Non sarebbe dovuto accadere pt.2

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«Visto che la meditazione è andata fin troppo in profondità...» cominciò subito dopo Rían, «...Ora proveremo qualcosa di nuovo».

«Per quanto distruttivo possa essere, il fuoco è un elemento piuttosto facile da controllare... o almeno, per me lo è stato» aggiunse, e riuscii quasi a vederlo sorridere nonostante avessi gli occhi chiusi.

«Quindi ora cercherai dentro di te la scintilla della fiamma e, una volta che l'avrai trovata, dovrai pronunciare "Dóiteáin!". Se avrai svolto l'incantesimo correttamente, la candela si accenderà» mi spiegò Rían, entrando in piena modalità Strega Guida ed indicandomi la candela bianca in mezzo a noi.

«Okay, ci provo» dissi, chiudendo gli occhi.

Cominciai a respirare profondamente: inspirai ed espirai, e poi lo feci ancora e ancora, fino a quando mi sentii pronta ad aprire il mio terzo occhio, l'occhio da strega, e a guardarmi dentro.

«Dóiteáin...» sussurrai, giusto per sentire il suono di quelle parole sulle mie labbra.

Provai a cercare la fiammella di cui mi aveva parlato Rían, ma non ebbi molto successo: non sapevo neppure da che parte cominciare.

«Non... non so come» sussurrai, sentendo una goccia di sudore scivolarmi lungo una tempia, testimone solitaria della fatica che stavo facendo nel compiere quell'impresa.

«Tu sei una spettatrice lontana, Rowan. Limitati ad osservare. Sii imparziale. Sii distaccata, e guarda l'insieme, non ti soffermare sul particolare» percepii la voce ipnotica di Rían farsi strada nella mia coscienza e, nonostante io non sapessi cosa diavolo quelle parole dovessero significare, il mio corpo reagì di conseguenza, infatti mi sentii trascinata verso il basso ventre, e fu lì che trovai una piccola, calda e dorata fiammella solitaria.

«Ce l'ho, però... però non riesco a prenderla!» esclamai, in preda al panico nel constatare che ogni qualvolta cercassi di incanalare l'energia, questa mi sfuggisse dalle mani come il fumo.

Rían mi strinse le mani: «Respira. Calmati. Lascia che sia lei a venire da te. Apriti a lei» mi suggerì con voce calda e tranquilla.

Lentamente tornai a respirare con regolarità, e provai a sciogliere il nodo di tensione che aveva stretto il mio intero corpo. Non appena lo feci, un incendio divampò dentro di me, e per non bruciare fui quasi costretta a gridare: «Dóiteáin!».

Un calore improvviso mi colpì il volto e, aprendo gli occhi, mi ritrovai davanti ad una fiammata alta circa un metro che bruciava lo stoppino della candela con una velocità allarmante.

«Ci vorrà un bel po' di tempo prima che tu ottenga il controllo... e un gran numero di Blocchi» borbottò Rían, mantenendo gli occhi fissi sul fuoco ma sorridendo con... orgoglio?

«Per oggi può bastare» esclamò poi il ragazzo, alzandosi in piedi di scatto e spazzolandosi il retro dei jeans con le mani.

«Vuoi venire a casa mia? Ti faccio conoscere gli altri Guerrieri Daoine Sidhe» mi propose, con uno scintillio negli occhi.

«Ti dispiace se passo? Sono stanchissima» mi scusai, confermando il fatto con un sonoro sbadiglio.

La risata di Rían riempì il salotto: «Nessun problema, cailín, sarà per un'altra volta. Riposa tranquilla, perché domani ci aspetta un'altra sessione di duro allenamento» mi disse, indossando una giacca di pelle e salutandomi dall'uscio della porta.

Imitai il gesto e, dopo che se ne fu andato, salii in camera mia per prendere il cellulare e le cuffie. La verità era che avevo bisogno di un po' di spazio per me, per scaricare la tensione degli ultimi giorni e riflettere su tutto ciò che mi era successo in così poco tempo.

Stirpe Di StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora