XXII - Il Ritorno

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«Axel tira.» grido lanciando la palla all'attaccante che prova a metterla in rete ma Mark la ferma.

Sono ore ormai che ci stiamo allenando ma la cosa sembra non pesare a nessuno, tutti tranne me che sto morendo dalla sete.

«Va bene così ragazzi, per oggi può bastare.» dice Mark.
«Grazie non ne potevo più, sono stanca.» mi sdraio a terra sporcando sicuramente i capelli di terra.

«Forza venite fate una piccola pausa.» dice Silvia, pausa? Ma non avevamo appena finito?!
«Su in piedi.» Jude mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi.

«Chiedo scusa, tu non sei Cammy?» Mark corre da una ragazza che stava osservando gli allenamenti già da un po' di tempo.
«Ho ragione?! Tu sei proprio Cammy, guardami sono Mark Evans.» la ragazza però sembra proprio non ricordarselo.

«Mi dispiace ma io...» viene interrotta dal capitano.
«Come non mi riconosci sono io... Mark Evans. Mark quello che gioca a calcio no?» quello che gioca a calcio? Siamo seri?
«Devi perdonarmi ma davvero non mi ricordo di te, mi avrai scambiata per qualcun'altra.» povero capitano.

«È che mi piace tanto il calcio, così mi sono fermata a guardare.» spiega gentile.
«Camelia è ora di andare.» la chiama un signore che dovrebbe essere il padre.

«Si arrivo, allora a presto "Mark quello che gioca a calcio".» corre dal padre, mi viene voglia di mettermi a ridere.

Io, Silvia e Kevin ci avviciniamo a lui.
«Ma tu la conosci?» chiede Silvia.
«Ma certo che la conosco, abbiamo giocato tanto alle elementari, non capisco come possa avermi dimenticato.» Mark incrocia le braccia al petto.

«È normale che non si ricordi di te se ti presenti come "Mark quello che gioca a calcio".» lo prende in giro Kevin.
«Era molto meglio "Mark quello fissato con il calcio" io dico che se ne sarebbe ricordata.» dico battendo il pugno a Kevin.

«Andiamo a cambiarci dai.» dice Jude.
«Arriviamo.» urliamo in coro noi tre.

Metto la tuta della Raimon e quando esco dallo spogliatoio aspetto gli altri.
«Che fai?» chiede Nathan.
«Provo a chiamare Shawn.» dico mentre digito il numero sul cellulare.
Aspetto che inizi a squillare ma dice che il telefono è irraggiungibile... da più di tre giorni.

«Io lo ammazzo.» dico e Nathan prova a farmi calmare.
«Tranquilla appena avrà tempo ti chiamerà lui.»
«E io non gli risponderò.» dico mentre vedo anche altri uscire dallo spogliatoio.
«Sei cattiva così.»
«Era quello l'obbiettivo.» dico ghignando.

__________

Sento la sveglia del mio telefono squillare, ma perché?
Mi copro la testa e allungo il braccio per prendere quella roba che mi ha svegliata dal mio sogno dove mi trovavo in un bellissimo campo fatto di caramelle e dove c'era un ruscello di cioccolato... se vi state chiedendo se sono in fissa con il cibo la risposta è sì e penso si sia anche notato, ora ho fame.

Quando prendo il cellulare in mano, mi rendo conto che non è la sveglia ma Celia che mi chiama.

«Pronto?» dico con la voce ancora impastata.
«Stai ancora dormendo?!» urla e io allontano il telefono dell'orecchio.
«Perché no? Oggi è sabato, non c'è scuola.» voglio dormire ancora cinque minuti.

«Ti avevo detto ieri che oggi saresti dovuta venire a scuola, ma sei in ritardo di venti minuti.» mi ricordo subito di quello che mi avevano detto ieri, avevo promesso che le avrei aiutate con alcuni documenti riguardanti la squadra.

«Tre minuti e sono per strada.» dico riattaccando e cercando qualcosa dentro l'armadio, ma è troppo disordinato e non capisco dove si trovano le magliette e i pantaloni, quindi faccio la cosa più semplice prendo l'uniforme della scuola.

Fallin' All In You || Shawn FrosteWhere stories live. Discover now