Il Consiglio delle Streghe

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Tredici sedie erano state posizionate in cerchio proprio sotto di noi, e i capo clan occupavano quelle posizioni di rilevanza. Ognuno di essi aveva alle proprie spalle i suoi consiglieri, che quindi formavano un cerchio più ampio attorno a quello formato dai capo clan, e un braciere era posto nel centro esatto dell'intera composizione, rosso e sfavillante dalle fiamme che ancora si alzavano deboli fra la cenere.

«Diamo ufficialmente inizio al millesettecentocinquantesimo Consiglio delle Streghe» esordì mio padre, sedendosi e chiedendo il silenzio con un gesto della mano.

«Qualcuno deve esporci un problema di massima rilevanza?» domandò, guardando in faccia uno per uno tutti i presenti.

Inizialmente nessuno fiatò ma, dopo qualche attimo di silenzio, la capo clan dei Daoine Sidhe parlò, con voce moderata e con lentezza, come se le costasse un grande sforzo parlare davanti all'intero Consiglio: «Veramente qualcosa ci sarebbe» cominciò, esitando però a proseguire.

«Parla liberamente, Daghain O'Moore» la esortò mio padre, sporgendosi verso di lei.

«Tre dei nostri sono scomparsi, vicino al territorio di confine con gli Spriggan» disse la donna in tono duro, senza la benché minima inflessione nella voce.

«Cosa stai insinuando?» domandò subito il capo clan degli Spriggan, irritandosi sin da subito.

«Qui nessuno sta insinuando nulla, Tomas» ribadì subito Daghain O'Moore, lanciando un'occhiata di fuoco al povero capo clan che aveva osato interromperla.

«Volevo semplicemente chiedere a tutti voi...» riprese la donna, facendo correre il proprio sguardo sui presenti, «... di avvisarci, nel caso doveste trovare delle streghe non appartenenti al vostro clan. Vive o morte che siano» aggiunse, inflessibile.

«Cos'è questa storia, Daghain?» domandò mio padre, fissandola con lo stesso sguardo indagatore che rivolgeva a me ogni qualvolta gli dicevo che andavo a dormire da un'amica. A ragione, dopotutto, visto che io di amiche femmine non ne avevo e che in quelle serate mi ammazzavo di gelato imbevuto nella vodka con Michan e Labhraidh.

«Non ne siamo ancora sicuri, Ábharrach. Per ora rimane un affare interno ai Daoine Sidhe, ma se ci dovessero essere degli sviluppi ti avviserò personalmente... avviserò tutti voi, personalmente» concluse, poggiandosi le mani ossute in grembo.

«Credo che tuo padre si stia trattenendo non poco: ha l'aria di uno che sarebbe pronto a tornare alla tortura pur di carpire il segreto di quella Daoine Sidhe» commentò Michan, capendo al volo lo stato d'animo di Ábharrach.

«Ve l'avevo detto che sarebbe stata un'ottima idea assistere a questa riunione» sussurrò Labhraidh, senza togliere gli occhi dall'inquietante Daghain O'Moore.

«Non mi piace che voi Daoine Sidhe abbiate sempre qualcosa da nascondere» commentò Caoimhe McCarthy, la capo clan degli Sheoques, e da quel commento capii come mai andasse così d'accordo con mio padre: entrambi non si fidavano affatto dei Daoine Sidhe.

«In questo caso non c'è nulla di misterioso né di segreto, a meno che qualcuno di voi sappia qualcosa in più su tutta questa faccenda di quanto ne sappia io. Ora, c'è qualcuno che ha assistito ad un rapimento? Ad un omicidio?» domandò in tono incalzante la capo clan dei Daoine Sidhe.

«Nessuno? Bene, quindi l'affare rimarrà interno al nostro clan fintanto che non saranno trovate ulteriori prove. In quel caso porterò la questione alla luce del sole davanti a tutti, nei suoi minimi dettagli» concluse Daghain, con voce stentorea e, pur non riuscendo a vederla in faccia, avrei potuto scommettere che le fossero comparsi due o più piercing sul volto, segno evidente della sua irritazione.

Stirpe Di StregaWhere stories live. Discover now