Amelia.

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Mi dispiace dirlo, ma Mary aveva ragione quella mattina a scuola era stato un incubo. Persino i professori mi guardarono torvi tranne quello di matematica prestandomi strane attenzioni per il resto della propria lezione.
Probabilmente pensava che fossi quel tipo di ragazza facile, amante dell'uomo maturo, ma non aveva capito bene la mia vera personalità.
Il mio pensiero fisso era la reazione di mia madre o di Amelia nel vedere quel cavolo di video sul web; lo ammetto anche il pensiero di Jason mi stava a cuore.
Senza dimenticare che dovevo trovare un modo per parlare a quattr'occhi con Mister James il quale doveva spiegarmi un bel po' di cose.
"Dopo vado da tu zia Luisa"-mugugnai rivolta verso Marina durante il pranzo.
Finalmente ero assieme a delle persone amiche che non avevano fatto un minimo cenno all' esibizione che stava spopolando nello spazio virtuale scolastico.
"Provi a sistemare quel disastro in testa?"- chiese Oceane sorseggiando della coca cola che le macchiò la t-shirt bianca.
"Già".
"Non stai poi così male"-commentò Mike, accarezzando la mano di Mary, la quale ricambiò il gesto baciandolo sulla fronte.
Mi ero persa qualcosa?
"Comunque c'è qualcuno che ti sta cacciando!"- osservò la mia migliore amica accenando al bellissimo partner di progetto d'inglese assegnatomi.
Jason, anche quel giorno, era stupendo come lo era sempre d'altra parte; mi stava osservando con disinvoltura fin quando lo vidi avanzare verso il nostro tavolo con passo deciso di chi non teme nessuno.
"Oh mio Dio! Sta venendo qui Mary!"- dissi pulendomi la bocca con il tovagliolo di carta-"cosa faccio? Cosa vorrà?".
"Non lo so!"- sbottò in tono consolatorio-"Tranquilla, non hai combinato nulla di male; e comunque anche se fosse non sei fidanzata! Sei libera, un uccellino che può fare quello che vuole! Ballare con chi vuoi e baciare chiunque tu voglia! Giusto?".
"Giusto!".
"Scusa Emy"- c' interruppe la calda e morbida voce di Jason.
"Ciao"-ribattei cercando di essere il più naturale possibile- "Ti serviva qualcosa?".
"Sì.. Ecco... Vedi- cominciò impacciato-"Possiamo parlare un attimo da soli?".
"Certo, però forse è meglio se ci vediamo dopo la scuola perché praticamente ora dobbiamo rientrare"- osservai proprio nel momento in cui con la solita scampanellata venivamo avvisati del termine del pranzo.
"Bene, allora ci vediamo dopo fuori dal cancello?"- disse scompigliando il ciuffo chiaro ribelle.
"Certo"- affermai sicura.
"Non vedo l'ora"- sussurrò il signorino Blais con uno sguardo da predatore che mi fece rabbrividire la schiena.
***
"Bene, ricordate di leggere il capitolo sei e quello successivo. La prossima settimana noi sezioneremo una rana e vi voglio vedere tutti preparati. Non voglio sentire nessuno che si lamenta se qualcuno lo farà avrà un tre sulla mia materia!"- spiegò il signor Martinez, il docente più antipatico mai incontrato; raccogliendo i nostri test a sorpresa.
"Sento le vostre maledizioni silenziose"- rimbeccò la povera Mary venendo incenerito dal suo sguardo- "Comunque potete andare"- conluse l'uomo allargandosi con due dita il colletto della camicia azzurra a scacchi.
Raccolsi tutte le mie cose e mi affrettai dietro alla mia compagna di vita.
"Tutto okay?"- chiesi, aumentando il passo per stare a pari con le sue gambe lunghe.
Stranamente, come capitava abitualmente, non aveva abbaiato contro al professore, ma si era alzata, senza sbattere ciglio, uscendo con passo deciso e veloce.
"Tutto okay?"- urlò davanti al suo armadietto-"Ti sembra tutto okay?".
"Calmati, Mary! Il signor Martinez ha detto di non preoccuparsi questo voto non farà media, ma era solo per vedere il nostro livello!"- cerco di tranquillizzarla, accarezzandole il braccio destro.
"Come no!"- borbottò sbattendo l'anta del suo aramdietto giallo-"Comunque signorina c'è qualcuno che ti aspetta!"- osservò ammicando verso la porta.
Mi girai di scatto aspettando di incontrare il bellissimo sguardo di Jason.
Gli occhi neri notte di James mi stavano fissando mentre camminavo con passo deciso e fulmineo verso la porta principale.
"Wow"- borbogliò il ragazzo-"Non avevo mai visto una sbronza di luna piena così potente."
"Piano con le parole, non sono ubriaca. Io sono astemia"- sillabai ogni parola energicamente senza preoccuparmi del motivo della sua visita e nell'essere civile o che qulacuno potesse sentire la nostra discussione.
"È meglio se parliamo da un'altra parte! Andiamo a bere un caffè? Ho il tuo casco"- esclamò James giocando con una ciocca di capelli bianchi sfuggiti dal cappellino di New York.
"Veramente avrei da fare altro"- risposi spostando la sua mano dal mio ciuffo.
"Davvero cos'altro avresti da fare?"- chiese il ragazzo socchiudendo gli occhi in tono di sfida.
"Ha da fare con me!"- tuonò la voce più sensuale di tutta la scuola.
"Bene, bene!"- ridacchiò James mentre Jason si metteva al mio fianco-" Hai da fare con questo bamboccio?".
"Perché hai qualche problema con il sottoscritto Jay?".
Tra me ed il fratellastro di Mike si misi come barriera divisoria Jason. Era veramente grande in confronto a James facendolo diventare una formica piccolissima, pronta ad essere calpestata con forza da questo gigante di muscoli e nervi.
"Ti conviene andarci piano, non credo che il tuo Sire ne sarebbe fiero!"- commentò il Davide della situazione, facendo irrigidire le spalle di Golia-" Hahaha ecco bravo stai a cuccia!".
"Lascialo in pace"- urlai attirando più sguardi di quelli che avevo ricevuto per tutta la giornata-" Jason ti prego andiamocene; mi accompagneresti a casa?".
"Fai come vuoi, cucciolotta, ma ricordati io sono come te, lui è un diverso, uno senza anima e senza cuore"- specifico' acidamente Jason toccandosi il piercing sul sopracciglio destro.
"Non è vero! Ha un cuore immenso, senza lui Mike sarebbe stato pestato a sangue il primo giorno di scuola dal tuo amicone!Lo sai questo!? Non hai nessun diritto di parlare così di un ragazzo che vale il doppio di quello che vali!"- sbraitai come una vecchia pazza con tutto il fiato che avevo in gola, parandomi davanti al mio compagno di progetto.
Nel frattempo un cerchio di persone si accalcarono attorno a noi, intente a godersi lo spettacolo.
"Ha ragione Emily"- disse in un fil di voce Jason-"Devi andare con lui è meglio per entrambi.".
"Cosa? Perché dici questo?"- domandai al ragazzo spento dietro le mie spalle-" Mi dovevi parlare!".
"Lascia perdere"- esclamò il ragazzo prima di andarsene sconfitto da quella minuscola e fastidiosa zanzara dagli occhi color pece.

LOVE CURSEDWhere stories live. Discover now