Versailles"-proclamo' senza tanti giri di parole bevendo un sorso dal bicchiere -" Ti ho preso un abito nuovo è sopra il tuo letto e le scarpe accanto alla porta".

"E se io non volessi"-la sfidai.
" Perché devi essermi contro!? ..."-sibilò con rabbia.

"D'accordo, vado a cambiarmi"- dissi esasperata cercando di calmarla non avevo voglia di litigare per l'ennesima volta quel giorno-"A che ora dobbiamo essere pronte?".
"Partiamo alle 20:30 quindi hai due orette per prepararti".

"Devo studiare, domani ho il compito di scienze della terra"-puntualizzai aggiudicandomi un'occhiataccia.
"Scienze delle terra? È la materia di Ada?"-chiese senza aspettare una risposta mentre digitava un numero con il suo telefono ultramoderno- "Pronto Ada? Sono Anna, come stai? Roger è ammalato?!? Mi dispiace molto comunque io ti chiamavo per chiederti un piacere personale. Questa sera ho una cena molto importante con il sindaco, assessori e persone distinte della nostra città e mi occorre anche la presenza di mia figlia Emily, la quale però deve studiare... Grazie, sapevo di poter contare su di te e manda pure Roger da me per quel suo progetto di impiantistica a livello industriale. Buona serata".

Ecco il modo in cui alla bellissima Anna Potter tutto era concesso e non le veniva mai detto di no. La sua rete di amicizie e di conoscenze la rendeva ottima come alleata e spietata come avversaria.

"Risolto il problema. Ora vai a prepararti"-concluse con aria compiaciuta guardandomi uscire sconfitta da quello scontro.

Salita in camera non degnai di uno sguardo l'abito sul letto sicura che fosse l'ennesimo abito bomboniera. Mi tolsi le sneakers massaggiandomi i piedi indolenziti, accesi la radio sulle note di Look around dei Red Hot Chili Peppers. Dopo aver tolto i jeans e la maglia gettandoli a terra rivolsi l'attenzione al vestito nuovo rimanendo piacevolmente sorpresa.

L'abito agiato sopra il letto aveva un corpetto nero a cuore decorato con piccoli brillantini per risaltare la vita magra di chi lo indossava; la gonna una nuvola fatta di tulle bianche con una piccola sottoveste bianca di pizzo che s'intravedeva.

"Niente male mamma"-borbottai girandomi per vedere le decolte' argento accanto alla porta.
Senza perdere tempo andai a farmi una doccia riuscendo a tranquillizarmi.

Decisi di pettinare i capelli in un semplice ma elegante chignon. Scelsi uno smokey eyes per gli occhi e un rosa acceso per le labbra. Dopo aver indossato l'acquisto di mia madre e allacciato le scarpe decisi di guardare il mio capolavoro.

Stavo veramente bene.

Il vestito era della taglia giusta avvolgendo il mio esile corpo con una cascata di pizzo e grazie alle decolte apparivo slanciata e più magra rispetto alla realtà.

LOVE CURSEDWhere stories live. Discover now