Amore paterno.

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Il vociferare ininterrotto di mia madre e di Amelia era arrivato fino sopra alla mia camera, per poi accompagnarmi alle scale.
La macchina fotografica di papà scattò un flash accecandomi un secondo prima di finire tra le braccia di quelle donne che con tanto amore mi avevano cresciuto. Per un secondo, un infinito secondo sentii una mano calda maschile accarezzarmi la testa ed un cenno muto della famosa strega vodoo mi fece capire che l'anima dell'ultimo barone della famiglia Mann era lí con noi per accompagnare un'ultima volta me, sua figlia in quella notte che mi avrebbe trasformato in una giovane donna pronta ad uscire dal guscio, pronta ad accogliere le due vite che mi appartenevono.
<<Mamma, Amelia... non piangete non c'è nessun motivo per farlo>> mormorai asciugando le lacrime che bagnavano i loro visi.
<< Signora Anna, sua figlia, la nostra Emy è ormai cresciuta>> singhiozzò la tata, per poi prendere la mano della sua titolare.
<<Già,... Sei bellissima cara>> conclusa mia madre abbattendo il muro dietro il quale riusciva a nascondere benissimo le proprie emozioni.
Abbracciai mia madre e la nostra tata: la mia famiglia. Due donne forti e potenti che avevano cresciuto insieme una ragazza in maniera impeccabile, ricoprendo anche il ruolo che aspettava a mio padre, presente sempre in ogni mia decisione ed in ogni mio respiro.
<< Cara, l'autista ti attende>> mi fece notare Amelia, asciugandosi il volto e soffiandosi il naso in maniera rumosa.
<< Certo, come sto?>> chiesi sorridendo lisciandomi l'abito e torcendomi al dito il solito capello ribelle.
<< Come una regina>> esclamò Anna Potter, con gli occhi luccicanti da amore per me, Emily Mann regina dei cinque elementi.

***

Il tragitto casa scuola fu stranamente silenzioso, rotto solamente dai whatsapp di Marina che mi raccontava la diretta dei suoi spostamenti.
La capivo.
Si sentiva in colpa: sarei stata una delle poche sfigate senza un cavaliere. Ovviamente, avrei ballato con il mio ragazzo, Jason, ma lui quella notte l'aveva promessa a Juliette. Una promessa va sempre mantenuta sia nel bene e sia nel male. Già doveva essere così.
Accavallai le gambe e vidi una busta incastrata nel manico della pochettina che mia aveva dato la strega vodoo. La scrittura spigolosa e disordinata che correva sulla superficie bianca l'avrei riconosciuta ovunque. Conoscevo solo una persona che faceva la lettera emme con tre gambe: mio padre.
Ricacciai indietro le lacrime, chiusi gli occhi un attimo e cominciai a leggere.

<< Cara Emily,
Se leggi questa lettera significa che non sono accanto a te o non sono stato coraggioso nel parlarti a quattr'occhi.
Perdonami se non ti ho mai spiegato nulla della tua vita di cosa sei destinata ad essere e di cosa sarai capace. Io e tua madre abbiamo fatto di tutto per proteggerti, decidendo di bloccare il tuo legame con la luna fino a quando non incontrerai lui: il Whiteknight. Non sappiamo chi sarà come o dove lo incontrerai sappiamo solo che ti amerà come nessun altro. Affronterà l'inferno, sconfiggerà il paradiso e combatterà contro la terra perché ti ama come si respira, come si vive e come si usa la magia. Nella stessa maniera in cui io esisto per te e tua madre. Spero di essere accanto a te questa sera, in questa notte di Halloween, patria di spiriti e della magia suprema. Ricordati Emy, tu puoi essere chiunque tu decida di essere.
Sii forte come la terra culla della vita, limpida come l'acqua forza della libertà, leggera come l'aria brezza dell'esistenza e superba come il fuoco dell'amore.
Sii chiara come la luna, madre del tuo spirito e specchio della tua anima.
Amati Emily, perché tu sei ció che sei, ricordalo sempre.
Con amore,
Maximilian Mann,
Papà.>>

Le lacrime non scendevano lungo il mio volto, irrigando le mie guance colorandole di nero. Non finirono sul pezzo di carta davanti ai miei occhi, quel piccolo foglio era la cosa più bella che non mi succedeva da molto tempo.

<< Non piangere, Emy. Tuo padre non vorrebbe vederti in questo stato!>>.
La voce di Celtus non era mai stata così calma e melensa.
Una piccola manina di luce rossa mi accarezzó i capelli per poi abbracciarmi con entrambe le braccia il mignolo.
Alzai lo sguardo ammirando delle piccole gocce azzurre che vorticavano all'interno dell'auto per poi sparire in silenziosi puff.
<< Perdonami Emy, sono stato un egoista, doppiogiochista, ma sono una fata. È nella mia indole essere cosí come sono, ma avevo fatto una promessa al mio vecchio amico Friederich e non potevo sicuramente romperla. Tu sei forte piccola ancella della luna... tu sei la prescelta>> concluse solennemente il padre di Nazima elevandosi in tutta la sua statura.
<< Me lo ripetono tutti: Jason, James, Amelia e perfino mio padre. Sento di aver perso la mia identità. Non so più chi sono, conosco solo cosa sono, ma io chi sono veramente?>> domandai più a me stessa che al piccolo comadante di grotta celeste.
<< Ecco, io credo... Non ci posso credere hai il marchio del fuoco celeste al collo>> affermò Celtus accarezzando la collana rossa dove vi era un minuscolo foro al centro.
<< L'ho trovata una mattina dopo una strana visita di due creature dalla lunga tunica. Non so chi fossero, ma ho trovato questa con una scritta sul retro: Selene>>.
<< Ora ti spiego tutto. Oh Emily, tua nonna per quanto la odiassi per non amare il tuo giovane nonno sarebbe fiera di te>>.

***

LOVE CURSEDWhere stories live. Discover now