Il ritorno di Moria pt.2

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«Oh, la mia piccola... mi dispiace tantissimo per averti lasciato con quella donna marcia e crudele per così tanto tempo» piagnucolò mia mamma una volta che ci fummo rifugiate nell'abitacolo.

Mi schiarii la voce e le afferrai la mano per tranquillizzarla: «Stai tranquilla, mi ha sopraffatto solo perché mi ha colta alla sprovvista. L'altra volta le ho tenuto testa niente male» le dissi.

Sfortunatamente, le mie parole non ebbero l'effetto desiderato: Moira mi fissò con gli occhi fuori dalle orbite e strillò: «Era già successo? E tu non mi hai detto nulla?! Maledizione, Rowan, non ti ho mai insegnato che devi denunciare ogni tipo di violenza che ti viene esercitata?».

Annuii, cercando di ammorbidirla, e dissi: «Mamma, è successo solo una volta... e si trattava di mia nonna. E non mi ha fatto nulla, perché le ho tenuto testa».

«Avresti comunque dovuto dirmelo» sbottò, mettendo in moto il motore con aria stizzita.

«Quindi adesso andiamo con il nonno? E tu resti qui con me?» domandai dopo una manciata di secondi di silenzio.

Mia mamma mi rivolse un sorriso carico di affetto e mi disse: «Sì, tesoro, andiamo dal nonno, e sì, sono arrivata per restare. Dopo quello che ho appreso ieri sera da Michan e Labhraidh non ho avuto altra scelta. Dannazione, ti avrò chiamato almeno trenta volte, e lo stesso hanno fatto tuo padre e tua sorella. Ci siamo spaventati a morte... e ci siamo leggermente tranquillizzati solo quando i tuoi amici ci hanno detto che Rían era con te e che tu avevi il telefono scarico e spento» mi spiegò, e notai solo in quel momento che le sue mani tremavano leggermente nello stringere il volante della macchina.

Mi sentii terribilmente in colpa nei suoi confronti: non avevo minimamente pensato al fatto che Michan e Labhraidh sarebbero corsi subito a dirle tutto, e che lei, come tutti i miei famigliari, si sarebbe spaventata terribilmente per la mia incolumità.

«Io... mi dispiace davvero, mamma. Ero stanca e non ho pensato... non ho pensato che voi avreste potuto essere in pensiero per me» ammisi, cercando di giustificarmi in un modo leggermente squallido.

Moira sospirò e mi rivolse un sorrisetto tranquillo: «L'importante è che tu stia bene, tesoro. Ma ora dimmi, hai già conosciuto tuo nonno?» mi domandò, cambiando repentinamente discorso e fissando la strada davanti a sé con aria serena.

«Sì, mi ha accompagnato Rían pochi giorni fa. Mi sembra un uomo assolutamente splendido» ammisi, ripensando alla bella impressione che mi aveva fatto Conuil nella prima e unica visita che gli avevo fatto.

«Sì, mio padre è sempre stato eccezionale. Sarebbe potuto diventare un capo clan decisamente più dotato di Daghain, se non avesse cominciato a soffrire di agorafobia già da giovane» mi disse Moira con un sospiro sconsolato.

Sgranai gli occhi, davvero stupita della notizia: «Il nonno è agorafobico? Davvero? Non ne avevo idea» esclamai infatti, presa in contropiede.

«Sì, davvero. L'ultima volta che l'ho sentito, non riusciva più nemmeno ad andare a fare la spesa nel negozietto di fronte a casa sua. Povero papà... e pensare che una volta era un uomo così solare» borbottò Moira, con gli occhi fissi sulla carreggiata ma lo sguardo perso nel passato.

«Okay, siamo arrivate» esclamò dopo poco, parcheggiando l'auto nel vialetto della villetta di Conuil e uscendo dalla vettura con un cipiglio corrucciato e leggermente turbato.

«Credo ti accoglierà a braccia aperte» le sussurrai, poggiandole con delicatezza una mano sulla spalla e spronandola delicatamente verso i gradini del portico.

Mia mamma annuì senza guardarmi, probabilmente cercando di prendere coraggio, e, dopo un profondo respiro, salì a due a due la breve scaletta in legno. Notai con discrezione che le mani le tremavano leggermente, ma lei non vi diede peso e suonò in tutta fretta il campanello, attendendo poi con impazienza, mordicchiandosi le unghie come una bambina e battendo nervosamente un piede sulla soglia.

Stirpe Di StregaWhere stories live. Discover now