Un'improbabile amicizia

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«Dobbiamo assolutamente assistere al Consiglio delle Streghe».

Queste furono le parole che mi rivolse Labhraidh appena gli aprii la porta di camera mia, alle nove di mattina del diciassette ottobre.

«Ciao anche a te, amico mio. Come stai?» domandai sarcasticamente, facendolo entrare e fissandolo con un sorrisetto mentre si sedeva sul mio letto di fianco a Michan, che lo aveva preceduto di un paio di minuti.

«Non ho tempo per i convenevoli. Dobbiamo andarci» ribadì Labhraidh, lanciando le scarpe per la stanza e mettendo i piedi sul mio copriletto.

«E dicci, come hai intenzione di fare?» gli chiese Michan in tono di sfida.

«Non lo so ancora, ma troverò un modo. O meglio, Rowan troverà un modo» disse l'interpellato, e mi lanciò uno sguardo furbo.

«Io? Perché mai io?» sbottai, incrociando le braccia al petto.

«Sei la figlia del capo clan» spiegò lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

«Se credi che mio padre ceda di fronte ai miei occhioni imploranti sei proprio un illuso, Labhraidh. Se c'è una cosa in cui è bravo Ábharrach O'Brien è rispettare le leggi e sicuramente non ne infrangerà una per la sua figlioletta» commentai.

Labhraidh si ammutolì per qualche secondo, poi cambiò tattica: «Non mi dite che non siete curiosi di assistere ad una riunione importante come questa! È l'unica occasione che abbiamo, ragazzi, non so se ve ne rendete conto! Non avremo un Consiglio delle Streghe nel nostro villaggio per i prossimi tredici anni, e allora saremo troppo vecchi e responsabili per darci allo spionaggio. Quindi, visto che non credo che uno di noi tre diventerà capo clan... beh, è decisamente la nostra unica possibilità» concluse, fissandoci con un'aria mortalmente seria.

Io e Michan ci scambiammo un'occhiata indecisa, ma sapevamo tutti e tre che, con quel discorso, Labhraidh ci aveva convinti.

«Okay, ci sto» sbuffò Michan, e io aggiunsi: «Vedo cosa posso fare».

«Ti amo, Row!» saltò su Labhraidh, battendo le mani come un bambino.

Santo cielo, pensai, in cosa mi sto cacciando, questa volta?

Rimuginando su quanto fossi stupida ad imbarcarmi sempre nei piani sovversivi di Labhraidh, mi avviai alla radura, perché sapevo che mio padre era già là a discutere dei particolari della riunione con gli altri capo clan. Fortunatamente, Keira era con me, perché mamma le aveva detto di accompagnarmi e di chiedere a papà qualcosa riguardo alla cena che si sarebbe tenuta quella sera (cena alla quale, ovviamente, non ero stata invitata).

«Stupido Labhraidh» borbottai quando vidi che papà stava effettivamente parlando con cinque o sei persone, e che sarei dovuta andare ad interromperlo.

«Cosa dici, Row?» mi domandò mia sorella in tono divertito, scrutandomi con i suoi magnetici occhi verdi.

«Niente, niente» borbottai, continuando ad imprecare mentalmente contro Labhraidh.

Fui tentata di tornare indietro e chiedere una cosa così assurda a mio padre in un secondo momento, ma poi mi dissi che, per quel giorno, sarebbe comunque stato impegnato in ogni istante, quindi tanto valeva togliermi ora il pensiero.

Quando io e Keira giungemmo vicino a lui, riconobbi alcuni volti dal giorno precedente: vi erano tre membri dei Pooka (compresa la ragazza che mi aveva fatto l'occhiolino sotto forma di lupo), la capo clan degli Sheoques e due dei sei Dullahan che erano giunti a cavallo.

«Papà? Keira deve chiederti una cosa per la cena» esordii, sapendo che la timidezza di mia sorella le avrebbe impedito di interrompere su due piedi una conversazione.

Stirpe Di StregaWhere stories live. Discover now