Fallin' All In You || Shawn Froste

XXXII - Ignoratemi Pure

«Piacere, mi chiamo Mark Evans, sono portiere e capitano della squadra giapponese, tu giochi per la rappresentativa italiana o sbaglio?! Ti ho visto oggi mentre ti allenavi.» così suona come una specie di spionaggio da parte nostra verso gli italiani.

Il ragazzo si lascia sfuggire una piccola risata.
«Che c'è?» domanda Mark stranito, mi avvicino a loro e li ascolto meglio.
«Soltanto che ho un amico giapponese e tu gli somigli molto tutto qui.» spiega l'italiano.

«Piacere io mi chiamo Paolo Bianchi.» porge una mano a Mark che stringe, do un colpo di tosse attirando l'attenzione dei due.

«Non vorrei mai interrompervi, ma anche io ho dato il mio contributo alla caccia al furgone, quindi mostratevi grati, grazie.» dico con un sorriso sarcastico sul volto.

Mark scuote leggermente la testa, forse imbarazzato per come mi porgo con le altre persone ma dettagli.
Paolo mi porge una mano che stringo.

«Piacere la giocatrice per eccellenza della rappresentativa giapponese, con uno spiccato senso dell'umorismo e ovviamente la più bella di tutto il torneo anche se dubito ci siano altre ragazze in campo oltre a me.» mi presento.

«Lei è Isabelle Collins, scusala se è così...» cerca di trovare un aggettivo per descrivermi il capitano.

«Meravigliosa? Affascinante? E decisamente più veloce di te lumaca?» lo aiuto.
«Io direi, piena di sé.» annuisco, giustamente.
«Non hai tutti i torti.» gli do ragione e sentiamo la voce dell'anziano alla guida richiamarci.

«State tutti bene?» domanda il signore con il berretto arancione in testa. «Mi avete fatto prendere un colpo spuntando così all'improvviso, che cosa stavate cercando?» domanda.

«Mi scusi potrebbe prestarmi questo pneumatico?» chiede Mark gentilmente.
«E che te ne fai di quella vecchia gomma?» chiede giustamente il signore dal berretto arancione.
«La uso per i miei allenamenti.» risponde e Paolo fa una faccia stranita.
«Che metodi bizzarri, fare allenamento con uno pneumatico...» ride il signore poggiandosi al suo pick-up.

«Certo che sei proprio un tipo strano.» gli dice Paolo, se solo vedesse me.
«Concordo.» dico portando entrambe le mani dietro la testa.
«Forse ci incontreremo presto.» dice l'italiano.
«Certo magari su un campo da calcio, chissà.» si salutano i due.

«Mark...» mi lamento strattonandolo. «Ho fame.» dico, alza gli occhi al cielo.
«Va bene, ci vediamo.» dice il capitano.
«Ciao.» saluto pure io per poi mettermi a osservare Mark che cerca di portare con sé il gommone.

«Sai una mano è ben accetta.» dice ancora vicino a Paolo.
«Faccio finta di non aver sentito.» mi giro e inizio a camminare lentamente, poi viene ad aiutarlo il signore anziano che carica nuovamente lo pneumatico sul suo furgoncino per portarlo dove vogliamo noi.

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La sera seguente tutte le squadre del torneo avrebbero dovuto partecipare alla festa di inaugurazione.

«Siete tutti pronti?» domanda Silvia mentre Celia mi pettina i capelli, che nervoso.
«Celia basta.» mi lamento cercando di staccarla per poter fare una coda di cavallo ma la ragazza mi prende l'elastico impedendomi di poterla fare.
«No dai, per favore.» la supplico cercando di recuperarlo.
«Niente storie Isabelle.» sbuffo e vado dagli altri che si sono posizionati in due file e davanti, come portabandiera, ci sta Mark.

Mi metto al fianco di Jude nella fila opposta alla sua.
«Ci siete tutti?» domanda l'allenatore Trevis e tutti esclamiamo in coro di sì.
«Forza andiamo.» dice Mark.

«Ed ecco la rappresentativa giapponese: la Inazuma; il portabandiera è il capitano Mark Evans, non hanno molta esperienza in campo internazionale, ma hanno molti margini di miglioramento, sulla loro tenacia non si discute...» annuncia il primo cronista.
«Nonostante la loro poca esperienza, molti sono convinti che se continueranno con questa straordinaria media potranno fare faville, la rappresentativa giapponese potrebbe diventare la vera sorpresa del torneo.» sebbene non stia guardando dietro riesco quasi a percepire Jack, Austin e Tod sudare freddo, a quel pensiero sorrido.