Anime d'inchiostro.

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"È bellissimo qui, Jason!"-balbettai varcando la grande porta nera
che rivelò una parte della casa al di fuori del tempo e dello spazio.
Era una stanza luminosa sovrastata da un soffitto con volte a botte incrociate, decorato da tele colorate che rendevano il tutto un'opera d'arte preziosa e sublime.
Le pareti erano ricoperte da scaffalature rosse trasbordanti di libri dalle copertine logore e ingiallite.
L'odore di pagine vecchie e di carta impecorita invece di rovinare l'atmosfera marcava l'aspetto antico e regale della dimora Blais, regnante anche in quell'angolo di castello grazie allo stemma della casata, riprodotto minuziosamente con foglie d'oro sugli incroci tra le varie volte.
"Ti piace?"-chiese timidamente Jason, appoggiando lo zaino su una sedia posta al centro di quella perfezione dove vi era una lunga tavola dello stesso tono delle scaffalature.
"Si tantissimo. Posso?"-domandai indicando la marea di libri posti ordinatamente per titolo e cronologia.
"Si certo".
"Vediamo cosa c'è?"- dissi avvcinandomi ad una sezione collocata su una vetrina.
"... Non posso crederci Lewis Carrol!"-esclamai vedendo un romanzo dalle pagine logore.
"Puoi aprire ...se vuoi vederlo"-disse il padroncino di Maison Wood -"Io vado a prendere il computer in camera mia"-aggiunse sfregandosi le mani con forza.
"Mmm".
Non lo ascoltavo più ero totalmente persa nel mondo delle meraviglie. Andai subito alla mia pagina preferita capitolo sette: Un te di matti.
Adoravo qulla parte in cui compariva uno dei personaggi più importanti: Il Cappellaio Matto.
L'indovinello che questo curioso abitante del sottosuolo fece alla povera Alice non mi fece dormire all'età di dieci anni quando la lettura era diventato un modo per fuggire via dalla realtà.
Il mio coinvolgimento crebbe dopo aver visto il film con interprete il bellissimo Depp, idolo mio e di molte altre mie coetanee.
Quella storia è e rimarrà una storia amata da tutte le persone che si rifuggono in un mondo meraviglioso: il regno della fantasia.
Mi guardai attorno. Non c'era nessuno, tranne il tavolo con sopra un portapenna e le sedie attorno. Non potevo resistere.
Cominciai a leggere ad alta voce il dialogo tra Alice e il mio beniamino facendo le voci che secondo me avrebbero avuto i protagonisti se esisiti davvero.
"Che strano orologio segna i giorni e non dice le ore".
"Perché?"-esclamò il Capellaio Matto.-"Che forse il tuo orologio segna in che anno siamo?"
Il poter leggere in un luogo così immerso in un mondo a se mi aiuto a farmi a trasportare facendo in maniera tale di non accorgermi di essere più sola.
"No,"-si affrettò a rispondere Alice.
Le parole che vennero dette ad alta voce con tono squillante non furono dette da me, ma da una presenza femminile alle mie spalle.
"Continua pure piccola"- disse la persona dietro di me.
" Ma l'orologio segna lo stesso anno per molto tempo".
Mentre continuavo a leggere cominciai a muovermi in cerchio seguendo il perimetro delle vaste librerie, cercando di finire davanti alla figura presente assieme a me.
"Quello che fa il mio"- riprese la voce squillante ripetendo a memoria parola per parola del seguito.
"Non ti comprendo bene!"- continuai abbassando il libro vendendo una vecchietta su di una carrozzina.
La signora aveva capelli grigi raccolti in due trecce avvolte su se stesse ai lati della testa.
"Era molto tempo che non prendevo in mano quel vecchio libro"- commentò l'anziana signora venendomi incontro con occhi azzurri ghiaccio brillanti-"Posso bambina vederlo?".
"Certo..."-dissi porgendo il romanzo impolverato con le pagine lisce dall'usura.
"Questa prima edizione ha visto giorni migliori"-commentò la donna aprendo con delicatezza l'opera di Carrol.
"Prima edizione?"-ripetei.
"Sì, questa fa parte della mia collezione privata"-spiegò l'anziana dirigendosi verso la vetrina-" Vieni, ti faccio vedere il resto."
"Certo signora...."
" Daphnée. Il mio nome è Daphnée"-rispose la signora alla mia domanda muta.
"Io sono Emily".
"Vieni ...vieni... Bambina"-continuò la donna senza fare cenno alla mia presentazione-"puoi aprire la vetrina. Immagino che tu sappia già come si apra dato che ti sei presa un pezzo importante della mia collezione privata".
"Sì, certo. Mi scusi se ho preso Alice"- dissi aprendo l'anta di destra-"non ho potuto resistere..."
"La tua anima è come la mia; amiamo più le opere di inchiostro che le persone che ci circondano"-esclamò la donna-"prendi quel volume rosso".
"Questo?"-domandai prendendo un tomo dalla copertina rovinata con la rilegatura nera-" L'isola del tesoro"-lessi sentendo l'emozione che trapelava dalla mia voce.
" Già"-ribatte' la donna-" Aprilo!"
"Posso?"
"Certo. Fai pure"
Mi sedetti sulla sedia accanto allo zaino.
Scorsi velocemente le pagine, avida di vedere le illustrazioni di quel magnifico libro.
"È meraviglioso"-esclamai guardando una miniatura di colore verde che dava vita ad una palma radiosa.
"È tuo"- commentò Daphnée con un sorriso grande.
"Davvero?"-chiesi sgranando gli occhi-" Non posso accettare. Ha un
valore ineguagliabile."
"Lo so per questo lo regalo a te"- rispose la gentile signora affiancandosi alla mia sedia.
"Grazie... Io no so cosa dire"
"Sono io che devo ringraziare te Emily"-disse l'anziana-"era molto tempo che non entravo qui. La tua voce mi ha invitato ad entrare, facendomi ricordare i bei pomeriggi che passavo a leggere le storie a mio nipote."
"Suo nipote?"-domandai.
"Il mio Jason"- rispose la donna -" il tuo fidanzato.. Giusto?"
Ossignore, perché tutti pensano che stiamo assieme, pensai tra me ricordando l'episodio successo il giorno stesso sul pullman.
"Io sono solo una compagna di classe"- esclamai arrossendo.
"Per il momento piccola. Vedrai".
Non potei commentare la frase di Daphnée che la porta si aprì con violenza ed entrambe vedemmo un Jason entrare tutto trafelato con sottobraccio un pc nero seguito a coda da un gatto persiano blu notte.
"Eccoti qui, Romeo"-sbottò Daphnée mentre l'animale spiccava un salto,
raggomitolandosi sulle gambe della padrona in un concerto di fusa.
"Nonna cosa fai qui?"-chiese Jason appoggiando il computer sulla tavola.
"Nulla sto gustando il sapore della lettura"- rispose la vecchietta facendomi l'occhiolino.
"Il gusto della lettura?"- rimbeccò il nipote lanciandoci uno sguardo obliquo.
" Ho conosciuto, inoltre, questa bellissima ragazza"- continuò la signora allundendo a me mettendomi al centro dell'attenzione-" Dice di non essere la tua fidanzata, ma a me piace molto"
"Nonna... È una Mann"- sottolineò con voce aspra Jason accendendo il portatile.
" Sei la nipote di Iza?"-domandò
Daphnée guardandomi sul viso-"In effetti, hai gli stessi occhi di tua nonna e di tuo padre. Peccato."
" Mi scusi signora... L'ho delusa non mi sono presentata per bene"- sussurai con voce sommossa.
"Non preoccuparti figliola. Tu provieni da una famiglia importante, forte e combattiva. Peccato che...."
"Nonna non annoiare Emily"-la interruppe Jason avvicinadosi per massaggiarle le spalle.
"Peccato che le nostre famiglie non siano sempre andate da accordo"-concluse la donna con voce asciutta, come se non avesse detto quello che avrebbe voluto dire perché un segreto.
"Immagino che questo devo restituirglielo, Miss Daphnée"- proclamai ammicando al romanzo aperto davanti a me.
"Non mi offendere questo è un regalo da parte mia"- precisò la gentile anziana e continuò-" Chiamami pure nonna la prossima volta che ci vediamo; nessuno conosce il nostro futuro anche se appare limpido senza nuvole. Chissà se nel nostro la storia è destinata a cambiare anche il presente ed il passato".

LOVE CURSEDWhere stories live. Discover now