II - Conversazione Tra Gli Spalti

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Nonostante all'apparenza Isabelle Collins stesse mantenendo un'innaturale compostezza e freddezza mentre i suoi occhi seguivano in maniera scrupolosa i movimenti delle due squadre in campo, nella sua testa sentiva che sarebbe scoppiata da un momento all'altro. Il chiacchiericcio della gente non la stava distraendo abbastanza da non notare i minimi dettagli della partita in corso, ma abbastanza da farle venire voglia di alzare gli occhi al cielo. Più che le grida, era la consapevolezza di essere sulla bocca di quegli spettatori attorno a lei a darle fastidio.

«Sei diventata virale, - la ragazza seduta accanto a lei ridacchiò quando vide l'espressione stoica di Isabelle abbandonarla per mezzo secondo, venendo rimpiazzata da una annoiata, - di nuovo.»

La corvina si limitò a sollevare un po' di più la felpa della nazionale che portava, fino a coprirsi il naso e incrociò le braccia al petto. Lanciò giusto un'occhiata alla sua migliore amica prima di riportare le iridi smeraldo sui giocatori dell'Argentina in possesso della palla. 

«Linda.» la bionda in questione si voltò a sentire il suo nome aspettando che Isabelle continuasse qualsiasi cosa volesse dirle. «L'allenatore Trevis è lì davanti, se dovessi perdere le staffe per colpa tua è la mia fine.» 

Ricordava ancora bene la ramanzina che le era aspettata quella mattina appena sveglia, quando l'allenatore l'aveva chiamata e l'aveva rimproverata per essersi comportata in maniera così infantile la sera prima e per di più averlo fatto davanti a delle telecamere. L'avrebbero aspettata degli allenamenti intensivi se avesse combinato qualcos'altro. 

Il fatto che la sua amica stesse leggendo i commenti, a detta sua più divertenti, sotto il video pubblicato le stava solo facendo tornare in mente i ricordi della serata prima, che voleva rimuovere. Linda capì senza che dovesse aggiungere altro e con un'ultima risata tornò a concentrarsi sulla partita in corso che vedeva entrambe le squadre in pareggio.

«Grazie.» affermò soddisfatta Isabelle. 

«Pensi che i nostri possano vincere?»

Linda era una ragazza che nonostante fosse amica di Isabelle da almeno cinque anni, ancora non riusciva a capire a pieno le regole del gioco e ancor di meno a distinguere una buona giocata da una pessima. L'unica cosa che si limitava a fare era controllare il tabellone ed esultare quando la squadra per cui tifava metteva la palla in rete. Per ciò faceva sempre affidamento sulla sua migliore amica quando non era in campo e tifava per lei quando non poteva spiegarle come stessero andando le cose.

Isabelle lanciò un'occhiata a Linda, osservando prima la sua espressione allegra sul suo volto e poi la maglietta della nazionale italiana che indossava.

«I nostri?» portò la sua attenzione su quel piccolo dettaglio. Linda si portò una mano sulla fronte ricordandosi del piccolo dettaglio per cui tecnicamente Isabelle era loro avversaria dato che faceva parte non dell'Orfeo, ma bensì dell'Inazuma Japan. Ma era così abituata ad averla attorno che si era dimenticata per chi giocasse. 

La corvina ridacchiò leggermente ma rispose comunque alla sua domanda.

«Sì. Penso che l'Orfeo vincerà.» seppur mancassero pochi minuti alla fine del secondo tempo e sembrasse abbastanza ovvio che le due squadre avrebbero giocato i supplementari, la voce di Isabelle non nascondeva la minima esitazione nella sua affermazione. 

«Come fai a saperlo?»

La giocatrice fece un cenno con la testa in direzione del maxi schermo che aveva appena inquadrato un determinato giocatore italiano appena entrato in possesso del pallone.

«Samuele è più esuberante del solito.» la irritava doverlo ammettere ma purtroppo era un ottimo giocatore, e proprio dal momento che conosceva così bene il suo stile di gioco, sentiva che aveva ancora molto da dare nonostante mancassero pochi minuti al fischio dell'arbitro.

Fallin' All In You || Shawn FrosteWhere stories live. Discover now