XXXIII - Stonewall Non È Poi Così Male

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«Ray Dark si trova sull'isola.» gli spiega Jude.
«Intendi dire quel Ray Dark?» chiede Mark, no il fratello gemello. «E naturalmente starà pensando di fare qualcosa di scorretto al torneo, dico bene?» dici bene, penso.
«Non ne ho idea, è proprio quello che stiamo cercando di scoprire.» Jude incrocia le braccia al petto.

«Adesso capisco, è per questo che non riusciate a concentrarvi durante gli allenamenti.» conclude alla fine, Jude e David annuiscono mentre io e Caleb seguiamo semplicemente il discorso.
«Scusaci Mark se ti abbiamo fatto preoccupare.» continua il rasta.
«Abbiamo la partita contro l'Argentina, oggi affrontiamo le nostre preoccupazioni e domani ci prepareremo per il match.» dice più rilassato David.

Poi i due girano le facce verso Caleb, e adesso?! Che ha fatto?
«Noi siamo d'accordo con te Mark, vogliamo fermarlo, ma ho l'impressione che Caleb voglia schierarsi con Dark.» dice Jude.
«Sì infatti abbiamo visto Caleb incontrarsi con lui.» mi giro a guardarli interrogativa.

«Ti sei incontrato con Dark?» domanda Mark e mi aspetto una risposta negativa che però non arriva.
«E chi può dirlo, forse.» normalmente mi arrabbierei ma ho come l'impressione che non siano vere le accuse dei ragazzi.

«Caleb, io non ti sopporto, seriamente...» affermo attirando l'attenzione di tutti.
«Ma sono sicura che questa volta lui non centri assolutamente nulla... mi fido.» gli sorrido e per la prima volta noto che resta senza parole.

«Allora Jude, qual è il tuo piano per fermare Dark?» domanda il capitano.
«Scommetto che non ha un piano.» dico sedendomi nello stesso momento di Stonewall.
«E come fai ad esserne così sicura?» domanda il ragazzo con gli strani occhialini.
«Semplice, neanche io ce l'ho.» penso sia una giustificazione più che sufficiente.

Scendiamo al Villaggio Italiano ci incamminiamo per le stupende vie di questo quartiere, vagando alla cieca.
Fin quando da lontano vediamo Paolo e alcuni suoi compagni con le loro tenute, esattamente come noi.

All'improvviso delle travi iniziano a cadere e il ragazzo dagli occhi blu cerca di evitarle come può ma una si trova a pochi centimetri dalla sua faccia.

Vedo un pallone da calcio vicino ai miei piedi, forse caduto agli italiani, e senza indugiare lo tiro con l'intendo di deviare la traiettoria della trave, fortunatamente ho una buona mira e la cosa mi riesce, tiro un sospiro di sollievo.

Tiene in mano il pallone che ho tirato e si rivolge ai suoi compagni.
«È stato questo pallone a salvarmi la vita, ragazzi.» dice osservandolo.

«E se proprio vuoi dargli un nome, io proporrei il mio.» dico sorridendo.
«Grazie mille Isabelle.» mi ringrazia l'italiano.

«Senza l'angolatura giusta e potenza non saresti riuscita a deviare le travi che stavano cadendo.» gli faccio l'occhiolino.
«Ci è mancato poco Paolo.» dice Mark e solo allora nota la presenza anche degli altri.
«Mark Evans?!»
«Menomale che non ti sei fatto niente.» dice il capitano.
«Sì, tutto merito della tua amica.»

Poi Paolo ci racconta quello che è successo poco fa.
«Quindi nove dei vostri compagni sono infortunati?!» domanda sorpreso per quella coincidenza Mark.
«Membri della stessa squadra che si fanno male in diversi incidenti nello stesso giorno, è un po' troppo perfetta per essere una coincidenza...» ragiona ad alta voce Jude.
«Prendetemi per paranoica ma ho come l'impressione che non fosse solo il karma... se è quello che penso... guarda non ci voglio neanche pensare.» dico andando verso la ringhiera e sporgendomi un poco.

«E per quale motivo?» domanda Paolo.
«In modo che il Team D diventi titolare.» suggerisce Jude mi giro verso di lui.

«Perché tutto questo mi puzza di Ray Dark?!» domando, forse sto impazzendo.
«Pensaci bene, noi lo rivediamo, improvvisamente l'allenatore della Orfeo da le dimissioni e si presenta questo allenatore che decide di cambiare tutti i giocatori e per accontentarli dice loro che verrà disputata una partita per decidere quale delle due squadre rappresenterà l'Italia... poi uno dietro l'altro i giocatori della nazionale si infortunano e cadono come i pezzi di una scacchiera... praticamente Ray Dark ha scritto il suo nome in caratteri cubitali su questa vicenda.» dico mettendomi a guardare le gondole che passano.

Fallin' All In You || Shawn FrosteWhere stories live. Discover now