Il giorno più bello pt.1

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Quel dicembre, accolsi il mio compleanno con ancora meno entusiasmo degli anni precedenti.

I Daoine Sidhe erano abituati a riprendersi in fretta dai lutti, ma io, non essendo avvezza ad avere un approccio così diretto con la morte, ero rimasta piuttosto provata dalle recenti morti, e la mia voglia di festeggiare, già scarsa, era scesa al di sotto dello zero.

Sfortunatamente, mia madre compensava la mia demoralizzazione con la sua instancabile euforia, per questo, la mattina del diciassette dicembre, si presentò in camera mia con un tortino al cioccolato, con tanto di candelina rosa – proprio come quelle che mi metteva sulle torte quando ero piccola – strillando: «Auguri, tesoro! Finalmente sei maggiorenne!».

Bofonchiando insonnolita, nascosi la testa sotto il cuscino, ma Moira mi strappò di dosso il piumone e disse: «Avanti, mangia! E, per una volta, festeggia il tuo diciottesimo come una normale ragazza della tua età» mi rimproverò, ricordandomi tutte le feste di compleanno che non avevo voluto organizzare negli anni passati.

«Non voglio party a sorpresa» sbottai, dando un goduto morso al tortino che mi aveva preparato e rivolgendole un sorrisone soddisfatto, con tanto di denti macchiati di cioccolato, nel constatare quanto fosse buono quel dolcetto.

«Ehi!» esclamai, «Da quando cucini così bene?» domandai, sinceramente stupita dalle doti nascoste di mia madre.

Moira arrossì immediatamente e borbottò: «Ecco... ehm... in realtà l'ha preparato Laidhgeann» ammise, grattandosi distrattamente il collo.

«Mi sembrava strano» esclamai, sogghignando verso di lei, per poi strillare, in direzione delle scale: «Grazie, Laidhgeann».

«Prego. E auguri, Rowan!» lo sentii rispondermi, con la sua solita voce bassa e mascolina.

Misi le gambe fuori dal letto e rabbrividii: un alito gelido mi sfiorò le caviglie, infiltrandosi sotto il pesante pigiama di pile e facendomi venire la pelle d'oca sulle braccia. Schegge di ghiaccio mi scivolarono lungo la spina dorsale e io mi strinsi nelle braccia.

Osservando il mio gesto, Moira scosse la testa con disapprovazione: «Non mi dire che senti ancora "il sospiro della morte nelle ossa", Rowan!» esclamò, sorridendo in modo sornione.

Afferrai un pesante maglione di lana e, dirigendomi a grandi falcate verso il calorifero, borbottai: «Non sono sciocchezze. Ti giuro che è da quando ho otto anni che mi sveglio con l'ansia, il giorno del mio compleanno... e devi ringraziare il nonno di papà» aggiunsi, ripensando con una certa antipatia a quel vecchietto burbero e cupo, sempre pronto a traumatizzare le bisnipoti con orrende storie dell'orrore.

«Oh, avanti. Il bisnonno è morto da anni e tu ancora ti lasci suggestionare?» domandò, ridendo.

Aggrottai le sopracciglia: «Non è suggestione. Io li sento davvero, i brividi nelle ossa» bofonchiai, cercando di spiegarle la situazione, proprio come avevo tentato di fare con Saoirse.

«È ovvio che oggi senti i brividi nelle ossa, tesoro. Guarda fuori» proruppe mia madre, spalancando le ante e facendo entrare una ventata di aria gelida in camera mia.

«Mamma!» strillai, correndo a rintanarmi sotto le coperte... e accorgendomi solo in quel momento del paesaggio candido che si estendeva fuori dalla finestra.

«Oh... la neve!» esclamai, balzando al volo fuori dal letto e sporgendomi oltre il davanzale.

L'intera via era coperta da un sottile manto bianco, che attutiva i suoni e incantava la vista. Bianche erano le tegole sui tetti delle case, bianchi erano i pini silvestri nei giardini, bianca era la distesa erbosa che si allungava sulla scogliera, bianchi erano gli impervi pendii dei Twelve Bens in lontananza.

Stirpe Di StregaKde žijí příběhy. Začni objevovat