La Banshee pt.2

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Le ginocchia mi tremarono, e mi tenni a Saoirse per non cadere a terra. La mia amica, sempre sorridente e raggiante, mi strinse spasmodicamente un braccio e mi accorsi senza tante difficoltà che le sue mani stavano tremando convulsamente, mentre i suoi occhi dorati erano sbarrati e terrorizzati.

In quel momento, contesa fra l'orrore e la paura, l'unica cosa che mi avrebbe fatta sentire al sicuro sarebbe stata la presenza di Rían. Lui avrebbe sicuramente saputo cosa fare, lui non si sarebbe lasciato cogliere dal panico e, soprattutto, lui sarebbe stato in grado di proteggere tutti noi. Volevo sentirmi al sicuro e desideravo terribilmente crogiolarmi nella sua voce calma e rassicurante, che avrebbe lenito tutte le mie paure come una panacea, così, con mani tremanti, estrassi il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e composi il suo numero, sussurrando in modo convulso: «Devo... devo chiamare Rían. Rían, sì, Rían».

Il ragazzo rispose al terzo squillo: «Dimmi tutto, cailín» esordì, e la sua voce roca e pacata bastò a rallentare le palpitazioni del mio cuore.

Presi un profondo respiro e, cercando di mostrarmi meno scossa di quanto in realtà non fossi, gli comunicai: «Abbiamo... abbiamo appena visto una Banshee, nel parcheggio della scuola. Abbiamo paura... ho paura, Rían» sussurrai, stringendo con forza il telefono.

Sentii un forte sbattere di porte, un vociare concitato e un motore che si accendeva dall'altra parte del telefono, poi la mia Strega Guida si rivolse a me: «Stiamo arrivando cailín, stiamo arrivando. Qualcuno è ferito? Noti qualcosa di strano nell'aria?».

Scossi la testa anche se lui non mi poteva vedere, e risposi: «Stiamo tutti bene, siamo solo scossi. A me sembra tutto... tutto normale, a parte l'odore di sangue e carne morta che si è lasciata dietro la Banshee» commentai, annusando solo in quel momento l'olezzo di putrefazione che aleggiava nell'aria.

«Tenete gli occhi aperti e non lasciatevi prendere dal panico, stiamo arrivando. Due minuti e siamo lì, promesso» mi disse il ragazzo con voce rassicurante, prima che chiudessi la chiamata.

Rimisi il telefono nella tasca posteriore dei jeans e, dopo aver fatto un respiro profondo, mi sentii calma a sufficienza per affrontare la situazione senza lasciarmi cogliere dal panico.

«Ragazzi» iniziai quindi, richiamando l'attenzione dei cinque Daoine Sidhe che, come me, avevano assistito allo scempio, «I rinforzi stanno arrivando. Dobbiamo però guardarci in giro e assicurarci che la Banshee se ne sia davvero andata» dissi loro, cercando di parlare con calma e sicurezza.

Con aria un po' smarrita annuirono tutti, ma Tiarnan borbottò: «Io non ho intenzione di andare a controllare si si sia nascosta in mezzo agli alberi. Quella cosa me l'ha quasi fatta fare sotto dalla paura».

«Non solo a te, amico» commentò Eogan, rabbrividendo nelle spalle.

Rimanemmo quindi tutti e sei immobili e vigili, in attesa dei Guerrieri Daoine Sidhe, con gli occhi pronti a cogliere anche solo il minimo dettaglio fuori posto.

Gli umani, intanto, sembravano decisamente più sconvolti di noi streghe, nonostante non conoscessero affatto il significato dell'apparizione di una Banshee. Alcuni ragazzi stavano strillando frasi senza senso nelle orecchie di un professore giunto per capire cosa fosse successo, altri facevo congetture improbabili sull'identità della misteriosa donna e altri ancora descrivevano a gran voce l'accaduto agli amici che non avevano assistito allo spettacolo.

«Beati loro, che vivono nell'ignoranza» commentò sotto voce Saoirse, fissando con una punta di invidia gli umani che discutevano a gruppetti nel parcheggio.

«Non so quanto sia meglio non sapere nulla» ribatté però Tiarnan, passandosi una mano sul viso pallido e sfregandosi gli occhi, come se volesse togliersi dalla retina le immagini della Banshee insanguinata e piangente.

Stirpe Di StregaWhere stories live. Discover now